San Francesco Solano

San Francesco Solano
Nome: San Francesco Solano
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Francisco Solano
Nascita: 1549, Montala, Cordova
Morte: 1610, Lima, Perù
Ricorrenza: 14 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Protettore:
dalla siccità
Beatificazione:
30 giugno 1675, Roma, Papa Clemente X
Canonizzazione:
30 dicembre 1726, Roma, papa Benedetto XIII


Francesco Solano, nato a Montala, Cordova, nel 1549, da genitori benestanti, si unì ai francescani all'età di vent'anni, e fu ordinato sacerdote nel 1576. Cinque anni dopo fu nominato maestro dei novizi e divenne famoso come popolare ed efficace predicatore, svolgendo la sua attività per tutta la Spagna meridionale per molti anni e aiutando le vittime della peste a Montoro nel 1583, dove anch'egli contrasse questa malattia.

Pensò di andare in Africa come missionario, ma nel 1589 i suoi superiori gli ordinarono di recarsi invece in Perù, per richiesta di re Filippo II, poiché mancavano missionari, rispetto al Messico, che era più accessibile. Durante il viaggio la loro nave incontrò una tempesta e i passeggeri e l'equipaggio s'imbarcarono su singole scialuppe, abbandonando un gruppo di schiavi africani perché non c'era abbastanza spazio per loro.

Francesco, che li stava istruendo sulla fede, rifiutò di lasciare la nave che stava affondando: restò sul relitto, battezzò gli schiavi, e quando la nave affondò, raggiunse con i superstiti una spiaggia, dove furono poi salvati.

Francesco svolse il suo ministero per vent'anni tra la popolazione nativa e i colonizzatori spagnoli in varie parti del Perù e negli attuali Paraguay e Argentina. Quando vi giunse, il fervore iniziale dei missionari era notevolmente diminuito, nonostante le riforme ordinate da S. Turibio di Mogrovejo (23 mar.). Francesco fu uno dei missionari determinati a mettere in pratica tali riforme; intraprese un certo numero di viaggi pericolosi attraversando territori selvaggi, e imparò la lingua locale, nelle sue soste temporanee. Trascorse molti anni nella remota provincia di Tucumàn (nell'attuale Argentina nord occidentale), che era allora una regione distante, all'estremo opposto di Lima sulle Ande, e nel Paraguay. Tucumàn aveva sofferto perché un vescovo, già fonte di scandali, si era opposto a Turibio.

Francesco battezzò molta gente, e fece accettare il cristianesimo in quella regione (sebbene, come altrove, gli indigeni "convertiti" continuassero a praticare il loro culto tradizionale affianco a quello cattolico). Si dice che abbia anche difeso gli indigeni dai maltrattamenti dei padroni spagnoli, intenti a ottenere il massimo profitto dai lavori forzati nelle vicine miniere d'argento di Potosí, e che introdusse una forma primitiva di violino nella vita della giungla, per suonare e danzare con le tribù che vivevano in quel luogo. Si sostiene anche che suonasse questo strumento nelle devozioni alla Madonna, a notte inoltrata. Fu nominato "guardiano" nel 1592, con l'incarico di supervisionare le varie missioni che aveva fondato durante i suoi viaggi, ma non si hanno molte informazioni precise sugli anni trascorsi in questa regione "selvaggia"; esistono solo leggende di guarigioni miracolose e di episodi di addomesticamento di animali selvaggi.

Fu poi trasferito a Lima, forse nel 1594 o nel 1595, e sembra che abbia trascorso circa sette anni viaggiando estesamente attraverso il vicereame del Perù. La sua salute peggiorò, poi fu nominato guardiano del monastero a Lima, e, per un certo periodo, di quello di Trujillo. Interessandosi degli spagnoli di quella e di altre città, mise in luce un altro lato del suo carattere, il puritanesimo.

Si diceva avesse spaventato il popolo così tanto con le sue omelie sulla fine del mondo e con il suo procedere attraverso le strade reggendo il crocifisso, che il viceré dovette intervenire e chiedergli di moderare i suoi sermoni. I ricchi di Lima probabilmente ebbero buone ragioni per aver paura delle sue restrizioni: sembra che facesse irruzione nei teatri e nelle case da gioco per rimproverarli del loro modo di vivere vizioso.

Si pensava avesse il dono della profezia e della parola, e i suoi miracoli gli fecero guadagnare il titolo di "Taumaturgo del Nuovo Mondo", mentre il sacerdote, durante le esequie, lo definì «speranza ed edificazione di tutto il Perù, esempio e gloria di Lima, splendore dell'ordine serafico».

Gli furono attribuiti più di duecentomila battesimi. Abbondano anche le storie sul suo buon umore, secondo cui avrebbe detto di recarsi a fare una serenata a una bella donna, mentre andava a pregare nella cappella della Madonna; fece portare a un frate avido una cassa pesante, dicendogli che era piena di tesori, quando in realtà conteneva il corpo di un bambino indigeno da seppellire. Fu ricoverato nell'infermeria dal 1608 fino al giorno della sua morte, il 14 luglio 1610, e al funerale la sua bara fu portata dal viceré, dall'arcivescovo e da altre autorità di Lima; il suo culto si estese rapidamente in America meridionale e in Spagna. Beatificato nel 1675, canonizzato nel 1726, merita di essere elencato tra i grandi missionari della Riforma cattolica; è patrono di molte città dell'America meridionale.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Lima in Perù, san Francesco Solano, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, che per la salvezza delle anime percorse in lungo e in largo le regioni dell’America Meridionale e si adoperò con la predicazione e la testimonianza per insegnare ai popoli indigeni e agli stessi coloni spagnoli la novità della vita cristiana.

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