Armida Barelli nacque il 1° dicembre 1882 a Milano in una famiglia agiata. Sebbene i suoi primi anni di educazione avvenissero in casa senza un’impronta spirituale, trovò la sua vocazione grazie alle suore della Santa Croce di Menzingen, dove studiò tra il 1895 e il 1900, ottenendo il diploma di scuola normale e di lingua tedesca. In questo periodo iniziò a conoscere e amare il Signore.
Tornata a Milano, si dedicò ad attività caritative per orfani e figli di carcerati, nonostante avesse avuto occasioni per formare una famiglia. Nel 1909 fece voto privato di castità e, l’anno seguente, incontrò padre Agostino Gemelli, con cui collaborò per tutta la vita. Durante la Prima Guerra Mondiale, promosse la consacrazione dei soldati italiani al Sacro Cuore di Gesù.
Nel 1917, su invito del Beato cardinale Andrea Carlo Ferrari, avviò i circoli della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, espandendoli a livello nazionale. Papa Benedetto XV la nominò vicepresidente dell’Unione Donne Cattoliche Italiane nel 1918. Instancabile, organizzò convegni, congressi, pellegrinaggi e corsi di formazione, diventando per le giovani una “sorella maggiore”.
Nel 1919 fondò ad Assisi l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Cristo, riconosciuto poi da Pio XII, e promosse opere missionarie, anche in Cina. Fu una figura chiave nella fondazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nel 1921, insieme a padre Gemelli, Mons. Luigi Olgiati e il Venerabile Ludovico Necchi. Per sostenere l’ateneo, istituì l’associazione degli amici dell’Università e la giornata universitaria per la raccolta di fondi, e contribuì alla nascita della casa editrice Vita e Pensiero.
Nel 1929 creò l’Opera della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo per promuovere la vita liturgica nelle parrocchie. La sua vita fu caratterizzata da una profonda spiritualità cristocentrica: “Contro ogni speranza spero che Dio mi faccia santa. Col mio Signore nel cuore io vado incontro a tutto il mondo e sono sicura che con lui vincerò sempre.”
Papa Pio XII la nominò vicepresidente generale dell’Azione Cattolica italiana nel 1946. Negli ultimi anni, affrontò con fede una grave malattia, fino alla morte, avvenuta il 15 agosto 1952 a Marzio (Varese).
Il 1° giugno 2007 venne promulgato il decreto sull’eroicità delle sue virtù. Per la beatificazione, fu riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione: la guarigione inspiegabile di una donna coinvolta in un grave incidente a Prato nel 1989. La nipote della paziente aveva invocato Armida utilizzando un’immaginetta con una sua reliquia, unendo altri familiari nella preghiera. L’evento fu considerato un segno della sua potente intercessione.
Armida Barelli è oggi ricordata come un’instancabile apostola della santità e una figura ispiratrice nella Chiesa.