Beata Clementina Anuarite Nengapeta
Nome: Beata Clementina Anuarite Nengapeta
Titolo: Martire
Nome di battesimo: Alphonsine Anuarite Nengapeta
Nascita: 1939, Zaire, Repubblica Democratica del Congo
Morte: 1 dicembre 1964, Isiro,Repubblica Democratica del Congo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
15 agosto 1985, Roma, papa Giovanni Paolo II
Il paese natio di Clementina, una volta chiamato Congo Belga, attualmente Repubblica Democratica del Congo (conosciuta come Zaire dal 1971 all'inizio degli anni '90), è divenuta indipendente nel 1960. La preparazione all'indipendenza è stata disastrosamente inadeguata. Lumumba, il primo ministro democraticamente eletto, fu spodestato solo tre mesi più tardi, in seguito alle pressioni dell'Occidente e con la collusione di una forza di pace dell'ONU, e subito dopo assassinato. Nel contesto della guerra fredda, è stato ampiamente riconosciuto dal cosiddetto "blocco orientale" come un martire della vera indipendenza dal controllo post coloniale, che aveva tentato di favorire un atteggiamento genuinamente socialista nei confronti dei problemi socioeconomici del Congo; per l'Occidente, a quanto pareva, mantenere le ricche risorse minerarie del paese nella sfera capitalista aveva la precedenza sul governo democratico del popolo, come ha dimostrato l'appoggio dato dall'Occidente al generale Mobutu, quando è salito al potere nel 1965. I Simba, una forza ribelle fedele alla memoria di Lumumba, hanno tentato di rovesciare il governo nel 1964, con un certo appoggio da parte di Russia e Cina. L'attacco ribelle era di tipo anti occidentale, ma vi sono stati molti episodi di violenza in cui i cristiani sono stati un bersaglio "simbolico", e i sacerdoti, i monaci e le monache cattolici hanno rischiato in modo particolare, a causa del loro rapporto con le missioni belghe, sebbene in realtà la Chiesa cattolica avesse già iniziato ad affrancarsi dalle strutture coloniali prima dell'indipendenza.
Suor Maria Clementina Anuarite era un'insegnante, una giovane suora del Congo, appartenente alla comunità di Jamaa Takatifu, la congregazione delle Suore della Sacra Famiglia, presso Bafwabaka (a nord est di Kisangani, precedentemente chiamata Stanleyville, e assai vicino al confine con l'Uganda). Era stata battezzata con la madre e le sorelle come risultato della spedizione del padre in Palestina. Restò molto impressionata nell'udire la storia dei Martiri d'Uganda (3 giu.) all'inizio del 1880, protomartiri dell'Africa nera, canonizzati nel 1964, dopo una probabile lunga discussione in seno alla comunità. Subito dopo, il loro vescovo Wittebols di Wamba (luogo di nascita di Anuarite) fu assassinato, e la congregazione si trovò davvero in pericolo. Un altro aspetto che faceva da sfondo agli eventi che seguirono fu che nel novembre 1964 il quartier generale dei ribelli a Stanleyville, la zona natale di Lumumba, fu conquistato dal primo ministro Moise Tshombe, con l'aiuto di un folto gruppo di mercenari bianchi appoggiati dalle truppe belghe, paracadutati in quella zona dagli Stati Uniti.
Il 29 novembre 1964, le suore sedevano a pranzo quando un camion di soldati Simba irruppe nel monastero sfondando porte e finestre. Ilfficiale in carica disse alle suore di non aver paura: i Simba erano venuti per proteggerle dagli americani, e ordinò loro di fare i bagagli; alle quattro del pomeriggio salirono sul camion, costrette a sedere per terra. Il camion fece diverse soste nei villaggi, dove i Simba terrorizzarono la popolazione e razziarono tutto ciò che erano in grado di trovare; sempre più ubriachi e minacciosi, cantavano canzoni sconce e minacciavano di insidiare le monache. Dopo una notte trascorsa in una missione abbandonata, le suore furono costrette a salire su un altro camion con destinazione Isiro. Sulla strada incontrarono la macchina del colonnello che era stato ufficiale in capo dei Simba, perciò le truppe si eccitarono e cominciarono a sparare in aria. Il colonnello, adirato nel vedere che una monaca teneva in mano il rosario, ordinò di requisire tutti gli oggetti religiosi: rosari, croci, e medaglie furono gettati nei cespugli, e alle monache fu ordinato di tornare a Bafwabaka e di vestirsi come «le donne africane».
Il camion le riportò al quartier generale dci Simba a Isiro, dove le suore furono portate in una casa, ma alla giovane Anuarite fu ordinato di restare indietro, perché il colonnello voleva passare la notte con lei. Madre Kasima, la superiora, disse immediatamente: «Questa ragazza ha pronunciato un voto di verginità di fronte a Dio. Non è possibile». Il colonnello si adirò e picchiò Madre Kasima per diverse volte, ma la superiora trattenne Anuarite e rifiutò di lasciarla andare. Quest'ultima protestò: «Ciò che chiedete è impossibile. Non posso commettere un peccato, piuttosto uccidetemi». Fu picchiata anche lei e le fu strappato il velo. Madre Kasima e Anuarite si abbracciarono e rifiutarono di separarsi, anche se costrette con la forza, e alla fine fu loro permesso di riunirsi alle altre monache. Successivamente un altro colonnello, che aveva bevuto molto, tentò di fare entrare con la forza Anuarite e un'altra monaca, suor Bokuma, nella sua macchina, ma entrambe resistettero, così l'ufficiale cominciò a colpirle con il calcio del fucile.
Anuarite disse di nuovo: «Non voglio commettere questo peccato. Se volete farlo, uccidetemi» e poi: «Vi perdono, perché non sapete quello che fate». A suor Bokuma fu spezzato un braccio, e Anuarite fu colpita e stramazzò al suolo.
Le sue ultime parole furono Naivyo nilivyotaka, che significa: «Ecco ciò che volevo», accettando il suo martirio. L'ufficiale fu colto dal panico e chiamò altri Simba perché l'uccidessero, dicendo che era stato attaccato: due dei suoi seguaci arrivarono con dei coltelli e la pugnalarono ripetutamente, poi l'ufficiale estrasse la pistola e la colpì al cuore.
Le monache portarono il corpo di Anuarite nella casa, e una di loro, che era infermiera, medicò il braccio di suor Bokuma, ma la loro sofferenza non terminò qui, dato che l'assassino di Anuarite ritornò diverse volte infuriandosi alla vista del cadavere. Un altro Simba tentò di rapire diverse monache, che però si abbracciarono strettamente e resistettero, nonostante le ulteriori percosse e minacce. Per paura o per superstizione, o per entrambi i motivi, gli assalitori alla fine le lasciarono sole, e il resto della congregazione si salvò. Alcuni giorni dopo furono liberate dalle forze governative.
Nel 1980 il corpo di Anuarite è stato riesumato e ufficialmente collocato in una tomba nella cattedrale di Isiro, dove riposa attualmente. Papa Giovanni Paolo II si è recato per la prima volta in visita nello Zaire in quell'anno, e ha approvato l'apertura della sua causa di beatificazione. Il 15 agosto 1985 ha visitato una seconda volta lo Zaire, e durante un'alta Messa solenne a Kinshasa, la capitale, ha annunciato la sua beatificazione. In un'omelia ha raccontato la storia del suo martirio:
Quando giunse l'ora della prova, questa giovane religiosa l'affrontò: la sua fede, il senso dell'impegno, il valore primario che ripose nella verginità, un'intensa vita di preghiera e l'appoggio della sua congregazione le permisero di rimanere salda [...l. È il primario valore della fedeltà che la condusse al martirio, ed è proprio questo che significa "martirio", essere fedele.
Nel giorno della beatificazione di Anuarite sono commemorati molti altri religiosi, belgi e congolesi, leali alla loro fede in una fase terribile della storia del loro paese.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Isiro nella regione interna della Repubblica Popolare del Congo, beata Clementina Nengapeta Anuarite, vergine della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia e martire, che, arrestata durante la persecuzione nel corso della guerra civile insieme ad altre religiose, le esortò alle veglie e alla preghiera e, respingendo con grande forza i lascivi desideri del comandante dei soldati, fu da costui uccisa per Cristo Sposo in un eccesso di collera.
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