Beata Elisabetta Picenardi
Nome: Beata Elisabetta Picenardi
Titolo: Vergine
Nome di battesimo: Elisabetta Picenardi
Nascita: 1428 circa, Mantova
Morte: 11 febbraio 1468, Mantova
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
10 novembre 1804, Roma, papa Pio VII
La beata Elisabetta Picenardi, di origine cremonese, nacque in Mantova dal Marchese Leonardo, nobile cremonese e da Paola Nuvoloni, illustre matrona mantovana, l'anno 1428. Fin dalla prima fanciullezza, educata dalla piissima genitrice nei doveri della professione cristiana e dal padre, coltissimo nelle lettere latine e nello studio della Sacra Scrittura, fece tali progressi nella pietà e nelle virtù, che, dedicatasi tutta a Dio col voto della perfetta castità e rifiutate le offerte di cospicui maritaggi, si iscrisse tra le vergini Mantellate del terz'Ordine dei Servi di Maria. Il ritiro, la preghiera, le penitenze la condussero in breve tempo a sl alto grado di santità, che divenne l'ammirazione di tutti i suoi concittadini. Disprezzando ogni agio e comodità della sua alta condizione sociale, fuggì a tutto potere gli spassi e le feste mondane. Le sue delizie Elisabetta le trovava nel meditare la Passione di Gesù Cristo e specialmente i dolori sofferti dalla Madonna ai piedi della Croce: i suoi luoghi preferiti erano esclusivamente la solitaria sua stanzetta e la Chiesa di S. Barnaba, ufficiata dai Padri Serviti. La sua preghiera era, si può dire, continua: oltre all'orazione mentale, ella recitava quotidianamente l'Ufficio Divino. Il suo cuore era penetrato da una fede vivissima negli augusti misteri della nostra santa Religione, da una speranza incrollabile di conseguire l'eterna sa' lute e da una carità oltremodo ardente verso Dio e verso il prossimo.
Tutto ciò e le altre doti che si addicono alla più perfetta santità prendevano in Elisabetta uno splendore soave e tutto particolare per la profonda umiltà del suo cuore: ella si reputava la più grande peccatrice del mondo e tormentava il suo corpo verginale con lunghe vigilie, severi digiuni ed austere penitenze: portava sempre in dosso ,un aspro cilicio e, sebbene conducesse una vita più angelica che umana, si accostava quasi ogni giorno alla sacramentale confessione, dopo la quale, con la piena licenza del suo prudente direttore di spirito, riceveva ii santissimo sacramento dell'Eucaristia.
Nell'offrire per sè a Dio, unico suo bene, le sue fervorose preghiere, non dimenticava mai di pregare per la conversione dei peccatori, per la perseveranza dei giusti e pel trionfo della Chiesa e del Sommo Pontefice. Così, coll'esempio di una vita illibata e penitente, ispirava in tutti l'amore di Dio e l'orrore per la colpa.
Ben presto la fama della sua crescente santità si diffuse anche fuori di Mantova e in luoghi lontani. Allora si vide un buon numero di giovanette di alti natali venire a lei per mettersi sotto la sua direzione. Benché riluttante, la Beata si mise di buon grado all'opera e le formò così bene alla pietà e alla vita di perfezione, che tutte abbracciarono, il terzo Ordine dei Serviti. Sino all'ultimo dei suoi giorni conservò incontaminato il giglio della purezza non solo ma è costante opinione dei suoi biografi, ch'ella non abbia mai commesso in tutta la sua vita nessun peccato mortale. Ma la giornata di questa impareggiabile religiosa e maestra di vita ascetica non doveva essere lunga. Toccava ella appena i quarant'anni quando fu sorpresa da una fierissima malattia, che soffrì con pazienza meravigliosa: placida e lieta in mezzo alle celesti armonie di un coro di Angeli, confortata dalla visione di Cristo suo Sposo e della grande Madre Maria, cui professò sempre una devozione filiale, dopo aver ricevuto con edificante pietà tutti i conforti di nostra santa fede, soavemente rese l'anima a Dio il dì 19 febbraio 1468.
La sua preziosa salma fu collocata in una cappella della chiesa di S. Barnaba, che prima chiamavasi di S. Bernardino e ben presto fu. intitolata alla beata Picenardi. Soppresso poi, nel 1798, il monastero dei Serviti a Mantova e profanatone il tempio, i fratelli Picenardi di Cremona salvarono la sacra urna che conteneva il corpo, della Beata, trasportandola con magnifica pompa nel pubblico oratorio della loro villa a Torre de' Picenardi, dove ogni anno, nell'ultima domenica di settembre, si celebra in suo onore una devota festa.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Mantova, beata Elisabetta Picenardi, vergine, che, indossato l’abito dell’Ordine dei Servi di Maria, condusse nella casa paterna una vita consacrata a Dio, accostandosi assiduamente alla santa comunione e attendendo con impegno alla Liturgia delle Ore e alla meditazione delle Scritture, devotissima della Vergine Maria.
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