Beata Maria dell'Incarnazione
Nome: Beata Maria dell'Incarnazione
Titolo: Carmelitana
Nome di battesimo: Barbara Avrillot Acarie
Morte: 18 aprile 1618, Pontoise, Francia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
5 giugno 1791, Sconosciuto, Sconosciuto
Barbara Avrillot era figlia di un alto funzionario regio di Parigi; fu educata a Longchamp, nel convento di sua zia, dove mostrò segni di devozione non comune e parve destinata a diventare suora. I genitori volevano però che si sposasse, poiché era la loro unica figlia. Lei accettò con riluttanza, dicendo: «Se non sono degna per i miei peccati di essere la sposa di Cristo, posso almeno essere la sua serva». A diciassette anni sposò Pietro Acarie, un aristocratico impiegato al Tesoro, persona pia e caritatevole che fece molto per aiutare i cattolici inglesi esiliati.
Lei era affabile e graziosa (da cui il soprannome "la belle Acarie") e divenne famosa e influente negli ambienti ecclesiastici e di corte. Ebbero sei figli: le tre figlie divennero carmelitane e uno dei figli sacerdote.
Pietro aveva speso un'ingente somma di denaro a sostegno della. Lega Cattolica durante le guerre civili di religione in Francia c quando, nel 1589, divenne re il protestante Enrico IV, fu esiliato da Parigi, le sue proprietà confiscate dai creditori la famiglia lasciata in una situazione molto difficile. Barbara lo difese nei tribunali, recuperò parte della terra confiscata e infine ottenne per lui il permesso di tornare nella capitale, aiutata senza dubbio in questo dalla conversione al cattolicesimo del re (1593).
Divenne famosa a Parigi per le sue opere di carità e risulta che altre persone le affidarono la distribuzione delle proprie elemosine. Era impegnata nel visitare gli ammalati, dare da mangiare ai poveri, assistere i morenti come anche nell'istruire coloro che si convertivano dal protestantesimo e nell'aiutare varie case religiose.
Ispirata, a quanto risulta, da due visioni di S. Teresa d'Avila (15 ott.), convinse il re a permettere alle suore carmelitane di aprire un convento nella capitale, dove nel 1604 ella stessa accolse il primo gruppo di carmelitane spagnole riformate a Parigi.
Con il suo aiuto, nei cinque anni seguenti furono aperti altri quattro conventi in luoghi diversi e Barbara si adoperò per la preparazione di giovani donne che desideravano entrare nel Carmelo, organizzando una piccola congregazione che l'aiutasse nel compito, divenendo di fatti) la «maestra delle novizie sposata» (B.T.A.).
All'epoca tra i suoi consiglieri spirituali vi erano S. Francesco di Sales (24 gen.) e Pietro di Bérulle, fondatore degli oratoriani francesi. Sebbene la maggior parte delle persone la conoscesse come donna estremamente attiva, aveva una vita interiore molto sviluppata e raggiunse sempre più frequenti estasi; queste esperienze dapprima la spaventarono, ma in seguito ebbe la certezza che venivano da Dio.
Quando Pietro morì nel 1613, Barbara entrò nel convento carmelitano di Amiens come suora laica, assumendo il nome religioso di Maria dell'Incarnazione.
Le sue tre figlie erano già carmelitane e quando, poco tempo dopo, la maggiore fu nominata vicepriora, Barbara fu la prima a prometterle obbedienza. Incomprensioni con Pietro di Bérulle causarono il suo trasferimento a Pontoise nel 1616, dove lei si augurò di diventare «l'ultima e la più povera di tutte».
Durante la sua ultima malattia la priora le chiese di benedire le suore che si trovavano intorno al letto e, prima di farlo, Maria pregò: «Signore, perdonami per il cattivo esempio che ho dato» e poi aggiunse «se dovesse piacere a Dio Onnipotente di ammettermi nella sua beatitudine eterna chiederò che la volontà del suo Figlio divino sia compiuta in ognuna di voi».
Morì il 18 aprile 1618; le furono attribuiti alcuni miracoli e venne beatificata nel 1791. Le sue spoglie sono ancora venerate al Carmelo di Pontoise.
Dell'ampia corrispondenza rimangono solo alcune lettere, mentre lei stessa bruciò un suo trattato sulla vita spirituale; rimane invece una breve opera, pubblicata in seguito, dal titolo I veri esercizi della Beata Maria dell'Incarnazione [...] adatto alle anime che desiderano una vita giusta.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Pontoise presso Parigi in Francia, beata Maria dell’Incarnazione (Barbara) Avrillot, che, provata madre di famiglia e moglie devotissima, introdusse il Carmelo in Francia e fondò cinque monasteri, finché, alla morte del marito, fece lei stessa professione di vita religiosa.
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Nome: Santa Maria dell'Incarnazione
Titolo: Vedova e fondatrice
Nome di battesimo: Marie Guyart
Morte: 30 aprile 1672, Quebec, Canada
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
22 giugno 1980, Roma, papa Giovanni Paolo II
Canonizzazione:
3 aprile 2014, Roma, papa Francesco
Maria Guyart nacque nell'ottobre 1599 nella città francese di Tours; suo padre Florent era panettiere. A sette anni ebbe una visione della Madonna da bambina che le chiedeva: «Vuoi stare con me?» e nella prima adolescenza capì di avere la vocazione religiosa. I suoi genitori volevano comunque che si sposasse e così, a diciassette anni, dovette sposare Claudio Martin, un operaio specializzato della seta. Ebbero un figlio, Claudio, che diventerà benedettino e il primo biografo di sua madre, l'anno prima che il marito morisse lasciando gravi debiti e un'attività sull'orlo del collasso. Maria, assunto il controllo della società, riuscì a guadagnare a sufficienza da pagare i creditori. Fu esortata a risposarsi in modo che qualcuno si prendesse cura debitamente di lei e del figlio, ma rifiutò facendo, invece, nel 1621 un voto privato di castità perpetua. Lavorò per alcuni anni nell'attività di trasporto del cognato e imparò a combinare la sua vita attiva con la consapevolezza della presenza di Dio e con una vita interiore di preghiera contemplativa. Nel 1625 ebbe la prima visione della Trinità, seguita da una di Gesù che sembrò prendere il cuore di lei per racchiuderlo nel proprio. Nel 1627 ebbe una seconda visione della Trinità mentre era in estasi che terminò con il suo sposalizio mistico con Gesù. Il suo desiderio di farsi religiosa crebbe molto in questi anni e nel 1632 entrò nel convento delle orsoline di Tours, affidando il figlio dodicenne alle cure di sua sorella.
Assunse il nome religioso di Maria dell'Incarnazione e professò nel 1633. Poco tempo dopo il suo ingresso ebbe esperienza della terza visione della Trinità, che sembra indicare l'apice della sua unione mistica con Dio, facendo esperienza allo stesso tempo di un periodo di aridità spirituale e di varie tentazioni che le causavano angoscia ed erano segno della sua unione con il Cristo sofferente.
In quell'epoca c'era un grande interesse per l'opera dei missionari francesi gesuiti nel Canada. La Congregazione delle Orsoline si dedicava all'opera didattica e risultava essere una logica estensione dell'apostolato fondare conventi e scuole per sostenere e rafforzare il lavoro dei missionari. Maria desiderava partecipare a questa nuova opera apostolica; nel 1635 scrisse, infatti, al confestorio", da cui scrisse centinaia di lettere per trattare i problemi dei missionari, condividere le loro preoccupazioni e incoraggiarli a perseverare nonostante la perdita di alcune loro figure principali che subirono il martirio negli anni '40 del xvii secolo.
Le lettere rivelano molto riguardo alla sua spiritualità che era in continua evoluzione, nonostante che ella fosse talmente assorbita da preoccupazioni esterne, e che raggiunse i più alti livelli di misticismo. Sentiva la costante presenza di Gesù e, circa a partire dal 1651, anche quella della Madonna e fruì di rivelazioni e consolazioni speciali. Per lei, Dio era sempre un Dio d'amore; scrisse infatti: «Non mi ha mai guidato tramite sentimenti di paura, ma sempre con spirito d'amore e di fiducia». Quando suo figlio mostrò di avere dubbi riguardo alla vita religiosa, gli scrisse: «Perché non vuoi entrare in familiarità con un Dio così buono e amorevole? [...] È il nostro sposo e perciò, come dice S. Bernardo, chiede che rispondiamo al suo amore,
Per Maria esisteva un'unità essenziale tra contemplazione e azione: se la prima conduceva infatti a una crescente vicinanza a Gesù, era lo spirito di lui che determinava la seconda. «È vero» scrisse «che una vita di contemplazione e azione presenta varie difficoltà, ma è ispirata dallo Spirito che le dona la regola [...] Non mi sento più vicina a Dio di quando abbandono la pace e il silenzio per il bene del suo amore» per compiere qualche atto cristiano.
Il suo stile di vita austero e penitente e il continuo lavoro che compiva a sostegno dei missionari, la condussero nel 1654 a una grave malattia che però non le impedì di continuare il suo apostolato. Quando, il 30 aprile 1672, morì, fu acclamata santa; il processo di beatificazione ebbe inizio immediatamente ma fu bloccato dai sospetti sorti sulla maggior parte degli scritti mistici a motivo delle controversie quietiste francesi. Soltanto nel 1911 le sue virtù furono dichiarate eroiche; fu beatificata nel 1980.
In aggiunta alle lettere, compose, su richiesta dei suoi direttori spirituali, due Relazioni, o resoconti della sua vita interiore, una nel 1633 poco dopo essere divenuta suora e l'altra in Quebec nel periodo 1653-1654 (a quanto risulta scritta su richiesta del figlio), alle quali si fa spesso riferimento come ad autobiografie.
conservato anche un quaderno di appunti presi durante i suoi ritiri, che include una interpretazione del Cantico dei Cantici, e un al-tro intitolato La scuola santa, ovvero una spiegazione semplice dei misteri della Fede. Nei suoi scritti si ritrovano la ricchezza e la varietà delle sue fonti di ispirazione spirituale: S. Bernardo (20 ago.), S. Gertrude (16 nov.), l'Imitazione di Cristo, S. Teresa d'Avila (15 ott.), S. Giovanni della Croce (14 dic.) e S. Francesco di Sales (24 gen.).
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel Québec in Canada, beata Maria dell’Incarnazione Guyart Martin, che, madre di famiglia, dopo la morte del marito affidò il figlioletto alle cure della sorella e, fatta la professione religiosa tra le Orsoline, aprì una loro casa in Canada, compiendo molte opere insigni.
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