Beata Pierina Morosini
Nome: Beata Pierina Morosini
Titolo: Vergine e martire
Nome di battesimo: Pierina Morosini
Morte: 4 aprile 1957, Fiobbio, Bergamo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
4 ottobre 1987, Roma, papa Giovanni Paolo II
Pierina nacque a Fiobbio (Bergamo) il 7 gennaio 1931, primogenita dei nove figli di Rocco e Sara Noris. Fini la scuola elementare ma fu costretta ad abbandonare gli studi, per i quali era molto portata, poiché, in seguito alla malattia del padre, il suo lavoro rappresentava la principale forma di sostentamento della famiglia. Fece pratica per un certo periodo come sarta e a quindici anni ottenne un impiego in una fabbrica tessile locale.
Entrò in un gruppo dell'Azione cattolica e partecipò a tutte le attività della parrocchia, dedicandosi soprattutto all'insegnamento del catechismo e alle visite ai malati. Fu anche intensamente impegnata a promuovere le vocazioni per il seminario locale e le missioni estere. Riceveva la comunione tutti i giorni, mostrando segni di devozione non comuni, alzandosi ogni mattina alle quattro per pregare e partecipare alla Messa prima di iniziare a lavorare. Avrebbe voluto diventare religiosa per potere operare in una missione all'estero, ma dovette continuare a dedicarsi al sostentamento della famiglia. Divenne membro del Terz'ordine francescano e dei Figli di Maria. Le sue colleghe di lavoro apprezzavano molto la sua coscienziosità, il suo carattere amichevole verso tutti, caratterizzato da una certa riservatezza e la sua profonda fede religiosa.
Pierina andò in pellegrinaggio a Roma nel 1947 per assistere alla canonizzazione di S. Maria Goretti (6 lug.) e rimase profondamente impressionata dall'esempio di questa giovane morta per difendere la propria purezza, dicendo varie volte di sperare una fine simile. Entrò a fare parte della "crociata locale per la purezza" e compose una preghiera per la castità dei suoi membri, che recita tra l'altro: «Possa io non dare mai spazio alle attrazioni del mondo o dcl piacere; possa io non concedermi nemmeno il più piccolo compromesso con il peccato nell'abbigliamento, nel parlare, nelle letture, negli sguardi o nel divertimento [...]. Rendimi piccolo apostolo per tutte le ragazze deviate dal mondo.
E se avrò mai la sventura di cadere, possa la tua mano immacolata sollevarmi il più presto possibile, o Gesù, e farmi ritrovare l'intimità del tuo cuore [...]. Se mi chiami al matrimonio, aiutami a portare fino all'altare la mia innocenza battesimale. Provoca tra le giovani dell'Azione cattolica molte sante vocazioni religiose».
Il 4 aprile 1957, nel primo pomeriggio, Pierina stava recandosi a casa per una stradina solitaria quando fu accostata bruscamente da un giovane ventunenne: al rifiuto delle sue profferte seguì un tentativo di violenza; Pierina lottò strenuamente e colpita ripetutamente con una pietra cadde in corna, morendo due giorni dopo in ospedale senza avere ripreso conoscenza.
Pare che l'uomo l'avesse infastidita per circa un anno e che l'aggressione fosse stata il risultato di una scommessa con gli amici; arrestato, confessò. È interessante notare che il medico dell'ospedale che provò a salvare la vita di Pierina, sentiti i particolari sul delitto, esclamò: «Qui abbiamo una nuova Maria Goretti!».
Questa idea si diffuse rapidamente e una vasta folla partecipò al suo funerale, il 9 aprile. La sua tomba si trasformò rapidamente in luogo di pellegrinaggio, soprattutto per i seminaristi e i membri dell'Azione cattolica; la sua prima biografia fu pubblicata nel 1960. Nel 1983 le sue spoglie furono trasferite in un reliquiario di marmo nella chiesa parrocchiale e nel 1987 venne beatificata. È importante non vedere la sua morte come disgiunta dal resto della sua vita, perché di quest'ultima, vissuta coerentemente da cristiana, essa fu una logica, seppur estrema, conseguenza.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nella cittadina di Fiobbio di Albino vicino a Bergamo, beata Pierina Morosini, vergine e martire, che, a ventisei anni, mentre faceva ritorno a casa dalla fabbrica in cui lavorava, morì ferita a morte al capo nel tentativo di difendere dall’aggressione di un giovane la propria verginità consacrata a Dio.
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