Beati Francesco Gálvez, Girolamo de Angelis e Simone Yempo
Nome: Beati Francesco Gálvez, Girolamo de Angelis e Simone Yempo
Titolo: Martiri nel Giappone
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Francesco nacque in Spagna (a Utíel, vicino a Valencia) nel 1567, e si uni ai frati minori dell'Osservanza a Valencia nel 1591 all'età di ventiquattro anni. Fu inviato prima a Manila e poi, come membro di una missione, in Giappone. Alla morte di S. Francesco Saverio (3 dic.) nel 1551, altre missioni avevano portato avanti il suo lavoro in Asia orientale e sudorientale. In questo periodo, quando l'Inquisizione era al culmine della sua attività in Spagna, si credeva fondamentalmente che tutti coloro che morivano senza essere stati battezzati (anche se si erano avvicinati alla fede) sarebbero stati dannati, perciò i missionari sentivano che il proselitismo era loro dovere, anche in condizioni di estremo pericolo personale.
Sembra che il pericolo in Giappone sia stato localizzato e intermittente, in questo periodo; i capi guerrieri giapponesi locali erano assai indipendenti dal controllo centrale: il governo imperiale tradizionale del periodo medievale non fu ristabilito fino al 1868, e ciò significava che l'accoglienza dei missionari, come S. Francesco Saverio, variava. In alcune zone vi era il rischio di essere uccisi o cacciati, in altre potevano costruire chiese, ma esisteva sempre il rischio di uno scoppio di violenza improvviso contro l'influenza straniera. Durante uno dei periodi di persecuzione, Francesco Galvez fu costretto a far ritorno a Manila per una volta; i resoconti narrano che "si annerì" il viso per poter essere scambiato per giapponese e ritornare in Giappone. L'arrivo di un individuo con le caratteristiche simili a quelle di un nero africano, nel Giappone del primo xvii secolo, avrebbe ovviamente suscitato un immediato e forte sospetto.
Presumibilmente questo racconto risale ai giorni in cui pochissime persone in Europa avevano effettivamente visto i giapponesi, o sapevano che non assomigliavano agli africani; forse questo contribuisce a far capire quanto i primi missionari si avventurassero nell'ignoto: non avevano conoscenze riguardo i popoli, le religioni o culture orientali, solo la determinazione di salvare anime.
Francesco continuò il suo ministero con coraggio e fervore finché fu arrestato dalle autorità; nel 1614, quando il Giappone si staccò completamente dal resto del mondo, tutti i missionari furono espulsi, imbarcati su quattro navi che lasciarono Nagasaki a novembre di quell'anno, tre dirette a Macao e una a Manila. Tutti i conventi furono confiscati, le chiese distrutte o profanate, e cominciarono le ricerche di eventuali missionari nascosti; tuttavia i sacerdoti continuarono a svolgere il loro ministero segretamente, con l'appoggio leale e coraggioso dei cattolici giapponesi, perciò vi furono molti martiri.
Simone Yempo, un monaco buddista divenuto cattolico e catechista laico, fu arrestato insieme con Francesco Galvez, ed entrambi furono arsi sul rogo a Yeddo nel 1623; nello stesso anno, Girolamo de Angelis, monaco gesuita, fu martirizzato a Tokyo. I tre martiri furono beatificati nel 1867.
MARTIROLOGIO ROMANO. In località Edo in Giappone, beati martiri Francesco Gálvez, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, Girolamo de Angelis, sacerdote, e Simone Yempo, religioso, entrambi della Compagnia di Gesù, dati al rogo in odio alla fede.
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