Beato Alvaro da Cordova
Nome: Beato Alvaro da Cordova
Titolo: Domenicano
Nascita: 1350 circa, Zamora, Spagna
Morte: 1420 circa, Cordova, Spagna
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
22 settembre 1741, Roma, papa Benedetto XIV
Alvaro è una delle figure di spicco della riforma dell'ordine domenicano in Spagna. Come luogo di nascita vengono proposte, dalle diverse fonti, sia Lisbona che Cordova, dove egli trascorse gran parte della sua vita; la nuova versione del Martirologio Romano lo definisce «di Zamora» (nella Castiglia-León sul fiume Duero, a nord di Salamanca) ed è questa l'indicazione che anche qui seguiamo. Non si conosce neanche la data precisa della sua nascita, che va probabilmente collocata intorno al 1350. Riguardo alla data di morte si è incerti tra due possibilità: il 1420 (data confutata però da prove di una sua attività successiva) e intorno al 1430.
Entrato nel convento domenicano di Cordova nel 1368, si attirò grande fama predicando in Andalusia e in Italia. Qui deve aver incontrato Raimondo da Capua (t 1399; 5 ott.), che diventò il maggior ispiratore del suo programma di riforma.
Fu confessore e consigliere di Caterina (figlia di Giovanni di Gaunt) quando morì suo marito, il re Enrico II di Castiglia, e collaborò con lei nell'educazione del figlio (il futuro re Giovanni II). Alvaro riformò la vita di corte, ma dissensi politici lo costrinsero a lasciarla e a riprendere l'attività di predicatore. Il suo progetto di un ordine riformato che seguisse fedelmente la regola di S. Domenico prese gradualmente forma in una regione montana non lontana da Cordova, dove costruì il convento noto come Scala Coeli (Scala del cielo), che divenne un insigne centro di devozione e di erudizione.
Alvaro ebbe un ruolo determinante nell'impedire al casato di Castiglia di sostenere Pietro de Luna, candidato avignonese al papato. Costui infatti, con l'appoggio del re di Aragona, si era autoproclamato papa col nome di Benedetto XIII opponendosi frontalmente ai pretendenti romani (Bonifacio IX, Innocenzo VII e Gregorio XII) e lo scisma si risolse solo quando Benedetto XIII e Gregorio XII furono dichiarati scismatici dall'autoconvocato concilio di Pisa (1409). Alvaro continuò a predicare, catechizzare e insegnare fino in tarda età. Le sue pratiche ascetiche divennero più austere: si racconta che trascorresse la maggior parte delle notti in preghiera dopo essere andato per molti giorni a predicare e a mendicare (la sua comunità viveva esclusivamente di elemosine).
Un quadro conservato a Cordova lo raffigura inginocchiato davanti alla cappella della Madonna della Pietà all'interno del convento, con le spalle sanguinanti per la pratica della flagellazione, attorniato da angeli che tolgono i sassi dal suo cammino.
Fu anche costruttore di edicole raffiguranti scene della passione del Signore: questo fatto lo potrebbe legare all'origine in Occidente della devozione della Via Crucis ma essa in realtà si era già diffusa sulla scia dei pellegrinaggi a Gerusalemme, favoriti nel xiv secolo dalle indulgenze che vi erano connesse. Morì in età avanzata; il suo culto fu approvato nel 1741.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Córdova nell’Andalusia in Spagna, commemorazione del beato Alvaro, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, insigne per la predicazione e la contemplazione della Passione di Cristo.
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