Nome: Beato Lanfranco di Canterbury
Titolo: Vescovo
Nascita: 1005 circa, Pavia
Morte: 28 maggio 1089, Canterbury, Inghilterra
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
È singolare il fatto che il culto di Lanfranco, arcivescovo di Canterbury dal 1070 al 1089, non sembra aver avuto alcun sostegno da questa città, ma è fiorito ed è tuttora molto forte a Pavia, città in cui nacque, a Bayeux e a Le Bec-Hellouin (Normandia). Era italiano, non normanno, ma trascorse la maggior parte della sua vita in Normandia e in Inghilterra. Merita di essere ricordato come studioso, monaco e arcivescovo. In Inghilterra quest'ultimo aspetto è stato ben analizzato da Sir Frank Stenton e da altri: fu un ecclesiastico che lasciò tracce notevoli nella Chiesa d'Inghilterra, sia per aver ricostruito la cattedrale di Canterbury e riorganizzato il monastero e lo scriptorium, sia per aver garantito la condizione dei presbiteri feudali e aver trasferito i vescovadi in città fortificabili. Agi in armonia con Guglielmo I e Guglielmo II, operando in vista del bene della Chiesa e dello Stato.
Non è descritta altrettanto precisamente la vita che aveva condotto in precedenza. Dopo essere stato istruito a Pavia e altrove, lasciò l'Italia e si costruì la fama di maestro e studioso in Borgogna e in Normandia. Nel 1042 si fece monaco nel convento di Bec, fondato poco prima da Erluino, cavaliere normanno; nel 1045 ne divenne il priore. Elevò il livello del monastero facendone un centro di erudizione; grazie al suo talento amministrativo lo sviluppò anche sotto altri aspetti. In quel periodo si dedicò particolarmente ai Commentari alle Lettere di S. Paolo: alcune citazioni di questi scritti avrebbero raggiunto, attraverso Anselmo di Laon, una più vasta cerchia di lettori. Nel 1063 divenne abate di S. Stefano a Caen. In un primo momento aveva criticato il matrimonio di Guglielmo con Matilda, per il grado di parentela che li legava, ma alla fine venne affidata proprio a lui la negoziazione col papa perché le nozze fossero regolarizzate.
Poco prima che Alessandro II, d'accordo con Guglielmo I, lo designasse a Canterbury, Lanfranco scrisse il famoso trattato Sul corpo e il sangue del Signore, un documento eucaristico contro Berengario: la tesi principale sosteneva che le specie consacrate nell'eucarestia contengono il corpo invisibile di Cristo, identico a quello nato da Maria ma appunto celato sotto le specie del pane e del vino; egli era così una sorta di precursore della dottrina della transustanziazione. Successivamente scrisse le sue Costituzioni monastiche.
Anche come arcivescovo di Canterbury fu prima di tutto un monaco. Lo scrittore inglese Eadmer riportò un esempio della sua sensibilità e della sua premura verso un monaco inglese e sua madre in occasione di un'elemosina perduta; sapeva però essere severo, come nel caso dei monaci dell'abbazia di S. Agostino che si erano ribellati al loro nuovo priore e che egli disperse in altre case. Per un certo tempo mise in dubbio l'autenticità di alcuni santi anglosassoni, la cui santità si basava su poche prove: consultò il futuro
Sant'Anselmo (21 apr.) a proposito di Sant'Elfego (19 apr.), di cui si diceva fosse morto martire; Anselmo difese con forza questa tradizione. Il culto di San Dunstan (19 mag.) fu invece per un po' messo in ombra; in un'altra occasione Lanfranco ordinò che le reliquie degli «incerti santi» di Evesham fossero sottoposte, con il fuoco, a un'ordalia: emersero con successo da questa prova e furono oggetto di lunga venerazione. Probabilmente fu quest'atteggiamento verso i santi inglesi, insieme alla tendenza a nominare vescovi e abati normanni, a frenare lo sviluppo del suo culto a Canterbury. Oggi, comunque, la maggior parte degli storici approva pienamente la sua politica di riordinamento della Chiesa d'Inghilterra. L'ordine monastico, durante il suo episcopato, sperimentò un enorme incremento di vocazioni; contrariamente alle sue prime intenzioni, Lanfranco aumentò il numero delle cattedrali rette da monaci (in Inghilterra quelle di Rochester, Norwich, Durham e Coventry). Sopravvivono le sue lettere, che spaziano da una forbita lamentela rivolta al papa per la sua nomina a Canterbury, a lungimiranti trattazioni di situazioni problematiche riguardanti vescovi e monaci. In definitiva Lanfranco contribuì con efficacia al bene della Chiesa del suo tempo, fu apprezzato come insegnante e scrittore, e considerato un amministratore di alto livello, grazie soprattutto alla profonda conoscenza del diritto canonico e civile. Morì il 28 maggio 1089.
MARTIROLOGIO ROMANO.
A Canterbury in Inghilterra, beato Lanfranco, vescovo, che, monaco di Bec in Normandia, fondò una celebre scuola e disputò contro Berengario circa la presenza reale del corpo e del sangue di Cristo nel Sacramento eucaristico; eletto poi alla sede di Canterbury, si adoperò per la riforma della disciplina ecclesiastica in Inghilterra.