Beato Raimondo da Capua (delle Vigne)

Beato Raimondo da Capua (delle Vigne)
Nome: Beato Raimondo da Capua (delle Vigne)
Titolo: Domenicano
Nascita: 1330, Capua, Caserta
Morte: 1399, Norimberga, Germania
Ricorrenza: 5 ottobre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
1899, Roma, papa Leone XIII


Raimondo, nato a Capua nel 1330, discendeva dalla nobile famiglia dei Delle Vigne, alcuni esponenti della quale avevano rivestito la carica di ufficiali al servizio dell'imperatore. Mandato a studiare diritto all'università di Bologna ed entrato in seguito nei domenicani, fu nominato all'età di trentasette anni priore del convento di S. Maria sopra Minerva a Roma: fu successivamente lettore a S. Maria Novella a Firenze e nel 1374 a Siena. Qui incontrò la grande S. Caterina da Siena (29 apr.), la quale, mentre partecipava a una Messa da lui presieduta, udì una voce che le diceva: «Ecco il mio amato servitore; ecco colui al quale ti affiderò».

Diventato dunque suo direttore spirituale, da principio giudicò Caterina un soggetto difficile, ma, come la precedente edizione di quest'opera sottolinea, «fu cauto e saggio e non si lasciò intimorire dalla veemenza della santa né scoraggiare dalla sua singolarità; non riconobbe subito la missione di Caterina, ma ne riconobbe la bontà». Le permise di ricevere la comunione tutte le volte che desiderava e negli ultimi sei anni di vita della santa, che furono per molti versi anche i più significativi, la guidò e incoraggiò.

Cominciarono a lavorare insieme per soccorrere la popolazione di Siena colpita da un'epidemia di peste e Raimondo stesso, contagiato, fu sul punto di morire.

Guarito in seguito all'intercessione di Caterina, che per un'ora e mezzo rimase accanto al suo letto in preghiera, si convinse dei poteri miracolosi della santa e si dedicò interamente ad aiutarla nello svolgimento della sua missione. Furono spinti così fuori dei confini di Siena per allargare il loro interesse ai problemi della Chiesa universale.

Siccome tra i desideri di Caterina vi era quello di proclamare una nuova crociata contro i Turchi in Terra Santa, Raimondo predicò in molte occasioni a Pisa a questo riguardo, consegnando personalmente la famosa lettera della santa al pirata inglese John Hawkwood, in cui gli si chiedeva di appoggiare l'impresa. La loro opera a favore della crociata fu interrotta dalla rivolta di alcune città stato italiane contro il papa, che a quel tempo viveva ad Avignone in Francia. Caterina e Raimondo tentarono di fungere da pacieri e di convincere il papa a fare ritorno a Roma, ma l'importanza del loro intervento è stata forse ingrandita.

Nel 1378 con l'elezione dell'antipapa Clemente VII in opposizione a Urbano VI ebbe inizio il Grande Scisma d'Occidente. In un clima di diffusa confusione e di manovre nascoste da parte di principi e vescovi delle fazioni rivali, Raimondo fu inviato da Urbano a predicare contro Clemente in Francia, ma non riuscì neppure a entrare nel paese perché alla frontiera fu minacciato di morte dai soldati fedeli all'antipapa. Tornato in Italia, dovette affrontare i pungenti rimproveri di Caterina per la presunta mancanza di coraggio e poi si fermò a Genova, continuando a predicare contro Clemente e ad approfondire gli studi di teologia. Caterina morì poco dopo, nel 1380, non senza promettere che sarebbe rimasta a fianco di Raimondo in ogni pericolo. «Se verrà meno, io lo aiuterò a rialzarsi.» Raimondo, assunta la direzione del gruppo di persone che l'avevano seguita con grande fervore, per il resto della vita lavorò strenuamente alla realizzazione di quello che era stato il più grande desiderio della santa e cioè la fine dello scisma nella Chiesa.

Ma a Raimondo fu affidato anche un altro compito: al momento della morte di Caterina, fu eletto maestro generale della parte dell'Ordine domenicano che sosteneva Urbano. Consapevole che rientrava tra i suoi doveri il ripristino dell'antico fervore dell'ordine, in quel momento segnato dalle conseguenze della peste e dello scisma, ritenne opportuno concentrarsi sull'aspetto monastico della vita domenicana, stabilendo in diverse province conventi di stretta osservanza. Tali riforme non mancarono di suscitare polemiche in chi riteneva che potessero ridurre l'importanza degli studi a cui i frati attendevano nelle università o altrove, all'esterno comunque dei conventi, e che mirassero a trasformare i frati in monaci di clausura. A dispetto di ciò le riforme produssero molti frutti di santità e alcuni ritengono anzi Raimondo il secondo fondatore dei domenicani. Sicuramente influenzato dall'esempio di S. Caterina e di tutto ciò che ella, come terziaria, compì, si preoccupò anche di diffondere il Terz'ordine dei domenicani in tutte le parti del mondo a lui raggiungibili. Raimondo morì il 5 ottobre 1399 a Norimberga, dove si stava occupando della riforma dei domenicani di queste terre, dopo diciannove anni trascorsi alla guida dell'ordine come maestro generale. Fu beatificato nel 1899.

È opera sua una biografia di S. Agnese Segni e un'autorevole Vita di S. Caterina, criticata da alcuni storici moderni per aver esagerato l'influenza della santa, mentre un volume di altri suoi scritti e lettere, Opuscula et Litterae, fu pubblicato al tempo della beatificazione. Qualunque cosa si dica circa le riforme da lui introdotte, bisogna riconoscere che fu uomo di pace, desideroso di appianare le divisioni e di rinnovare la vita religiosa dell'Ordine domenicano.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Norimberga nella Baviera, in Germania, beato Raimondo delle Vigne, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, che fu prudente guida spirituale di santa Caterina da Siena, di cui scrisse anche una biografia.

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