Il Santuario di San Gerardo Maiella, situato a Caposele, sorge nel luogo in cui, secondo la tradizione, la Madonna apparve due volte a dei pastori nel Medioevo. L'apparizione avvenne su un sambuco, una pianta abbondante sulla collina, e ispirò la costruzione di una cappella su richiesta della Vergine stessa. Questa cappella divenne presto un importante centro di pellegrinaggio e, nel tempo, la chiesa è stata ricostruita e ampliata a causa dei frequenti terremoti che hanno colpito la zona.
Dedicata alla Madonna sotto il titolo di Mater Domini, la chiesa venne elevata a basilica minore da papa Pio XII. Già a partire dal 1505, i vescovi della diocesi di Conza, che esercitavano la giurisdizione sulla chiesa, riportarono un crescente numero di pellegrinaggi provenienti da tutta l’Irpinia, la Lucania e il Salernitano. L’affluenza era tale che papa Giulio II, con una bolla, concesse delle indulgenze al santuario, consolidandone l’importanza religiosa.
Nel 1748, la visita di Sant'Alfonso Maria de' Liguori portò alla costruzione di un collegio redentorista accanto alla cappella mariana. I Padri Redentoristi assunsero la custodia del santuario, che era precedentemente amministrato dal clero di Caposele. È qui che San Gerardo Maiella, nel 1755, morì e il suo culto si intrecciò a quello per la Mater Domini.
Ampliata e consacrata nel 1929 dall'Arcivescovo di Napoli, Cardinale Alessio Ascalesi, elevata a Basilica nel 1930 da Papa Pio XI e riaperta al culto il 30 aprile 2000, dopo un restauro. Presenta tre navate, un notevole altare maggiore e contiene nel presbiterio l'urna col corpo di S. Gerardo.
A seguito dell'aumento del numero di fedeli che si recavano a pregare sulla tomba del santo, fu costruita nel 1974 la Chiesa del Redentore, una struttura moderna alta oltre 46 metri e progettata per accogliere i pellegrini. Il santuario offre, oltre alle due chiese, spazi dedicati all'accoglienza dei visitatori, una sala per le confessioni, un teatro e altre sale in cui sono esposti oggetti appartenuti a San Gerardo e numerosi ex voto, segni di fede e gratitudine donati nel corso dei secoli.