La Chiesa dei Santi Luca e Martina è un capolavoro del barocco romano situato nel cuore del Foro Romano, adiacente all'Arco di Settimio Severo. Le sue origini risalgono al VII secolo, quando papa Onorio I commissionò la costruzione di una chiesa dedicata a Santa Martina, una martire cristiana del III secolo. Nel 1588, papa Sisto V affidò l'edificio all'Accademia di San Luca, l'associazione dei pittori, scultori e architetti di Roma, che aggiunse San Luca come co-titolare della chiesa.
Nel 1634, durante i lavori di restauro guidati da Pietro da Cortona, allora presidente dell'Accademia, furono scoperte le reliquie di Santa Martina. Questo evento suscitò grande entusiasmo e portò a un rinnovato impegno nella ricostruzione della chiesa. Pietro da Cortona progettò una struttura a croce greca, con una cupola centrale e una facciata convessa in travertino, considerata una delle sue opere più significative.
L'interno della chiesa è caratterizzato da un'armoniosa combinazione di pilastri e colonne ioniche, con una predominanza di stucchi bianchi che conferiscono un aspetto austero ed elegante. Nei pennacchi della cupola sono raffigurati i simboli dei quattro Evangelisti. La chiesa inferiore, dedicata a Santa Martina, è riccamente decorata con marmi policromi e ospita il monumento funebre di Pietro da Cortona.
La cripta della chiesa, situata al di sotto della struttura superiore, è un capolavoro del barocco romano progettato da Pietro da Cortona. Dedicata a Santa Martina, la cripta riprende la pianta a croce greca della chiesa sovrastante, arricchendola con due corridoi a crociera destinati alle sepolture. Al centro dell'incrocio dei bracci si trova un ambiente ottagonale, caratterizzato da una volta piatta suddivisa in sezioni da costoloni, che conferisce all'insieme un aspetto armonioso e solenne.
L'altare maggiore della cripta custodisce le reliquie di Santa Martina, rinvenute durante i lavori di scavo nel 1634. L'altare, realizzato su disegno di Pietro da Cortona, è un'opera di grande pregio artistico, con intagli in bronzo e intarsi di pietre preziose. I bassorilievi raffiguranti "Santa Martina davanti alla Madonna" sono opera di Cosimo Fancelli, su disegno dello stesso Cortona.
All'interno della cripta si trova anche il monumento funebre di Pietro da Cortona, eseguito da Luca Berrettini su disegno di Ciro Ferri, che rende omaggio all'architetto e pittore toscano. La cripta è ulteriormente arricchita da sculture di Alessandro Algardi, tra cui un gruppo in terracotta raffigurante i Santi Concordio, Epifanio e Compagno.
L'uso sapiente di marmi policromi, bronzi dorati e decorazioni scultoree conferisce alla cripta un'atmosfera intima e raccolta, in contrasto con la spazialità luminosa della chiesa superiore. Questo spazio sacro rappresenta una testimonianza significativa dell'arte barocca romana e del genio creativo di Pietro da Cortona.
Nel XX secolo, durante la realizzazione di via dell'Impero (oggi via dei Fori Imperiali), la chiesa fu l'unico edificio della zona a essere risparmiato dalle demolizioni, preservando così la sua integrità storica e architettonica.