Sant' Alessandro Sauli
Nome: Sant' Alessandro Sauli
Titolo: Vescovo
Nome di battesimo: Alessandro Sauli
Morte: 10 novembre 1592, Calosso d'Asti
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
23 aprile 1741, Roma, papa Benedetto XIV
Canonizzazione:
11 dicembre 1904, Roma, papa Pio X
Da Domenico Sauli e da Tommasina Spinola, ambedue nobili genovesi nacque, Alessandro il 15 febbraio del 1534 a Milano, dove i suoi genitori dimoravano a cagione degli alti impieghi che Domenico esercitava presso Francesco II Sforza, ultimo Duca di Milano. Fu Alessandro il secondo di tre figliuoli maschi nati da quel matrimonio, ed egli venne alla luce in quel medesimo anno in cui fu fondata la Congregazione dei Chierici Regolari, detti Barnabiti.
Fin dall'infanzia apparve prevenuto dalle più abbondanti benedizioni del Cielo. I suoi genitori lo diedero ad educare ad esperti maestri, sotto la guida dei quali fece rapidi progressi nelle lettere e nelle belle arti, ma più ancora nella pietà e nelle virtù. Aborrì di buon'ora i profani divertimenti del secolo.
Un giorno in una piazza una folla di popolani si accalcava intorno ad una compagnia di sguaiati commedianti, egli, trovandosi a passare di lì, irruppe nel circolo e, con un crocifisso inalberato nelle mani, fece un discorso così commovente che i commedianti si diedero alla fuga ed il popolo presente, compunto e commosso, si disperse colle lacrime agli occhi.
Non molto tempo dopo, si consacrò del tutto al servizio di Dio nella Congregazione dei Barnabiti, che egli scelse a preferenza di altre perchè vi fioriva un'esattissima osservanza regolare e perchè in essa avrebbe potuto ben coltivare le virtù dell'umiltà e della purità alle quali egli era in modo particolare affezionato. Ordinato sacerdote il 7 aprile 1556, celebrò la sua prima Messa con un fervore e una pietà straordinarie. Avvezzò il suo corpo alle fatiche col lavoro e colle veglie, dandosi con zelo al ministero della parola e della riconciliazione, e in questo assai gli giovò la singolare attitudine che egli aveva di commuovere e convertire i peccatori.
Continuò ad esercitare questo suo ministero anche quando fu eletto professore di filosofia e di teologia nell'Università di Pavia. Si videro delle comunità intere mettersi sotto la sua direzione, per imparare i mezzi onde giungere ,alla perfezione del loro stato. Invitato a predicare nel duomo di Milano, produsse, coi suoi discorsi, frutti meravigliosi. S. Carlo Borromeo ne fu commosso fino alle lacrime. Eletto superiore generale del suo Ordine, a soli 33 anni, tenne quest'alta carica con sì felice successo, che diede novello splendore alla sua congregazione. Ma Iddio non lo aveva destinato a vivere nel ritiro del chiostro: l'isola di Corsica era il campo in cui dovevano brillare le sue eminenti virtù. Quest'isola era stata convertita alla fede molto tempo prima per opera di missionari venuti da Roma.
Aleria è la principale diocesi di quell'isola: ma quando Alessandro Sauli vi fu mandato vescovo dal santo papa Pio V, non aveva più neppure l'apparenza di vigna del Signore: essa assomigliava ad incolta ed orrida selva piena di bronchi e di spine, ricovero solo di aspidi e di fiere. Distrutta già, da gran tempo l'antica città di Aleria non ne restava che qualche misero avanzo di muraglie diroccate. Le chiese della diocesi eran ridotte a sì misero stato, che sembravano piuttosto spelonche che luoghi destinati al culto di Dio. Ma assai più luttuoso era lo stato spirituale di quei diocesani.
Ogni sorta di vizi vi aveva gettato profonde radici: gli odi, le inimicizie invecchiate, gli omicidi, le superstizioni, gli adulteri, le dissolutezze più mostruose vi regnavano indisturbate. I sacerdoti e i parroci stessi, oltre ad essere ignoranti al punto che non pochi di essi non sapevano neppure le formule dei Sacramenti che amministravano, erano anche scandalosi e immersi nel lezzo dei vizi sensuali. S. Alessandro non si perdette di animo. Trovata nella borgata di Tallone una chiesa meno rovinata delle altre, qui si fermò. Vi prese in affitto una' vecchia torre abbandonata, la divise in tre piani, in ciascuno dei quali fece costruire anguste cellette e due di queste formavano tutto il suo appartamento, servendo le altre per i tre religiosi che aveva seco e per la poca gente che teneva per il necessario servizio. Quivi incominciò la sua opera che ha dell'incredibile. In 20 anni di ministero episcopale il Santo diede nuova vita a quella diocesi e la trasformò completamente lasciando un esempio incomparabile di ogni più eletta virtù apostolica e pastorale.
La venerazione in cui era tenuto il santo apostolo della Corsica indusse le città di Tortona e di Genova a domandarlo per loro pastore, ma egli non volle lasciare la sua sposa primiera, alla quale era teneramente affezionato ma accettò il vescovado di Pavia nel 1591, ciò fu solo per obbedire all'ordine categorico di papa Gregorio XIV. Non aveva ancora fissato la dimora nella sua nuova diocesi che già incominciava a farne la visita pastorale, tornando tutte le feste solenni a Pavia. Trovandosi a Calozzo nella contea d'Asti, il 2 di ottobre del 1592, cadde ammalato per un accesso di gotta con febbre assai gagliarda, la quale, mal curata dall'unico medico ignorante che ivi si trovava, crebbe al punto che in pochi giorni ridusse il Santo in fin di vita. Quando il Vescovo s'accorse che era vicino il termine dei suoi giorni, si preparò alla morte colla più grande devozione, ricevendo i Sacramenti e tutti i conforti della fede. Diede ai suoi familiari ottimi e salutari avvertimenti, ordinò che il suo corpo fosse seppellito nella cattedrale di Pavia, ma fuori del presbiterio e senza porvi sopra alcuna memoria. Tollerò la sua dolorosissima malattia con invitta pazienza, ringraziando il Signore perchè gli conservava integri e vegeti tutti i sentimenti e perchè lo faceva morire come si, conviene ad un vescovo, cioè nell'esercizio del suo pastorale ministero. Poi, colle mani composte in forma di croce, invocando i dolcissimi nomi di Gesù e di Maria placidamente si addormentò nel Signore il giorno 11 di ottobre 1592 all'età di 58 anni. Il suo cadavere fu trasportato a Pavia dove, fra le lacrime di ogni ordine di persone, gli furono fatte solenni esequie. Benedetto XIV lo dichiarò beato nel 1741. Pio X lo elevò agli onori degli altari l'11 dicembre 1904.
PREGHIERA. Meditiamo spesso le belle parole: tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto
MARTIROLOGIO ROMANO. A Calosso d'Asti in Piemonte, transito di sant'Alessandro Sauli, vescovo dapprima di Aleria in Corsica e poi di Pavia, che, membro della Congregazione dei Chierici regolari di San Paolo, diede sollievo ai poveri con mirabile carità.
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Domande Frequenti
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Quando si festeggia Sant' Alessandro Sauli?
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Quando nacque Sant' Alessandro Sauli?
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Dove nacque Sant' Alessandro Sauli?
Sant' Alessandro Sauli nacque a Milano
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Quando morì Sant' Alessandro Sauli?
Sant' Alessandro Sauli morì il 10 novembre 1592
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Dove morì Sant' Alessandro Sauli?
Sant' Alessandro Sauli morì a Calosso d'Asti
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Di quali comuni è patrono Sant' Alessandro Sauli?
Sant' Alessandro Sauli è patrono di Calosso
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