San Benedetto Biscop
Nome: San Benedetto Biscop
Titolo: Abate
Nascita: 628 circa, Northumbria, Inghilterra
Morte: 12 gennaio 689, Monkwearmouth, Inghilterra
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Benedetto nacque da una nobile famiglia della Northumbria. Le sue origini, in effetti, spinsero Beda il Venerabile (673-735, 25 mag.), che è la fonte più ricca di informazioni sulla sua vita, a paragonarlo al giovane ricco dei Vangeli, con la sola differenza che Benedetto lasciò veramente tutto per seguire Cristo. Il suo nome di nascita era, come ci insegna Eddi nella sua Vita di S. Vilfrido (12 ott., amico di Benedetto e di 6 anni più giovane), Biscop Baducing. Prestò servizio alla corte di Oswie, re dei Northumbri dal 641 al 670; costui, insieme al fratello e suo predecessore Oswald, era stato l'artefice della vittoria di Winwead del 654.
Nel 653, a venticinque anni, Biscop decise di farsi monaco. Compì un viaggio a Roma, con Vilfrido, per visitare le tombe degli apostoli, e decise di consacrarsi, dopo il suo ritorno, allo studio della Bibbia. Qualche tempo dopo, facendo ritorno da un secondo pellegrinaggio a Roma, in cui veniva accompagnato da Alcfrith, figlio di Oswie, fece sosta al grande monastero di Lérins, sull'isola ora intitolata a S. Onorato (16 gen.) al largo della costa francese. Qui ricevette la tonsura e assunse il nome religioso di Benedetto. Dopo avervi passato due anni, intraprese un terzo viaggio a Roma dove arrivò contemporaneamente Wighard, che era appena stato nominato arcivescovo di Canterbury, ma che sarebbe morto a Roma prima di venire consacrato.
Questo fatto avrebbe avuto conseguenze pesanti e durature sulla Chiesa d'Inghilterra; papa S. Vitaliano (65772, 27 gen.), dopo una lunga e sofferta decisione, nominò arcivescovo il greco Teodoro di Tarso (19 sett.), che arrivò a Canterbury nel 669; lo accompagnavano Benedetto e Adriano (9 gen.). Tra l'altro era stato quest'ultimo a proporre come arcivescovo Teodoro, anteponendo la sua alla propria candidatura. Durante il viaggio di ritorno trascorsero circa sei mesi nell'abbazia di jouarre, presso Agcibert, protettore di Vilfrido, o in altre abbazie legate a quella più importante di S. Colombano (23 nov.), a Luxeuil.
Teodoro nominò quindi Benedetto abate del monastero dei SS. Pietro e Paolo e poi, anteponendolo ad Adriano, gli assegnò l'incarico di abate del monastero di S. Agostino di Canterbury.
Tuttavia Benedetto decise di fondare ben presto una propria comunità monastica. Dopo due anni passati a Canterbury partì per la quarta volta per Roma, con l'obiettivo di compiere studi più approfonditi sulle regole e la pratica della vita monastica.
A questo scopo visitò e soggiornò in diciassette monasteri sparsi tra Roma e il resto d'Europa. Inizialmente prevedeva di stabilire il suo convento nel Wessex, avamposto benedettino in Inghilterra, ma poi tornò in Northumbria, dove re Egfrid gli aveva concesso un appezzamento di circa 3500 ettari alla foce del fiume Wear (da cui venne il nome Wearmouth, oggi Monkwearmouth, e ormai inglobata nella città di Sunderland).
Nel 674 vi fondò dunque un convento dedicato a S. Pietro e, mettendo a frutto l'esperienza e i contatti acquisiti durante il suo ultimo viaggio sul continente, chiamò muratori franchi per costruire una chiesa romanica, la prima in muratura di tutta l'Inghilterra settentrionale (anche il grande monastero di Lindisfarne era in legno). Sempre dalla Francia chiamò anche mastri vetrai, che fecero le vetrate e insegnarono agli artigiani del luogo un'arte a essi ancora sconosciuta. Infine arricchì il patrimonio del monastero con una biblioteca composta di libri acquistati a Roma e a Vienna.
Anche la regola del monastero era ispirata a quanto aveva trovato all'estero; probabilmente, però, l'esempio delle fondazioni da lui visitate in Gallia durante il viaggio di ritorno era stato più importante che gli studi di Roma. Secondo il racconto della sua morte fatto da Beda la sua ultima preoccupazione fu quella di assicurarsi che i suoi decreta continuassero a essere osservati e che fosse mantenuto il privilegio, concesso dal papa all'abbazia, di avere elezioni libere da interferenze esterne. Non disponiamo della regola, andata persa, che lui effettivamente scrisse, forse ricavandola da quelle dei vari monasteri in cui aveva soggiornato. Pare inoltre che una serie di suoi decreti fosse ispirata, seguendo l'esempio di Cassiano, alle vite e agli insegnamenti di santi fondatori di monasteri: è probabile che la sua fonte diretta fosse Vilfrido e che la regola contenesse estratti di S. Basilio (2 gen.), di S. Macario l'Anziano (19 gen.) e di altri, tra cui S. Benedetto (11 lug.). L'aver scelto questo nome, che durante il VII secolo era piuttosto inconsueto, sembra dimostrare tra l'altro l'influenza preponderante che questo santo ebbe su di lui.
Mentre a Wearmouth procedevano i lavori, Benedetto fece un quinto viaggio a Roma nel 679, dove papa S. Agatone (10 gen.), che stava fronteggiando l'eresia monotelita, lo consultò sullo stato dell'ortodossia in Inghilterra. Benedetto tornò in patria portando con sé altri libri, una serie di reliquie e di immagini sacre, ma soprattutto facendosi accompagnare da Giovanni, abate di S. Martino nonché primo cantore a S. Pietro. Egli insegnò ai monaci il canto, il rito romano e la scrittura in stile onciale, facendo di Wearmouth il monastero inglese all'avanguardia in questi campi, e mettendo per la prima volta l'Inghilterra in contatto con le opere migliori del Continente, come testimonia una delle opere maggiori del convento, il Codex Amiatinus, che è la più antica bibbia latina in volume unico a essere giunta fino a noi in forma completa.
Nel 682 Re Egfrid donò a Benedetto altri duemila ettari di terreno a Jarrow, una località che attualmente si trova circa sei miglia più a nord di Newcastle, lungo il fiume Tyne. Qui, con ventidue monaci, fondò un secondo monastero, dedicato a S. Paolo. Benedetto sovrintendeva a entrambe le fondazioni, considerate come un tutt'uno e i cui superiori erano, rispettivamente, Ceolfrido per Jarrow e Eosterwin (poi Sigfrido) per Wearmouth; realizzando un assetto resosi necessario in vista del suo ultimo viaggio a Roma, avvenuto nel 685. Al ritorno portò con sé altri libri e immagini sacre, tra cui rappresentazioni di scene del Nuovo Testamento, della B. Vergine, dei dodici apostoli e dell'Apocalisse di S. Giovanni, che vennero distribuite tra Jarrow e Wearmouth. Questi libri furono utili al lavoro di Beda. Nativo della zona che poi sarebbe appartenuta a Wearmouth, Beda si pose sotto la guida di Benedetto all'età di sette anni e passò tutta la sua vita nei monasteri di Wearmouth e Jarrow, dove scrisse la Storia Ecclesiastica degli angli.
Verso il 686 Benedetto venne colpito da una paralisi che, menomandolo gravemente, lo costrinse a passare la maggior parte dei suoi ultimi tre anni di vita a letto. T monaci gli rendevano visita alle ore canoniche, permettendogli così di unirsi alla liturgia cantata. Esortò i suoi confratelli a seguire la regola che aveva scritto per loro, regola che essi non dovevano considerare tanto come una sua personale disposizione ma piuttosto come il frutto dei viaggi che aveva compiuto per studiare gli altri monasteri di cui «ho conosciuto e scelto — diceva — le regole migliori da lasciare a voi». Precisò ancora che la scelta degli abati doveva essere fatta in base al merito e secondo la Regola di S. Benedetto, dunque non in virtù di legami di parentela. Morì il 12 gennaio del 689 e, avendo disposto che suo fratello non avrebbe potuto essere abate, il suo successore fu Coelfrido.
Un sermone di Beda ci dà la prova di un precoce culto di Benedetto Biscop: «Noi saremo suoi figli se, imitandolo, ci manterremo saldi lungo il sentiero delle sue virtù e se non ci distoglieremo dal percorso che egli ha tracciato». Sfruttando il tema del pellegrino, spesso mutuato dal coniando che Dio diede ad Abramo di abbandonare la sua casa, Beda aggiunge che Benedetto era rimasto un pellegrino in spirito: aveva lasciato la famiglia e si era conquistato la venerazione di compatrioti e non; aveva rinunciato alle sue ricchezze e aveva procurato patrimoni per i suoi monasteri e infine, non essendosi sposato, aveva fondato una ben più grande famiglia spirituale.
Il suo culto si diffuse ancora di più quando le sue reliquie vennero portate all'abbazia di Thorney. William di Malmesbury narra che la traslazione avvenne sotto il vescovo S. Etelwold di Winchester (1 ago.) alla fine del x secolo.
Si ritiene che anche l'abbazia di Glastonbury conservi alcune sue reliquie, la cui autenticità è però meno certa. La chiesa di S. Paolo a jarrow conserva ancora alcune delle vetrate da lui commissionate mentre si possono ancora visitare i resti dei due conventi.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Wearmouth in Northumbria, nell’odierna Inghilterra, san Benedetto Biscop, abate: venuto cinque volte in pellegrinaggio a Roma, riportò con sé in patria maestri e molti libri, affinché nella clausura del monastero i monaci radunati sotto la regola benedettina acquisissero dall’arricchimento intellettuale la carità perfetta di Cristo a vantaggio della Chiesa.
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