San Benigno di Digione
Nome: San Benigno di Digione
Titolo: Sacerdote e martire
Nascita: II secolo, Sconosciuto
Morte: II secolo, Digione, Francia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Secondo una tradizione, S. Benigno fu discepolo di S. Policarpo (23 feb.) a Smirne e fu martirizzato a Digione, durante il regno di Marco Aurelio (161-180). Un'altra tradizione, sottoscritta dallo stesso Butler, sostiene che era un missionario romano, che subì. il martirio vicino a Digione, «probabilmente durante il regno di Aureliano» (270-275).
È anche possibile che non sia stato un discepolo di S. Policarpo, bensì di un discepolo di quest'ultimo, S. Ireneo, vescovo di Lione (28 giu.), e che sia stato martirizzato a Epagny e non a Digione.
È certo che S. Benigno, sebbene la sua nazionalità sia incerta e a quanto pare si sappia poco di lui a livello locale, fu tradizionalmente ricordato per aver diffuso il Vangelo per tutta la Borgogna, e il suo culto si sviluppò e fiorì a Digione e nelle zone circostanti. S. Gregorio di Tours (17 nov.), scrivendo nel vi secolo, confermò che, al suo tempo, il popolo venerava Benigno, in una cappella particolare, che il suo stesso trisavolo, S. Gregorio, vescovo di Langres (4 gen.), credeva appartenesse a un pagano, finché fu avvertito in sogno, seguito poi da un miracolo, che in quel luogo era sepolto il martire S. Benigno.
L'esistenza e la storia di questa tomba rende interessante ciò che accadde quando il luogo di sepoltura di un martire, poiché in questo periodo è molto probabile si trattasse di un martire, divenne oggetto di culto. Pare che Benigno sia stato sepolto nel grande cimitero, fuori dalle mura della Digione galloromana, e il suo sepolcro fu ritrovato da Gregorio di Langres, che lo restaurò e vi fece costruire sopra una basilica; inoltre era abbastanza normale fondare un monastero nelle vicinanze.
L'edificio di Gregorio fu sostituito con una basilica romanica, che crollò nel 1272 e su cui si costruì l'attuale cattedrale. Nel frattempo era cresciuta una nuova città attorno alla cattedrale e la parte che si trovava al di fuori delle mura, nel periodo gallo-romano, divenne il centro della città.
Durante i lavori di restauro, Gregorio di Langres non sapeva nulla di particolare della vita e morte di Benigno, ma alla fine alcuni pellegrini di ritorno dall'Italia gli donarono una Passio Sancii Benigni, la cui attendibilità, sfortunatamente, è nulla: nella sua forma attuale sembra essere dello stesso periodo di Gregorio, difficilmente fu scritta a Roma ed è indubbiamente falsa.
Secondo la passio, S. Policarpo ebbe una visione di S. Ireneo (in cui era già defunto, nonostante in realtà sia morto cinquant'anni dopo Policarpo), che lo indusse a mandare due sacerdoti, Benigno e Andioco, e un diacono, Tirso, a predicare il Vangelo in Gallia; durante 1 viaggio, naufragarono vicino alla Corsica, dove S. Andoleo li raggiunse. Finalmente a Marsiglia, proseguirono per la Costa d'Oro, e ad Autun furono accolti in casa di un certo Fausto, il cui figlio, S. Sinforiano (22 ago.), fu battezzato da Benigno; quando i missionari si separarono, subito dopo, S. Benigno si recò prima a Langres e poi proseguì per Digione, dove predicò in modo appassionato e compì alcuni miracoli, ma poiché per i cristiani era tempo di persecuzione, fu denunciato all'imperatore Aureliano (che, in realtà, visitò la Gallia non prima che fosse passato un secolo dalla morte di S. Policarpo).
Subito dopo fu arrestato a Epagny, vicino a Digione, dove, dopo molti maltrattamenti cui replicò con nuovi miracoli, gli fu fracassata la testa con una sbarra di ferro e trafitto il cuore. Fu sepolto in una tomba, costruita in modo che sembrasse un monumento pagano, per ingannare i persecutori.
Così termina il racconto nella passio, che nel suo Fastes Episcopaux, mons. Duchesne pensa sia stata, in effetti, l'anello di congiunzione originario di una serie di opere religiose romanzesche, scritte nella prima metà del vi secolo per descrivere le origini delle chiese di Autun, Besanon, Langres e Valence, nella Francia orientale, ma che sono storicamente inattendibili; inoltre è messa in dubbio l'esistenza stessa di alcuni martiri attinenti a questi luoghi.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Digione nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Benigno, venerato come sacerdote e martire.
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