San Brizio di Tours
Nome: San Brizio di Tours
Titolo: Vescovo
Nascita: IV secolo, Turenne, Francia
Morte: V secolo, Tours, Francia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Le informazioni che abbiamo su S. Brizio (o Britius) derivano dalla Vita di S. Martino di Tours (12 nov.), scritta da Sulpicio Severo, oltre che dalle tradizioni popolari, in relazione a S. Gregorio di Tours (17 nov.).
Personalità difficile e volubile, nativo di Turenne, Brizio crebbe nel monastero di Marmoutier, sotto la guida di Martino, dove causò così tanti problemi, che l'abate continuò a tenerlo nella congregazione solo perché cacciandolo avrebbe rinunciato a questa difficile prova inviatagli dal Signore: «Se Cristo ha tollerato Giuda, sicuramente io posso sopportare Brizio».
Esiste una storia che racconta che, mentre era diacono, Brizio diffuse la notizia che Martino era pazzo, e quando quest'ultimo gli chiese di giustificarsi, il giovane negò di averlo mai detto; a quel punto Martino disse di avere sentito personalmente le calunnie, aggiungendo: «Ho pregato per te, sarai vescovo di Tours», e Brizio se ne andò mormorando di aver sempre pensato che il vescovo era pazzo. Sulpicio Severo ci racconta poi che Brizio credeva di essere un modello da seguire dato che era cresciuto a Marmoutier, al contrario di Martino che, come rimarcava Brizio con presunzione, era vissuto in un accampamento militare, era superstizioso ed era impazzito in vecchiaia. Improvvisamente, ad ogni modo, Brizio cambiò completamente atteggiamento e chiese a Martino il suo perdono, sempre facile da ottenere.
Leggendo tra le righe del racconto di Sulpicio, inevitabilmente favorevole a Martino, sembra che Brizio rappresentasse una minoranza, forse interna al monastero, ma sicuramente di Tours, che considerava Martino un estraneo e trovava difficile avere rapporti con lui.
Martino mori nel 397 e Brizio gli successe; il suo lungo episcopato fu tormentato da molti attentati intesi a rimuoverlo dalla sua posizione (talvolta giustificabili, altre volte no, ma sempre fallimentari). Nel 430 ca., i suoi nemici lo accusarono di avere una relazione sessuale con una donna della città e sembra che sia riuscito a discolparsi (secondo S. Gregorio di Tours, con uno stupefacente miracolo), ma il popolo lo cacciò dalla sua sede, spingendolo a recarsi a Roma per rivendicare la sua innocenza. Questo episodio gli lasciò delle profonde ferite e, dopo sette anni di esilio a Roma, alla fine il papa lo riabilitò.
Alla morte di Armenzio, che aveva amministrato la diocesi temporaneamente, Brizio fece ritorno a Tours e per i sette anni successivi, servi il popolo con un vero zelo apostolico, che fu interpretato come ammenda per gli errori del passato; alla sua morte nel 444 fu immediatamente venerato come santo.
Nel giro di venticinque anni la sua festa era celebrata a Tours e il culto si estese rapidamente in Inghilterra e in Italia, in particolare, a causa del suo stretto rapporto con S. Martino; divenne particolarmente famoso in Inghilterra e comparve fino al 1100 in tutti i calendari, oltre che in quello di Sarum.
Oggi, S. Brizio è conosciuto per il massacro del giorno di S. Brizio avvenuto il 13 novembre 1002, quando il re inglese, Etelredo lo Sconsigliato, ordinò il massacro di tutti i danesi che vivevano in Inghilterra, causando l'invasione guidata da Sven, re di Danimarca.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Brizio, vescovo, che, discepolo di san Martino, succedette al maestro e per quarantasette anni fece più volte fronte a varie avversità.
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