San Cadoc di Llancarfan
Nome: San Cadoc di Llancarfan
Titolo: Abate
Nascita: V secolo , Sconosciuto
Morte: Llancarfan, Galles
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Cadoc (Cadog, Catwg) fu uno dei santi gallesi più celebrati, ma sfortunatamente i primi racconti della sua vita, uno di Lifris, l'altro di Caradoco, entrambi monaci di Llancarfan, risalgono a oltre cinquecento anni dalla sua morte, e nonostante si basino in gran parte su leggende messe assieme in modo piuttosto azzardato, offrono una forte suggestione di quanto era rispettato Cadoc, anche se, di fatto, non sono interamente attendibili.
In conformità a questi racconti, Cadoc, nato verso la fine del v secolo, era figlio di S. Gundleo (Gwynllyw; 29 mar.), re del Galles meridionale e di S. Gwladys, e fu istruito a Caerwent nella scuola di un irlandese, S. Taddeo. Molto presto nella sua carriera, si suppone abbia fondato il monastero a Llancarfan, tra Cardiff e Llantwit Major, fatto messo in discussione da alcuni studiosi, che credono sia stato fondato da S. Dubricio (14 nov.). In ogni caso, si narra che trascorse tre anni a studiare in Irlanda, e poi, ansioso di imparare le sette arti liberali, che abbia continuato gli studi con un retore di nome Bachan, fuori Brecon. Si sostiene che la chiesa a lui dedicata nella vicina Llanspyddid sorga sulla terra donatagli dallo zio o dal nonno, S. Brichan, e dove sembra abbia allontanato una carestia scoprendo miracolosamente una provvista di frumento (probabilmente, infatti, il frumento era sempre stato in quel luogo, data l'usanza del tempo di conservare il grano nelle cantine). Alla fine ritornò a Llancarfan, che aveva attratto nel frattempo molti monaci per la sua fama di luogo santo e centro di studi. Il racconto di Caradoco che concerne i metodi d'insegnamento di Cadoc probabilmente offre maggiori dettagli sulle proprie usanze del mi secolo, tuttavia sembra che Cadoc abbia insegnato con l'esempio, oltre che con le parole. Diceva ai suoi discepoli (tra cui si dice ci sia stato S. Gildas, 29 gen.) di lavorare per guadagnarsi da vivere, ricordando loro costantemente che «chi non finirà il suo lavoro non mangerà». 11 monastero, infatti, provvedeva a sfamare cinquecento persone il giorno, e l'abate esercitava la sua autorità sui territori limitrofi. Durante la Quaresima, Cadoc si ritirava nella solitudine di Barry e Flatholm, o nell'attuale Cadoxton, vicino a Neath, ma ritornava sempre a Llancarfan in occasione della Pasqua. È certo che visitò la Bretagna, la Cornovaglia, e la Scozia, e che forse partecipò al sinodo di Llandewi Brefi.
Le circostanze della morte, descritta nelle varie versioni della Vita, sono assai sorprendenti: fu trasportato da una nuvola bianca fino a Benevento in Italia, dove divenne vescovo e fu martirizzato. La versione di Caradoco è meno drammatica: Cadoco si recò a Benevento in modo normale, dove morì in pace, e il popolo lo accompagnò alla tomba «con inni e canti e luci», anche se è più probabile che sia morto a Llansannor, a una certa distanza da Llancarfan. Gli studiosi moderni hanno suggerito che il popolo gallese aveva nascosto i suoi resti, e che la storia di Benevento era un tentativo dei conquistatori anglosassoni di Glamorgan di spiegare l'assenza di reliquie.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Llandcarfan nel Galles meridionale, san Cadóco, abate, sotto il cui nome furono fondati molti monasteri anche in Cornovaglia e in Bretagna.
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