S. Carlo, fulgida gloria della Chiesa, nacque ad Arona sul Lago Maggiore il giorno 2 ottobre 1538 dal conte Gilberto Borromeo e Margherita de' Medici nella stanza detta all'epoca "dei Tre Laghi" e oggi detta "di San Carlo" in suo onore. Venne battezzato poco dopo nella chiesa parrocchiale di Arona.
Dopo i primi studi, fu inviato all'Università di Pavia per il diritto; qui gli giunse notizia che un suo zio materno, il cardinal de' Medici, era stato fatto Papa col nome di Pio IV. Dobbiamo riconoscere che egli cedette alquanto alle consuetudini mondane del suo secolo; ma la morte del fratello Federico gli mostrò la vanità delle cose umane, ed egli docile alla voce di Dio riformò completamente se stesso e i suoi familiari, dandosi ad una vita austera e penitente.
Poco più che ventenne fu creato cardinal segretario del Papa ed in seguito fatto arcivescovo di Milano. Come segretario lavorò con zelo indefesso per il Concilio di Trento, e poi per la pratica attuazione dei decreti di quel concilio.
titolo S. Carlo assiste lo zio morente Pio IV
autore Raymond Balze anno 1856
Morto Pio IV, suo zio, S. Carlo lasciò Roma per recarsi alla sua sede arcivescovile allora ridotta in tale stato da scoraggiare qualsiasi tentativo di riforma; ma l'Arcivescovo non indietreggiò. Con prudenza e con fortezza si diede ad abbattere e poi a riedificare. Pubblicò subito i decreti del Concilio di Trento, praticandoli egli per primo: eliminò dal suo palazzo ogni pompa secolaresca e vendette quanto aveva di superfluo, dandone il ricavato ai poveri.
Sapeva che il mezzo migliore per riformare il popolo era quello di formare dei buoni sacerdoti, ed a questo scopo, seguendo le norme del concilio, fondò diversi seminari ed istituì la Congregazione degli Oblati.
Infiammato dal suo zelo apostolico percorse più volte la sua vasta archidiocesi per le visite pastorali. Sarebbe certo suggestivo poterlo seguire nei suoi innumerevoli viaggi a Roma, in Piemonte, a Trento, nella Svizzera e dovunque vi fosse del bene da compiere. Visitava i più celebri santuari che incontrava sul suo cammino, lasciando ovunque segni di grande pietà.
titolo S. Carlo Borromeo comunica un appestato
autore Carlo Saraceni anno 1618-19
Però dove maggiormente rifulsero la sua carità e il suo zelo, fu nella terribile peste scoppiata a Milano, mentre egli si trovava in visita pastorale nel 1572. Tutti i personaggi più distinti fuggivano terrorizzati: San Carlo invece, tornato prontamente in città, organizzò l'assistenza agli appestati, il soccorso ai poveri, l'aiuto ai moribondi, dappertutto era il primo, ovunque dava l'esempio. Per invocare poi l'aiuto divino, indisse processioni di penitenza, alle quali partecipò a piedi scalzi e prescrisse preghiere e digiuni. Alla peste seguì la più grave miseria, e il santo prelato, dopo aver dato quanto possedeva, vendette i mobili dell'arcivescovado, contraendo anche forti debiti.
Nell'ottobre 1584 si ritirò sul monte Varallo per un corso di esercizi spirituali. Ivi s'ammalò e trasportato a Milano spirò il giorno 3 novembre.
PRATICA.
Riconosciamo nei sacerdoti, e specialmente nei vescovi, il diritto di pascere le anime e condurre i popoli a Dio, e siamo docili alle loro direttive. PREGHIERA.
Custodisci, o Signore, la tua Chiesa colla continua protezione di S. Carlo, confessore e vescovo, sicchè, come la sollecitudine pastorale lo rese glorioso, così la sua intercessione ci renda sempre fervorosi nel tuo servizio. MARTIROLOGIO ROMANO.
Memoria di san Carlo Borromeo, vescovo, che, fatto cardinale da suo zio il papa Pio IV ed eletto vescovo di Milano, fu in questa sede vero pastore attento alle necessità della Chiesa del suo tempo: indisse sinodi e istituì seminari per provvedere alla formazione del clero, visitò più volte tutto il suo gregge per incoraggiare la crescita della vita cristiana ed emanò molti decreti in ordine alla salvezza delle anime. Passò alla patria celeste il giorno precedente a questo. ICONOGRAFIA
L’iconografia di san Carlo Borromeo è molto ricca e varia, gli elementi più comuni che lo caratterizzano sono:
L’abbigliamento vescovile o da cardinale, semplice o fastoso, o i paramenti liturgici, a seconda del contesto e del messaggio che si vuole trasmettere. Spesso indossa il rocchetto e la mozzetta, simboli della sua autorità e della sua umiltà .
titolo S. Carlo in orazione
autore Guercino anno 1613-14
Il libro, che tiene nella mano sinistra o sul tavolo, che rappresenta la sua cultura e la sua devozione alla Parola di Dio. Il libro può essere la Bibbia, il breviario, le opere dei Padri della Chiesa o le sue stesse opere.
titolo S. Carlo Borromeo
autore Orazio Borgianni anno 1610-16
Il gesto della benedizione, che fa con il braccio destro, che esprime la sua carità pastorale e la sua missione di guida spirituale. Il gesto può essere rivolto al popolo, ai malati, ai moribondi o ai santi.
titolo S. Carlo in gloria
autore Morazzone anno 1618
Il crocefisso, che tiene in mano o che ha davanti, che simboleggia la sua fede e la sua imitazione di Cristo. Il crocefisso può essere accompagnato da un teschio, che richiama la sua meditazione sulla morte e la sua ascesi.
titolo S. Carlo Borromeo
autore Agostino Ciampelli anno XVII sec.
titolo S. Carlo in abiti pontificali
autore Guglielmo Caccia detto il Moncalvo anno XVII sec.