San Cataldo è un Santo irlandese ma venerato a Taranto, dove si trova la sua tomba, in una ricchissima e bella cappella del Duomo, detta il « Capellone ». Sarebbe approdato sulla piana terra pugliese nella rada che si apre, sul lido adriatico, presso la città di Lecce, e che da allora s'intitola perciò a San Cataldo, ed è oggi celebre località balneare.
I Tarantini, orgogliosi sia del loro Cappellone, sia del loro San Cataldo, avrebbero desiderato considerarlo secondo Vescovo della loro città, se a questo desiderio non si fosse opposta una croce d'oro ritrovata nella tomba del Santo il
10 maggio dell'anno 1071, durante la ricostruzione della chiesa distrutta dai Saraceni.
Si tratta di una di quelle croci, dette benedizionali, che venivano infisse a un bastoncino e impugnate anticamente dai Vescovi con la sinistra, mentre con la mano destra benedicevano i fedeli.
crocetta in oro di San Cataldo
Sulla croce ritrovata nella tomba di Taranto era scritto: Cataldus Rachau, cioè Cataldo Vescovo di Rachau. Da un attento esame dell'incisione, gli studiosi hanno potuto stabilire che la scritta risale al VII secolo.
E' stato così possibile ricostruire la personalità di questo Santo, nato al principio del VII secolo in Irlanda. Allievo e poi maestro nel celebre monastero di Lismore, fondato da San Cartago, egli sarebbe poi giunto all'episcopato in modo insolito, cioè con la morte del Duca dei Desii, il quale lo aveva accusato di stregoneria, a causa dei suoi miracoli.
Dopo aver retto santamente il vescovado, Cataldo si sarebbe imbarcato, verso il 666, per un viaggio in Terrasanta. Sul Santo Sepolcro gli appare Gesù che gli chiede di andare a Taranto e di rievangelizzare la città diventata ormai di nuovo pagana:
“Cataldo, recati a Taranto, ove la fede predicata dal mio primo apostolo, Pietro, sta ora in pericolo di perdersi del tutto. Ti costituisco perciò Pastore di quei popoli che si trovano senza guida. Alle tue cure raccomando la chiesa tarantina: Vade Tarentum!
Approdato sulla costa salentina, si sarebbe recato quindi a Taranto, dove i cittadini lo vollero porre sulla cattedra vescovile vacante. Morto l'8 marzo 685, venne sepolto sotto l'impiantito della cattedrale dove il suo corpo
fu rinvenuto e chiaramente identificato nel 1071 quando
l’arcivescovo di Taranto, Drogone, ordinò che la chiesa demolita dai Saraceni durante la presa della città doveva essere ricostruita e mentre gli operai scavavano urtarono contro un sarcofago di marmo che subito emanò un dolce profumo. Viene ritrovato al suo interno un corpo, perfettamente conservato ed una croce pettorale su cui è inciso il nome “Cataldus”.
Della sua santità fecero fede innumerevoli miracoli, che diffusero prima in Puglia, poi in tutta Italia, la devozione per il Vescovo irlandese, al cui nome s'intitolarono cappelle e chiese, località e paesi, dalla costa del mare al crinale dei monti. Insieme alla sua fama, al suo culto e al suo nome, si diffusero anche i proverbi sul suo conto. Uno di questi, legato alla sua festa celebrata in maggio, dice:
« Quando è il giorno di San Cataldo, passa il freddo e viene il caldo ». Non comune, ma diffuso un po' dappertutto in Italia, il nome di Cataldo è frequente particolarmente in Puglia, e soprattutto nella città di Taranto, di cui è Patrono, da tempi remoti, l'unico Santo di nome Cataldo.
MARTIROLOGIO ROMANO.
Presso Taranto san Cataldo Vescovo, illustre per miracoli. PROVERBIO.
Il giorno di San Cataldo sparisce il freddo e arriva il caldo.