San Charbel Makhluf

San Charbel Makhluf
Nome: San Charbel Makhluf
Titolo: Sacerdote
Nome di battesimo: Youssef Antoun Makhluf
Nascita: 8 maggio 1828
Morte: 24 dicembre 1898
Ricorrenza: 24 luglio
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
5 dicembre 1965, Roma , papa Paolo VI
Canonizzazione:
9 ottobre 1977, Roma , papa Paolo VI


Yussef Makhlouf (Charbel è il suo nome da religioso) nacque in Libano nel 1828. Cresciuto in una famiglia cristiana aderente alla Chiesa maronita unita a Roma, frequentò la scuola imparando a leggere con i salmi e i testi liturgici in siriaco. A 14 anni già si ritirava a pregare in una grotta appena fuori del paese, oggi chiamata «la grotta del santo».

Seguendo l'esempio di due zii paterni, si fece monaco. Dopo gli anni di noviziato e di preparazione al sacerdozio, trascorse 15 anni nel monastero di Annaya, dedito alla preghiera e alla contemplazione. La fedeltà alla vita comune, l'ubbidienza, la carità verso i confratelli, il lavoro manuale e la disponibilità nel servizio agli ammalati contribuirono alla sua maturazione spirituale.

La fama di santità che l'accompagnava fin dagli anni giovanili crebbe a causa di due miracoli che operarono altrettanti guarigioni.

Proprio per sottrarsi al plauso della gente Charbel passò alla vita eremitica nel romitorio dei santi apostoli Pietro e Paolo. Qui inasprì ulteriormente il suo tenore di vita. Dormiva solo tre ore ogni notte. Passava il resto del tempo dedito alla preghiera liturgica, alla pietà personale, al lavoro manuale. Prendeva un unico pasto al giorno, la sua tonaca era logora e scolorita, sotto l'abito portava una cintura di pelo di capra.

In poche parole, un padre del deserto del secolo XIX, una voce di pace dal silenzio della preghiera e della contemplazione. Colpito da emiplagia durante la celebrazione della Messa, morì alla vigilia di Natale del 1898. Beatificato da Paolo VI durante il Vaticano II alla presenza dei padri conciliari, dallo stesso papa venne canonizzato nel 1977.

MARTIROLOGIO ROMANO. San Charbel (Giuseppe) Makhluf, sacerdote dell’Ordine Libanese Maronita, che, alla ricerca di una vita di austera solitudine e di una più alta perfezione, si ritirò dal cenobio di Annaya in Libano in un eremo, dove servì Dio giorno e notte in somma sobrietà di vita con digiuni e preghiere, giungendo il 24 dicembre a riposare nel Signore.

L'OLIO SANTO DI SAN CHARBEL

Una sera, durante la sua vita, San Charbel, tornando dai campi, chiese al responsabile della cucina un pò di olio per la sua lucerna al fine di pregare nella sua cella prima dell’ufficio notturno.

Il responsabile, per ubbidienza al Superiore che aveva chiesto ai monaci di non usare l’olio la sera dopo cena in segno di povertà, gli riempì la lucerna d’acqua al posto dell’olio, senza rendersi conto che, San Charbel, era all'oscuro della disposizione impartita dal Superiore in quanto si trovava al lavoro nei campi.

San Charbel, arrivato nella sua cella, accese la lucerna e iniziò la preghiera. Il superiore, vedendo la luce accesa nella camera del Santo, andò da lui e gli chiese: « Perché la tua lucerna è accesa? ». San Charbel rispose: « Perdonami per amore di Cristo », come è scritto nella Regola dei monaci. Il responsabile della cucina disse allora al Superiore: « La lucerna è piena d’acqua e non di olio! »

Il superiore versò a terra il contenuto della lucerna e vide che era acqua!!! Si inginocchiò davanti a San Charbel per chiedergli perdono.

Così l’olio di San Charbel è diventato una fonte di pace interiore e di guarigione fisica per tutti coloro che credono nella potenza di Dio tramite i suoi santi. L’olio che noi mandiamo a chi ne fa richiesta, è un flaconcino di olio benedetto dai monaci presso la tomba del Santo in Libano.

Olio e reliquia di San Charbel
titolo Olio e reliquia di San Charbel

La bottiglietta di olio viene messa dentro una bustina con un po' d’incenso, in segno di venerazione.

Tra i grani dell’incenso, si trova una « Reliquia–stoffa benedetta » si tratta di un pezzetto delle vesti liturgiche tenute sotto il corpo del Santo per anni e oggi distribuita come benedizione.

Sia con l’olio che con la reliqua, si può fare il segno della Croce sulla fronte, o su un punto del corpo dove si sente dolore; o ancora, mettendo una goccia dell’olio in un bicchiere di acqua o mescolato nel cibo per permettere alla benedizione di entrare materialmente all’interno del corpo.

APPROFONDIMENTO

1 Le stigmate: Durante la sua vita, San Charbel Makhlouf fu noto per i suoi fenomeni mistici, tra cui le stigmate invisibili. Si dice che abbia sperimentato dolori simili a quelli della Passione di Cristo.

2 Canonizzazione: Fu beatificato nel 1965 da Papa Paolo VI e canonizzato nel 1977. E uno dei santi più venerati della Chiesa Maronita e della Chiesa Cattolica in generale.

3 Devozione mondiale: La devozione a San Charbel si è diffusa oltre i confini pel suo paese natale, il Libano, con fedeli da tutto il mondo che lo pregano, specialmente per guarigioni fisiche e spirituali.

4 L'iconografia: È spesso raffigurato con una lunga barba cappuccio nero, tipico dei monaci maroniti. Quasi sempre tiene occhi chiusi e con se può essere raffigurato un libro, un crocefisso e una lambada a olio. Le immagini e le statue lo ritraggono in preghiera o in contemplazione, simbolo della sua vita di dedizione e sacrificio.

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