San Daniele
Nome: San Daniele
Titolo: Profeta
Nascita: 620 a.C. circa, Gerusalemme
Morte: 530 a.C. circa, Babilònia
Tipologia: Commemorazione
Dopo la conquista della sua patria, Daniele è portato a Babilonia dal re Nabucodonosor, insieme ai suoi compagni Anania, Misael e Azaria, e iniziato al servizio di corte. Daniele, ora detto Baltazzar, segue fedelmente le leggi mosaiche e ha il dono di interpretarc i sogni. Nabucodonosor assume al suo servizio Daniele e i suoi amici. Un sogno del sovrano, che egli ha dimenticato svegliandosi, e che quindi non può essere interpretato dai sapienti babilonesi, è raccontato e chiarito da Daniele. Il re in sogno ha passato in rassegna la storia del suo impero. La sapienza di Daniele convince Nabucodonosor: «11 vostro Dio è un Dio al di sopra di tutti gli dei, [...] in grado di rivelare misteri...».
Daniele rifiuta la carica di governatore che gli viene offerta e che è assunta dai suoi amici. Resta però alla corte del re. I nuovi governatori sono accusati da maghi gelosi per non aver adorato, come tutti i dignitari del regno, una statua d'oro eretta da Nabucodonosor. Sono condannati a morire nella fornace ardente. Le fiamme, che vengono ancor più attizzate, bruciano gli uomini incaricati di gettare i tre ragazzi nel fuoco, mentre ai «tre giovani nella fornace» appare un messaggero di Dio, che li salva.
In un periodo successivo è stato composto il "cantico dei tre fanciulli nella fornace", che è tramandato come aggiunta al libro di Daniele (Dn 3,5 1-90; nella traduzione di Lutero tra gli apocrifi dell'Antico Testamento). Ora Nabucodonosor rispetta ancor più la potenza divina, che protegge Daniele e i suoi amici. Per chi ne parla con disprezzo, la punizione è severissima: la sua casa dovrà essere trasformata in un mucchio di rovine. 11 destino personale del re è interpretato da Daniele dopo un nuovo sogno. In un banchetto allestito da Baldassar, infine, Daniele, interpretando il sogno di questo sovrano, predice la fine dell'impero babilonese.
Secondo le pagine dell'Antico Testamento, il modo Dario conquista Babilonia e nomina Daniele governatore della città. I suoi avversari cercano di coglierlo in fallo e convincono il re a emanare il seguente ordine: «Chi nei prossimi trenta giorni rivolgerà suppliche a qualcuno, dio o uomo, che non sia il re, dovrà essere gettato nella fossa dei leoni». Poiché Daniele prega Jahwe, si merita la punizione. Ma dopo un giorno nella fossa, Dario stesso gli fa visita di nascosto. Egli deve la salvezza a un angelo, che ha chiuso le fauci del leone. Ora tocca agli accusatori di Daniele essere gettati nella fossa. In un editto Dario ordina di onorare Dio in tutto il suo regno.
La seconda parte del libro di Daniele è un abbozzo del corso della storia, esposto da Daniele in forma di profezia, la prima apocalisse biblica. La visione più nota, nella quale quattro animali escono dal mare uno dopo l'altro, si riferisce alla concezione dell'apocalittica giudaica di una successione di quattro imperi pagani universali, Babilonia, Media, Persia e il regno greco dei Diadochi. All'ultima bestia della visione, un mostro a forma di drago, segue il regno messianico del «Figlio dell'uomo». Daniele sviene senza capire il senso della visione. Parlando del tempo finale si fa menzione anche — per la prima volta nella Bibbia — della risurrezione dei morti. Nella traduzione di Lutero sono accolti come testo apocrifo due capitoli deuterocanonici contenenti la storia di Susanna, un episodio sul dio Bel smascherato come divinità falsa da Daniele e infine una seconda storia di Daniele nella fossa dei leoni, nella quale il profeta Abacuc gli porta da mangiare.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Babilònia san Daniéle Profeta.
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