San Gallo
Nome: San Gallo
Titolo: Eremita a Bregenz
Nascita: 560 circa, Leinster, Irlanda
Morte: 640 circa, Arbon, Svizzera
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Gallo, o Gallech o Gilianus, nacque in Irlanda, molto probabilmente a Leinster, e divenne monaco nel celebre monastero di Bangor sotto la guida di S. Comgall (11 mag.) e di S. Colombano (23 nov.).
Il convento era famoso per l'erudizione dei suoi membri: secondo alcuni racconti Gallo fu ordinato prete lì e si dice che conoscesse bene la Sacra Scrittura, come pure poesia e grammatica.
Quando Colombano lasciò l'Irlanda nel 590 per compiere un viaggio missionario in Gallia, Gallo fu uno dei dodici monaci che lo accompagnarono, destinato a diventare il suo più famoso discepolo.
In Francia fondarono dapprima un monastero ad Annegray, quindi, due anni più tardi, a Luxeuil, alle falde dei Vosgi, introducendo in entrambi una regola molto rigida e numerose usanze facenti parte della Chiesa celtica.
Colombano e i suoi monaci furono scacciati dal territorio nel 610, forse per aver rimproverato la corte regale, e si sistemarono per un breve periodo a Bregenz sul lago di Costanza.
Nel 612, per il sorgere di ulteriori problemi, Colombano partì alla volta di Bobbio in Italia, ma Gallo non lo accompagnò, forse per una malattia; un racconto afferma che Colombano, non credendo alla sincerità di Gallo, gli vietò di celebrare Messa durante la sua assenza, e a questa ingiusta punizione Gallo, avendo fatto voto di obbedienza, si sottomise. Rimase in quella parte della Svevia (coincidente con l'odierna Svizzera), e si stabilì come eremita lungo il fiume Steinach.
In occasioni successive gli fu offerta una diocesi e fu eletto abate di un monastero, ma egli rifiutò entrambe le cariche, preferendo condurre una vita di solitudine con sporadiche missioni di predicazione.
Radunatisi intorno a lui un gruppo di discepoli, vivevano insieme secondo la Regola di S. Colombano, mentre la sua fama di santità cresceva rapidamente. Morì ad Arbon, dove si era recato per predicare, intorno all'anno 640.
Walafrido Strabone, che nel ix secolo scrisse una Vita di S. Gallo in due volumi (il secondo dei quali è dedicato ai miracoli avvenuti sulla sua tomba o in relazione con le sue reliquie), afferma che il santo era «pieno di senso pratico».
S. Gallo fu uno dei principali missionari del territorio svizzero (e qui si celebra la sua festa, come pure in Alsazia, in certe zone della Germania e in Irlanda) e il suo culto è antico.
Il suo reliquiario nell'abbazia sopravvisse fino alla Riforma e quando fu aperto si scoprì che le sue ossa erano molto grandi.
La fama personale del santo fu superata da quella dell'abbazia benedettina edificata sul luogo di uno dei suoi eremi lungo lo Steinach circa cent'anni dopo la morte del santo.
Questa, che porta il suo nome (come pure la città che si è sviluppata intorno a essa), divenne uno dei più importanti monasteri d'Europa, con una biblioteca e uno scrittorio straordinari e molto antichi. Fu chiusa nel 1805, ma la biblioteca, pressoché intatta, è tuttora collocata di fianco alla chiesa, che ora è una cattedrale.
Gallo è spesso raffigurato insieme a un orso: c'è infatti una leggenda secondo la quale il santo tolse una spina dalla zampa della bestia selvatica e questi, in segno di gratitudine, lo aiutò nel suo lavoro di costruzione trasportando dei ceppi per lui. Nelle rappresentazioni di solito veste l'abito benedettino, perché si suppone che sia stato lui il fondatore della celebre abbazia.
MARTIROLOGIO ROMANO. Presso Arbon nell’odierna Svizzera, san Gallo, sacerdote e monaco, che, accolto ancora fanciullo da san Colombano nel monastero di Bangor in Irlanda, propagò con dedizione il Vangelo in questa regione e insegnò ai suoi confratelli l’osservanza della regola, finché riposò quasi centenario nel Signore.
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