San Giacomo l'Interciso
Nome: San Giacomo l'Interciso
Titolo: Martire in Persia
Nascita: Beth Huzaye
Morte: IV secolo, Ctesifonte, Iraq
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Giacomo è la vittima più conosciuta della seconda grande persecuzione di Persia, che iniziò nel 420 ca.; secondo la passio, per la maggior parte chiaramente tratta dalla leggenda, era uno stretto alleato del re Yazdigerd I (399-420).
Quando quest'ultimo, provocato da un vescovo eccessivamente zelante chiamato Abdias, dichiarò guerra alla religione cristiana, Giacomo preferì fingere di rinnegare la sua fede piuttosto che perdere l'amicizia del re.
Questo addolorò molto la moglie e la madre, che, alla morte di Yazdigerd, gli scrissero per rimproverarlo e ammonirlo. Fortemente scosso dalla loro lettera, cominciò a pentirsi per ciò che aveva fatto: non si presentò più a corte, rinunciando ai suoi onori e biasimandosi pubblicamente.
Giacomo fu infine convocato dal nuovo re, Barham V, che lo accusò di ingratitudine e lo minacciò di una morte lenta.
Il tentativo di scuoterlo falli e fu condannato alla tortura che prevedeva lo stiramento dei muscoli e degli arti: Tntercisus significa "tagliato a pezzi".
Il popolo accorse in massa per assistere a questa nuova forma di esecuzione, mentre la minoranza cristiana pregava per la perseveranza di Giacomo.
Dopo aver nuovamente respinto i tentativi dei boia di persuaderlo a rinnegare la sua fede, Giacomo accettò con serenità la durissima prova per tutta la sua durata, finché uno dei boia finalmente lo decapitò.
L'evento è raffigurato in una miniatura nel menologio di Basilio II conservato nella Biblioteca Vaticana, e rappresentato in molte chiese, specialmente in Europa orientale.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Persia, san Giacomo, detto l’Interciso, martire, che, al tempo dell’imperatore Teodosio il Giovane, aveva rinnegato Cristo in ossequio al re Iasdigerd, ma, aspramente rimproverato da sua madre e dalla moglie, si pentì e professò coraggiosamente la sua fede cristiana davanti a Varam, figlio e successore del sovrano di Persia, che, adirato, pronunciò contro di lui la sentenza di morte ordinando che fosse tagliato a pezzi e infine decapitato.
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