San Giuliano di Toledo
Nome: San Giuliano di Toledo
Titolo: Vescovo
Nascita: 642 circa, Toledo, Spagna
Morte: 690, Toledo, Spagna
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
pre-canonizzazione
Nel 690, quando Giuliano, arcivescovo di Toledo, morì, era la persona più influente e importante di Spagna. Il re visigoto Wamba non era debole, ma era la monarchia in generale a essere assai fragile e ad avere necessità dell'aiuto della gerarchia ecclesiastica e in particolare dell'arcivescovo di Toledo, nella cui arcidiocesi si tenevano periodicamente importantissimi concili che riguardavano lo Stato e la Chiesa.
Giuliano era nato in quella città attorno al 642 e si pensa che, anche se i suoi genitori erano cristiani, egli avesse origini ebraiche. Secondo Felice, suo successore e biografo, Giuliano venne battezzato nella cattedrale di Toledo ed educato da Eugenio II, un altro importante prelato della città.
Da giovane, insieme a un amico di formazione simile alla sua, Gudila Levita, cercò di seguire una vita quasi monastica di ritiro e studio; ben presto però, consapevoli del bisogno che la Chiesa aveva di preti, i due abbandonarono la vita monastica e decisero di dedicarsi a quella ecclesiastica. Gudila morì molto presto, quando era ancora diacono, mentre Giuliano venne nominato da Wamba successore del vescovo Quirico e consacrato nel 680.
Felice lo definisce uomo saggio e devoto, molto istruito, generoso, disponibile e interessato ai membri più deboli della società. Era talmente gentile che non vi fu mai una persona bisognosa che si rivolse a lui senza ottenere aiuto. Presiedette quattro concili tra il 681 e il 686 e riuscì a ottenere i diritti primaziali per la sua sede. Il quattordicesimo concilio di Toledo emise la condanna dell'eresia monotelita (secondo la quale in Cristo vi sarebbe una sola volontà) che papa Benedetto II aveva chiesto e da qui si sviluppò una feconda corrispondenza tra la Santa Sedc e la Chiesa spagnola. Alcuni scrittori hanno accusato Giuliano di avere incoraggiato la persecuzione degli ebrei, ma in realtà fu solo cinque anni dopo la sua morte che venne promulgata una legge veramente crudele e scandalosa in conseguenza della quale tutti gli ebrei adulti dovevano essere venduti come schiavi e i loro figli affidati a famiglie cristiane.
Giuliano fu uno scrittore prolifico. Probabilmente non aveva più di trent'anni quando accompagnò Wamba nella campagna di Narbona contro il duca traditore Paolo. Nella biografia del re, una delle sue opere migliori, l'arcivescovo incluse un racconto di quella spedizione. Tra le sue opere sono annoverate una revisione della liturgia mozarabica — allora in uso in Spagna —, un libro contro gli ebrei e i tre libri della Prognostica, che parlano della morte, della condizione dell'anima dopo la morte, della resurrezione del corpo, dell'inferno e del paradiso. È un'opera sobria, redatta secondo le regole della logica e molto legata alle Scritture e alle opere dei Padri della Chiesa.
Rifugge ogni speculazione e si attiene strettamente entro i limiti imposti dalle sue fonti, ma è pervasa da una tale fede e convinzio-ne da apparire interessante ancora oggi. «La morte», dice S. Giu-liano, «non è buona di per sé, ma è buona per i buoni, visto che è la loro porta per la vita.»
L'amore e il desiderio di riunirsi a Dio sono sufficienti per far scomparire la nostra paura della morte: «Non importa quanto sia grande l'orrore della morte; per superarlo basta la forza dell'amore, di quell'amore ispirato all'imitazione di Lui, che ci ha amati al punto di sottoporsi alla morte per la nostra salvezza». Le opere di S. Giuliano furono molto popolari nel Medio Evo.
Il santo fu seppellito a Toledo, ma si crede che anche nella città di Oviedo siano conservate alcune sue reliquie. La sua festa è ricordata nei calendari mozarabici del x secolo.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Toledo in Spagna, san Giuliano, vescovo, che indisse tre concili in questa città, espose nei suoi scritti la retta dottrina e fu diligente modello di giustizia, carità e impegno per le anime.
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