San Giuseppe Maria Tomasi
Nome: San Giuseppe Maria Tomasi
Titolo: Cardinale, teatino
Nome di battesimo: Giuseppe Maria Tomasi
Morte: 1 gennaio 1713, Roma
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
29 dicembre 1803, Roma, papa Pio VII
Canonizzazione:
12 ottobre 1986, Roma, papa Giovanni Paolo II
Giuseppe Maria Tomasi nacque a Licata in Sicilia il 12 settembre 1649. Era figlio del duca di Palma e principe di Lampedusa e della moglie Maria: avevano già quattro figlie, tutte destinate a farsi suore benedettine nel convento di Palma di Montechíaro, fondato dal padre. Giuseppe, giovane ben educato e buon studioso di greco, si unì ai teatini in circostanze alquanto singolari: sua madre era già entrata in convento come oblata o terziaria, e suo padre decise di fare lo stesso, lasciando a Giuseppe tutta la sua proprietà, pronto però a riconoscere la vocazione del figlio.
Egli scelse i teatini in gran parte perché lo zio, don Carlo, era stato membro insigne dell'ordine. Entrò nel noviziato a Palermo nel 1664, ma fu subito trasferito a Palmi a causa della sua salute; si recò a Messina per studiare greco e poi a Roma e, ancora, presso le università di Ferrara e Modena.
La sua fama di studioso si diffuse presto, egli mostrò anche una notevole attitudine per la musica sacra. Si dice che la sorella Isabella (suor Maria Crocifissa), che gli rimase sempre vicina e fu per lui una continua fonte di incoraggiamento, avesse profetizzato che egli sarebbe diventato cardinale, aggiungendo, con la tipica sapienza popolare siciliana, che un cavallo è sempre un cavallo, per quanto raffinata sia la sua bardatura.
Fu ordinato prete nel 1673, e cantò le Messe di Natale in S. Silvestro, a Roma, città dove rimase trent'anni.
Le lettere alla sorella riferiscono di anni di prove e desolazione spirituale, e mostrano un'anima assai scrupolosa, anche se pare che egli abbia esercitato una rasserenante e salutare influenza su tutti coloro con cui entrava in rapporto.
Dedicò la sua vita alla preghiera e allo studio, concentrandosi particolarmente sullo studio della filosofia greca, delle Scritture (imparò l'ebraico da un rabbino che grazie a lui si fece cristiano) e del Breviario, giungendo a diventare un insigne esperto di liturgia. Pubblicò lo Speculum di S. Agostino, seguito dal Codices Sacramentorum (quattro antichi testi liturgici).
Fu scelto come confessore dal cardinale Albani, che con riluttanza accettò il papato (Clemente XI); Giuseppe gli aveva fatto presente che un rifiuto sarebbe stato un peccato mortale. Clemente "per vendetta" insistette nel nominare Tornasi cardinale, nonostante le sue proteste di indegnità.
Come cardinale continuò il suo semplice e austero stile di vita, che estese alle celebrazioni liturgiche della sua chiesa, durante le quali si cantava solo in gregoriano. Egli stesso si impegnò nell'insegnamento del catechismo dei bambini. La gente, specialmente i poveri, accorrevano a lui, e venne acclamato santo già durante la sua vita. La sua salute declinò: si mortificava, ma a chi glielo chiedeva consigliava una saggia moderazione.
Completamente assorto nell'amore di Dio, fu spesso visto in uno stato di estasi che lo rendeva ignaro di chi lo circondava. Nel Natale del 1712 era già estremamente debole, ma insistette per celebrare le tre Messe nella sua cappella privata. Due giorni dopo si mise a letto e morì, fortificato dal viatico, 1'1 gennaio 1713.
Le guarigioni, che si diceva avvenissero già in vita, al contatto con i suoi abiti, si moltiplicarono dopo la sua morte. Fu beatificato nel 1803 e canonizzato nel 1986 da papa Giovanni Paolo II.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma, san Giuseppe Maria Tomasi, sacerdote dell’Ordine dei Chierici regolari, detti Teatini, e cardinale: nell’ardente desiderio di rinnovare il culto divino, passò quasi tutta la sua vita a ricercare e pubblicare antichi testi e documenti della sacra Liturgia e si adoperò nel catechizzare i fanciulli.
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