San Lorenzo di Canterbury
Nome: San Lorenzo di Canterbury
Titolo: Vescovo
Morte: 2 febbraio 619, Canterbury, Inghilterra
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Lorenzo era uno dei monaci provenienti dal monastero di Sant'Andrea al Celio di Roma che accompagnarono S. Agostino di Canterbury (27 mag.) nella missione in Inghilterra.
Papa S. Gregorio Magno (3 set.) aveva deliberatamente scelto il Kent come centro per l'opera di evangelizzazione di quei luoghi: nel 589 (o forse prima) il re Etelberto del Kent aveva sposato la principessa merovingia Berta, donna cristiana che aveva portato il vescovo franco Liutardo alla corte di Etelberto a Canterbury, dove una basilica sepolcrale romana era stata trasformata in chiesa (dedicata a S. Martino di Tours, 11 nov.).
Tutto ciò favoriva la possibilità di una missione che facesse perno su Canterbury. Secondo la tradizione la regina Berta informò Gregorio che gli angli erano desiderosi di farsi cristiani ma che non c'era alcun vescovo che potesse guidare la conversione, cosicché, negli anni che precedettero la sua elezione, Gregorio pensò spesso di guidare la missione; una volta eletto papa, però, il progetto non fu più possibile e inoltre gli risultò difficile persuadere qualcuno a intraprendere un viaggio tanto pericoloso in quella terra lontana e pagana.
Agostino e gli altri che alla fine si lasciarono convincere partirono forniti di lettere di raccomandazione indirizzate a tutte le autorità ecclesiastiche e secolari che si trovavano lungo il percorso e nella primavera del 597 sbarcarono sull'isola di Thanet, nel regno del Kent. Tutto ciò che conosciamo di Lorenzo si ricava dai libri I e II della Storia ecclesiastica di Beda.
Agostino lo inviò a Roma per annunciare il successo della missione e per ricevere ulteriori istruzioni da Gregorio Magno ed egli, tornato in Inghilterra nel 601, portò con sé le risposte circa la possibile organizzazione della Chiesa di Canterbury. Etelberto si convertì venendo battezzato probabilmente nello stesso 601 e la missione si allargò nel Kent, anche se l'organizzazione proposta da Gregorio e i modi autoritari di Agostino ne impedirono l'estensione oltre il confini di questo regno.
Quando Agostino morì, intorno al 604, aveva già nominato Lorenzo come successore nella sede di Canterbury e questi consacrò «la chiesa dedicata ai SS. apostoli Pietro e Paolo perché vi potessero essere seppelliti i corpi di Agostino, di tutti i vescovi di Canterbury e dei re della Cantia».
Lorenzo proseguì inoltre la politica di consolidamento perseguita da Agostino tra gli anglosassoni del sud est dell'Inghilterra non riuscendo però, al pari del suo predecessore, a migliorare la collaborazione con i vescovi irlandesi e britanni che si trovavano nella parte occidentale del paese e che rimanevano attaccati a tradizioni insulari, rifiutando di accettare la data romana della Pasqua e altre misure comuni. Egli indirizzò ai primi (con Mellito, 24 apr. e Giusto, 10 nov.) una lettera che avrebbe trovato eco duraturo in Inghilterra nei secoli successivi: «Prima di comprendere la situazione effettiva, tenevamo in grande stima la pratica religiosa dei britanni e degli irlandesi [...] Conosciuti poi i britanni, abbiamo ritenuto che gli irlandesi sarebbero stati migliori. Ma adesso abbiamo capito [...] che gli irlandesi non superano i britanni nell'osservanza ecclesiastica».
Egli scrisse nello stesso tono ai vescovi britanni, «ma — sottolinea malinconicamente Beda — quale profitto abbia così ottenuto, lo sta a dimostrare l'attuale stato di cose».
Egli dovette quindi fronteggiare il peggioramento della situazione persino nel Kent. Alla morte di Etelberto, avvenuta nel 616, salì al trono il figlio Edbaldo che si rifiutò di abbracciare la fede cristiana accolta dal padre (del quale per di più sposò la vedova, attirandosi le ire di Lorenzo che giudicò l'unione incestuosa).
Due dei monaci che erano venuti con Lorenzo, Mellito e Giusto, fecero ritorno in Gallia, temendo la distruzione della Chiesa a Canterbury e preferendo «servire Dio là liberamente piuttosto che rimanere senza alcun frutto tra i barbari ribelli alla fede».
Lorenzo, pur avendo pensato di fare lo stesso, alla fine rimase e affrontò Edbaldo. Stando al racconto di Beda, che riporta una tradizione locale, il santo cambiò idea quando gli apparve in una visione molto concreta S. Pietro, dopo la quale poté mostrare ad Edbaldo i segni delle frustate che aveva ricevuto per la sua codardia: «Il servo di Cristo Lorenzo, fattosi giorno, andò subito dal re e, aperta la veste, gli fece vedere da quante ferite fosse stato lacerato».
Edbaldo, fortemente impressionato da una tale dimostrazione di potere sovrannaturale, si fece cristiano e permise la ripresa dello sviluppo della Chiesa nel Kent: anche Mellito e Giusto tornarono a ricoprire le loro cariche.
Lorenzo morì il 2 febbraio 619 e fu sepolto nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo (poi dedicata a S. Agostino) nel monastero di Canterbury, a fianco di Agostino.
La tomba fu aperta nel 1091 dall'abate Guido per traslare le reliquie del santo in un luogo più eminente e Goscelino, descrivendo la cerimonia, riferisce che dalla tomba uscì «un intenso profumo» che invase tutto il monastero.
Il sepolcro fu aperto di nuovo nel 1915 e un resoconto accurato di tutti i reperti è stato fatto dall'archeologo William St John Hope. L'antico culto di S. Lorenzo è attestato dal Messale irlandese di Stowe che fissa il giorno della sua festa al 3 febbraio, e tale data è rimasta invariata fino all'ultima edizione del Martirologio Romano, dove è stata spostata all'effettivo giorno della morte.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Canterbury in Inghilterra, san Lorenzo, vescovo, che dopo sant’Agostino governò questa Chiesa e l’accrebbe notevolmente convertendo alla fede il re Edbaldo.
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