San Lucio I
Nome: San Lucio I
Titolo: Papa
Nascita: Roma
Morte: 5 marzo 254, Roma
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Fu Pontefice dal 253-254; morì a Roma il 5 marzo 254. Dopo la morte di papa San Cornelio, morto in esilio nell'estate del 253, Lucio fu scelto al suo posto e fu consacrato Vescovo di Roma.
Non si sa quasi nulla della vita di questo Papa prima del suo pontificato. Secondo il libro Liber Pontificalis, era romano di nascita e suo padre si chiamava Porfido. Altre fonti altre, più attendibili, lo dicono toscano, nato a Lucca, figlio di Licinio. A Roma, fece parte del clero dell'Urbe sotto i Papi Fabiano e Cornelio.
La persecuzione della Chiesa sotto l'imperatore Gallo, proteggeva gli eretici Novaziani e osteggiava i cattolici. Anche Lucio fu mandato in esilio subito dopo la sua consacrazione, a Vescovo di Roma ma in breve tempo, presumibilmente quando Valeriano fu nominato imperatore, gli fu permesso di tornare al suo gregge.
Il Catalogo Feliciano, le cui informazioni si trovano nel Liber Pontificalis, ci informano dell'esilio di Lucio e del suo miracoloso ritorno: San Cipriano, scrisse una lettera (ora perduta),di congratulazioni a Lucio per la sua elevazione alla Santa Sede e per il suo esilio, inviò una seconda lettera di congratulazioni a lui e ai suoi compagni in esilio, così come a tutta la Chiesa romana (ep. LXI, ed. Hartel, II, 695 mq.).
La lettera inizia con: "Caro Fratello, di recente ti abbiamo offerto le nostre congratulazioni, quando Dio ti ha esaltato a governare la Sua Chiesa e ti ha concesso la doppia gloria di confessore e vescovo. Ancora una volta ci congratuliamo con voi, i vostri compagni e tutta la congregazione; con questo, a causa della protezione gentile e potente del nostro Dio, Egli ti ha ricondotto con lode e gloria a Sé stesso, affinché il gregge riceva il suo pastore. Il pilota barca e le persone a un regista che governa e mostrare loro apertamente che era il piano di Dio che ha permesso il tuo esilio, non per il vescovo in esilio è stato privato della sua Chiesa, ma piuttosto di tornare alla sua Chiesa con maggiore autorità”.
Sfortunatamente quest'augurio non sì avverò, e Lucio non fu martire. Morì pochi mesi dopo, nel marzo del 254, in un periodo di relativa tranquillità per la Chiesa.
Lucio fu sepolto in un vano della volta papale nelle catacombe di San Callisto. Nello scavo della volta, è stato trovato un grande frammento dell'epitaffio originale, che dà solo il nome del Papa in greco: LOUKIS.
La lastra è rotta proprio dietro la parola, quindi con ogni probabilità non c'era scritto nient'altro che il titolo EPISKOPOS (vescovo). Le reliquie del santo furono traslate da papa Paolo I (757-767) nella Chiesa di San Silvestro in Capite, poi da papa Pasquale I (817-824) nella Basilica di Santa Prassede. La sua testa attualmente è conservata in un reliquiario nella Cattedrale cattolica di Sant'Ansgar a Copenaghen, in Danimarca.
L'autore del "Liber Pontificalis" ha attribuito a San Lucio un decreto, secondo il quale due sacerdoti e tre diaconi devono sempre accompagnare il vescovo per essere testimoni della sua vita virtuosa. Tale misura doveva essere necessaria in determinate condizioni in un periodo successivo; ma all'epoca di Lucio questo era incredibile.
Questo presunto decreto portò una successiva falsificazione a inventare un altro decreto apocrifo attribuito a Lucio. La storia contenuta nel Liber Pontificalis secondo cui Lucio, morente, diede all'arcidiacono Stefano il potere sulla Chiesa cosa che accadrà tre secoli dopo a Felice III e Bonifacio II è inventata.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma sulla via Appia nel cimitero di Callisto, deposizione di san Lucio, papa, che, successore di san Cornelio, subì l’esilio per la fede in Cristo e, insigne testimone della fede, affrontò le difficoltà del suo tempo con moderazione e prudenza.
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