San Massimino di Treviri
Nome: San Massimino di Treviri
Titolo: Vescovo
Nascita: III secolo, Silly
Morte: 346 circa, Poitiers, Francia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Citato nel Martirologio geronimiano alla data del 29 maggio, il vescovo di Treviri è ricordato anche da Gregorio di Tours, che descrive alcuni miracoli avvenuti presso la sua tomba.
La prima biografia di Massimino è caratterizzata da amplificazioni di scarsa attendibilità storica (tra cui si ricorda la falsa notizia della deposizione di Eufrate di Colonia ad opera di Massimino nel corso di un sinodo del 346), e dall'utilizzo di noti topoi agiografici, quale, ad esempio, l'episodio dell'orso costretto a sostituire la bestia da soma divorata da quest'ultimo. Tale testo è stato redatto fra il 750 e il 760 da un anonimo monaco di Treviri, con la finalità di avvantaggiare la sua diocesi nei confronti di quella coloniese.
Intorno all'839, su richiesta del monaco Valdone di S. Massimino di Treviri, Lupo di Ferrières compose un nuovo testo agiografico, che non è se non una rielaborazione stilistica della precedente biografia. A queste due biografie vanno aggiunti una raccolta di miracoli compilata da Sigeardo, monaco di S. Massimino, verso il 962, e un Carmen edito dal Kraus nel secolo scorso. Secondo gli agiografi Massimino sarebbe stato originario dell'Aquitania, da dove si trasferì a Treviri, divenendo ben presto presbitero sotto la guida del vescovo Agrizio, al quale successe tra il 320 e il 330: Treviri era allora capitale dell'Impero d'Occidente. Nonostante l'atteggiamento favorevole di Costantino nei confronti della reazione antinicena, Massimino si schierò apertamente in difesa dell'ortodossia e accolse presso di sé il patriarca di Alessandria Atanasio, allontanato dalla sua sede dall'imperatore per volere del partito filoariano, e il patriarca costantinopolitano Paolo, scacciato per motivi analoghi. Alla morte di Costantino (337) Massimino riuscì ad esercitare un positivo influsso sul giovane figlio di lui, Costante, che, divenuto imperatore d'Occidente, parteggiò per la causa nicena. Dalle ulteriori, ma scarne testimonianze ci è noto che Massimino, pochi anni prima della sua morte, presumibilmente avvenuta intorno al 346, fu, unitamente a papa Giulio I e al vescovo di Cordova Orosio, tra i promotori del Concilio di Sardica (343).
Massimino viene generalmente raffigurato come un vescovo recante il libro e il pastorale spesso accompagnato dall'orso.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Tréviri il beato Massimino, Vescovo e Confessore, dal quale Sant'Atanàsio Vescovo, esule per la persecuzione degli Ariani, fu onorevolmente ricevuto.
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