Secondo una tradizione, il Vangelo fu annunciato per la prima volta in Armenia dagli apostoli Bartolomeo (24 ago.) e Giuda (28 ott.); qualunque sia la veridicità di questa notizia, l'Armenia fu cristianizzata da Gregorio l'Illuminatore (t ca. 330; 30 set.), il quale vi fondò stabilmente la Chiesa insieme al re Tiridate nel 310, undici anni prima chc Costantino facesse del cristianesimo la religione di stato dell'impero romano. La Chiesa venne organizzata da Narsete I il Parto (t ca. 373; 20 nov.), il cui figlio Isacco (t 438; 8 set.) ne confermò l'autonomia da quella della Cappadocia, costruì monasteri, eliminò i vescovi coniugati e pose le fondamenta di una letteratura in lingua armena; Mesrop fu il suo principale aiutante in quest'opera.
Egli era stato un funzionario statale: quando il territorio armeno venne spartito tra la Persia e l'impero d'Oriente, tra il 420 e il 430, decise di ritirarsi a vita solitaria e, ordinato sacerdote, intraprese lo studio del greco, del siriaco e del persiano. Sentiva tuttavia che la sua opera missionaria tra la popolazione armena era ostacolata dalla mancanza di una versione in lingua vernacolare della Bibbia e della liturgia, lacuna che lo costringeva a servirsi di testi in lingua siriaca. Non esistendo però un alfabeto della lingua corrente che gli permettesse di compiere la traduzione, cercò la collaborazione di S. Isacco e di un calligrafo greco di nome Rufino: adattò i caratteri minuscoli dell'alfabeto greco insieme a elementi provenienti da altre fonti e diede vita a un alfabeto formato da trentasei lettere, la cui introduzione fornì grande impulso allo sviluppo della letteratura nazionale. In alcuni anni fu ultimata la traduzione di tutta la Bibbia e si ritiene che Mesrop abbia curato quella del Nuovo Testamento e del libro dei Proverbi meritandosi a ragione di essere definito il fondatore della letteratura ecclesiastica armena. Oltre alla traduzione della Bibbia, Mesrop si dedicò a quella dei testi liturgici e patristici; si recò poi a predicare in Georgia e qui portò a termine un lavoro analogo con l'alfabeto georgiano. Dopo avervi fondato alcune scuole fece ritorno in Armenia e, incoraggiato da Isacco, ne istituì una propria per realizzare altre traduzioni dal greco e dal siriaco all'armeno.
Morì ultraottantenne nel febbraio del 441; nel 1962 la Chiesa armena ne ha celebrato il sedicesimo centenario dalla nascita.
MARTIROLOGIO ROMANO. In Armenia, san Mesrop, dottore degli Armeni: discepolo di san Narsete e scrivano nel palazzo reale, divenuto monaco, creò un alfabeto, perché il popolo potesse essere avviato alle sante Scritture, tradusse i due Testamenti e compose inni e altri cantici in lingua armena.
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