San Pafnuzio
Nome: San Pafnuzio
Titolo: Vescovo in Egitto
Nascita: III secolo , Sconosciuto
Morte: 350 circa, Sconosciuto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Un calendario almeno cita diversi S. Pafnuzio in questa data, e si è generalmente d'accordo che si tratti di individui differenti. Le fonti principali dei dettagli che riguardano questo santo sono la Storia Ecclesiastica di Rufino e I Martiri di Palestina di Eusebio, secondo cui Pafnuzio era un egiziano che trascorse alcuni anni nel deserto, guidato da S. Antonio (17 gen.), prima di essere nominato vescovo dell'Alta Tebaide. Durante la persecuzione di Massimino (308-313), come molti altri cristiani, fu mutilato di un occhio, reso storpio, e poi deportato nelle miniere e condannato ai lavori forzati. Al termine della persecuzione, tornò nella sua diocesi recando sul corpo i segni del martirio. Si distinse per la santità e per aver difeso incessantemente la fede ortodossa contro gli ariani, e poiché aveva continuato a professare la sua fede davanti ai persecutori, fu considerato una delle figure più importanti al concilio di Nicea del 325.
Alcuni studiosi mettono in dubbio l'autenticità del martirio, ma è ampiamente accettato che il suo contributo maggiore al concilio fu un intervento sul celibato ecclesiastico.
Molti vescovi volevano introdurre una regola generale affinché vescovi, presbiteri, diaconi e suddiaconi sposati lasciassero le mogli prima di essere ordinati. Pafnuzio si oppose fortemente alla mozione, affermando che l'antica norma che proibiva agli ecclesiastici di sposarsi dopo l'ordinazione era sufficiente.
Ricordò ai padri del concilio che il matrimonio è una forma particolare di castità, e chiese loro di non imporre agli ecclesiastici il fardello della separazione dalle loro mogli. Alla fine, riuscì a convincere il concilio e fino a oggi, nelle Chiese ortodosse, gli uomini sposati sono ammessi in tutti gli ordini sacri inferiori all'episcopato, potendo continuare a vivere con le mogli.
Pafnuzio rimase sempre in stretto contatto con altri vescovi ortodossi, in modo particolare con S. Atanasio, il grande vescovo di Alessandria (2 mag.), che accompagnò assieme ad altri vescovi egiziani, al concilio di Tiro nel 335. Al loro arrivo si accorsero rapidamente che la maggioranza dei partecipanti era dichiaratamente ariana. Pafnuzio era particolarmente interessato a incontrare Massimo, vescovo di Gerusalemme, che aveva subito come lui la recente persecuzione, e sedette tra loro.
Gentilmente prese Massimo da parte e gli disse che vedere un uomo che ancora portava i segni delle sofferenze sopportate in difesa della fede, guidato da uomini che negavano uno dei dogmi centrali di quella fede, era più di quanto potesse sopportare. Massimo fu così commosso dal suo appello che si sedette tra i sostenitori di Atanasio, cui restò fedele.
Nessuno conosce la data precisa della morte di Pafnuzio, si presume sia il 350 circa, e non vi erano prove di un culto, né in Oriente né in Occidente, finché Baronio lo introdusse nel Martirologio Romano nel XVI secolo.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Pafnuzio, vescovo in Egitto: fu uno di quei confessori della fede, condannati alle miniere sotto l’imperatore Galerio Massimino, dopo che fu loro cavato l’occhio destro e tagliato il tendine del piede sinistro; prese in seguito parte al Concilio di Nicea, dove lottò strenuamente per la fede cattolica contro gli ariani.
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