San Pascasio Radberto
Nome: San Pascasio Radberto
Titolo: Abate di Corbie
Nascita: 792 circa, Soissons, Francia
Morte: 26 aprile 865, Corbie, Francia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Radberto era un trovatello adottato dalle benedettine di None-Dame a Soissons (Francia). Educato dai benedettini di S, Pietro, sviluppò un interesse particolare per gli autori classici. Dopo molti anni decise di diventare monaco e ricevette l'abito presso il famoso monastero di Corbie, poche miglia a est di Arniens, che aveva una delle migliori biblioteche dell'epoca.
Qui Radberto cominciò a studiare teologia e pose le basi per diventare un teologo fra i più rinomati del suo tempo. Nell'anno 822 accompagnò l'abate S. Adelardo (2 gen.) in un viaggio in Sassonia che aveva l'obiettivo di fondare un nuovo monastero a Korvey, poi fu nominato maestro dei novizi a Corbie.
Fu eletto abate nell'anno 843 o 844 e partecipò al concilio di Parigi dell'847; considerando però l'amministrazione a lui poco congeniale, fu felice di dimettersi dall'incarico nell'849. Da allora si dedicò completamente allo studio e alla Scrittura.
A un certo punto aggiunse il nome latino Pascasio al proprio, secondo l'abitudine in uso in Francia tra gli umanisti. Trascorse alcuni anni nell'abbazia di Saint-Riquier vicino ad Abbeville nel nord della Francia per poi tornare a Corbie, dove morì il 26 aprile 865. Tra le sue opere si annoverano una Vita di Adelardo, che era stato suo abate a Corbie, un commento al libro di Qoelet e un commento al Vangelo di S. Matteo.
Si attribuisce a lui una lettera, Cogitis me, che rappresenta un importante documento sulla dottrina dell'Assunzione. La scrisse apertamente sotto lo pseudonimo di S. Girolamo (30 set.) ma autori più tardi la ascrissero a Girolamo stesso.
L'opera più importante di Radberto, De Corpore et Sanguine Domini, riguardo all'eucarestia, fu scritta nell'831, e rivista nell'844, per l'istruzione dei monaci in Sassonia. Questo fu il primo vero trattato sulla "Presenza Reale" eucaristica: Radbcrl o sostenne nettamente che il corpo di Cristo nell'eucarestia era proprio quello nato da Maria, crocifisso sulla croce e risorto dai morti, moltiplicato dalla potenza di Dio a ogni Messa.
Ne descrive la presenza come "spirituale", ma mancava di un linguaggio teologico tecnico per definire ciò che intendeva con tali parole; sembra essersi avvicinate alla dottrina più tarda della transustanziazione. Il realismo eccessivo del suo insegnamento fu condannato da alcuni contemporanei e, nella controversia che ne derivò, Radberto dovette difendersi dall'accusa di pensare che Cristo fosse presente nell'ostia in maniera fisica, benché in dimensioni ridotte.
Non pensava, sostenne, a una presenza che potesse essere quantificata, ma pur sempre alla presenza reale del corpo di Cristo. Insegnò anche che ricevendo l'ostia i fedeli diventavano parte del corpo mistico di Cristo, la Chiesa.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Corbie sempre in Neustria, san Pascasio Radberto, abate, che espose con lucidità e chiarezza la dottrina del vero Corpo e Sangue del Signore nel mistero dell’Eucaristia.
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