San Sila
Nome: San Sila
Titolo: Discepolo degli Apostoli
Nascita: I secolo , Sconosciuto
Morte: I secolo, Sconosciuto
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Sila è citato nel Nuovo Testamento, dove si parla di lui per la prima volta, in particolare negli Atti degli Apostoli, quando è scelto assieme a Giuda chiamato Barsabba «uomini tenuti in grande considerazione tra i fratelli» (At 15, 22) per portare una lettera degli apostoli e degli anziani radunati a Gerusalemme ai gentili di Antiochia, Siria e Cilicia, e per riferire «anch'essi queste stesse cose a voce» (At 15, 27). Al loro arrivo ad Antiochia, Giuda e Sila «essendo anch'essi profeti, parlarono molto per incoraggiare i fratelli e li fortificarono» (At 15, 32). Vi trascorsero un po' di tempo e poi ritornarono a Gerusalemme. Per S. Luca (18 ott.), autore degli Atti, Gerusalemme aveva una parte importante nel piano della salvezza: l'evangelizzazione doveva partire dalla Città Santa. In questo contesto l'impiego di Sila, un giudeo, per portare l'insegnamento degli apostoli al mondo dei gentili ad Antiochia, con buoni risultati, ben si adattava allo schema teologico generale di Luca, che lo ritrae come «un cristiano giudeo con una buona posizione nella direzione della Chiesa di Gerusalemme [...] un rappresentante approvato [...] aperto alla missione presso i gentili [...] ed efficace in una Chiesa di gentili» (Kaye).
Successivamente, quando Paolo discusse con Barnaba, e portarono avanti missioni separate, Paolo scelse Sila come compagno in Siria e Cilicia (cfr. At 15, 40); entrambi furono imprigionati a Filippi, accusati di aver causato disordine in città, e flagellati, ma durante la notte furono liberati miracolosamente. È evidente da questa narrazione che Sila, come Paolo, era un cittadino romano (At 16, 19-40), pertanto avrebbe dovuto essere loro risparmiata la flagellazione. All'arrivo del gruppo a Berea ci furono altri problemi, e Paolo partì segretamente per Atene, con l'ordine per Sila e Timoteo di raggiungerlo al più presto (cfr. At 17, 10-15); poi si incontrarono di nuovo a Corinto (cfr. At 18, 4). Fu da Corinto che Paolo scrisse entrambe le sue lettere ai Tessalonicesi, in cui fa riferimento a Sila con il suo nome romano, Silvano (1 Ts 1, 1; 2 Ts 1, 1; e cfr. 2 Cor 1, 19). Il nome Sila potrebbe essere una forma familiare di Silvano, ma è più probabile che sia un nome giudeo distinto. Anche S. Pietro usa il nome romano quando scrive Silvano, «fratello fedele», (1 Pt 5, 12), anche se forse qui Pietro si rivolge a un'altra persona. Nel complesso, Sila fu uno dei primi importanti missionari cristiani, tenuto in gran considerazione da S. Pietro e da S. Paolo. Secondo la tradizione, Sila morì in Macedonia; alcune Chiese orientali lo festeggiano il 26 novembre o il 30 giugno, e affermano che fu vescovo di Corinto. Alcuni Padri hanno fatto distinzione tra Sila e Silvano, e sostengono che il primo era vescovo di Corinto e il secondo di Tessalonica.
MARTIROLOGIO ROMANO. Commemorazione di san Sila, che, destinato dagli Apostoli alle Chiese dei gentili insieme ai santi Paolo e Barnaba, pervaso della grazia di Dio, svolse senza sosta il suo ministero.
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