Santo Alesso fu figliuolo d'un nobilissimo uomo di Roma, il quale aveva nome Eufemiano, ed era il maggiore che visse nella corte dello Imperatore; Eufemiano uomo di tanta di tanta ricchezza e di tanta magnificenza, che continuamente aveva a suo servizio tremila donzelli, i quali vestivano di vestimenta di seta e cintole d'oro. Ed era costui tanto misericordioso al contrario dei poveri, che ogni dì nella sua abitazione aveva tre mense di poveri pellegrini, d'orfani e di vedove.
Alessio era nato quando Eufemiano e sua moglie, Egle, erano già vecchi; era cresciuto virtuosamente e, giunto in età adatta, aveva rifiutato per moglie una nobile e ricca fanciulla. La vigilia delle nozze, però, si legge ancora,
« si tolse dalle sue stanze e partì andando occultamente al mare ».
Giunse per mare a Edessa, in Asia Minore, dove si fece povero volontario.
« Ciò che aveva portato con se lo diede ai poveri e vestendosi di umili panni, si stava cogli altri poveri sotto il portico della chiesa della Vergine Maria a ricevere la limosina; e della limosina che riceveva, quella che era a lui di necessità, prendeva per sé, e il resto lo dava ai poveri bisognosi ».
Il padre lo fece ricercare invano, dai suoi tremila servitori, alcuni dei quali giunsero anche a Edessa, lo videro, ma non lo riconobbero. Pianto ormai per morto, Alessio restò a Edessa per diciotto anni; poi riprese il mare e tornò a Roma. Per andare fino in fondo sulla via dell'umiliazione, si presentò alla casa paterna, fingendosi un povero pellegrino. Fu accolto con la consueta generosità, e ospitato in un sottoscala del palazzo. Vi restò, ignoto a tutti, altri diciassette anni.
Sentendosi prossimo alla morte, versò su un foglio la propria confessione e aspettò, steso sotto la scala, il momento del trapasso. Quel giorno nella città, si udì una voce dal cielo dire: «
Cercate l'uomo di Dio, che preghi per la città di Roma! ». «
Cercate nel monte Aventino, in casa di Eufemiano ».
Eufemiamo cercò, e con lui cercò l'Imperatore, detto Arcadio Onorio, e con loro cercò il Papa, Innocenzo. Non trovarono nessuno, finché si ricordarono del pellegrino nel sottoscala. Era morto, «
e la sua faccia risplendeva a modo d'un angiolo. Dal foglio di carta che egli stringeva sul petto, venne conosciuta la verità, e cioè che il pellegrino sconosciuto a tutti era proprio Sant'Alessio, scomparso alla vigilia delle nozze e vissuto di elemosine nella casa del proprio padre ».
MARTIROLOGIO ROMANO.
A Roma sant'Aléssio Confessore, figlio del Senatore Eufemiàno. Egli, nella prima notte delle nozze, partito di casa lasciando intatta la sposa, e, dopo lunga peregrinazione, tornato a Roma, con nuova arte deludendo il mondo, rimase incognito per diciassette anni nella casa patema, alloggiatovi come povero; ma dopo la morte, riconosciuto per una voce che si udì nelle chiese di Roma e per un suo scritto, al tempo del Papa Innocènzo primo, fu con sommo onore trasferito alla chiesa di san Bonifacio, dove rifulse per molti. miracoli.
ICONOGRAFIA
Sant'Alessio è quasi sempre raffigurato in età piuttosto giovane nel momento della sua morte o qualche istante prima in stato di estasi, gli attributi più importanti sono la croce, segno della sua devozione verso il Signore, un foglietto con scritta la sua confessione. È rappresentato adagiato su una stuoia come nel capolavoro di Luca Giordano, noto artista napoletano, dove sono presenti anche degli angeli spesso simbolo della salita in cielo. Evidenti sono gli attributi da mendicante come bastone, il mantello e il cappello.
titolo S. Alessio in estasi
autore Luca Giordano anno XVIII sec.
Bellissima anche la tela del grande maestro toscano Pietro da Cortona, raffigurante Sant'Alessio sempre nel momento della morte. Ubicata nella Chiesa dei Girolamini a Napoli la l'opera riproduce la scena con colori caldi ed intensi e una pennellata vibrante che le dona un intimo senso di movimento.
titolo Sant'Alessio morente
autore Pietro da Cortona anno 1638 ca.
Particolare è invece la tela di Pedro Núñez del Valle, pittore spagnolo dell'era barocca, dove raffigura Sant'Alessio sotto una scala di legno dove appunto il mendicante sarebbe rimasto per svariati anni.
titolo Morte di S. Alessio
autore Pedro Núñez del Valle anno XVII sec
Nell'opera di José Juárez, Sant'Alessio, è rappresentato su un piedistallo, conferendogli un carattere scultoreo. Ai lati del santo si possono osservare diversi oggetti che alludono alla vita mondana piena di ricchezze, simboleggiata da una spada, monete, gioielli e altri strumenti sontuosi, che il santo rifiutò durante la sua esistenza. Lo sfondo della composizione è dominato da una straordinaria architettura che permette di dividere lo spazio interno dall'esterno; in entrambi l'artista ha mostrato, attraverso un susseguirsi di piani, le diverse scene che narrano la vita del santo. A sinistra alcuni cittadini accorsi a testimoniare la morte di Sant'Alessio. A destra il santo morto con la lettera tra le dita tese e rigide, che poteva essere ritirata quando il Sommo Pontefice gli diede la benedizione e gli aprì miracolosamente la mano, liberando il foglio e rivelando la sua identità. In questo palazzo fu poi costruita una chiesa in onore di Sant'Alessio. Questo grande dipinto fu oggetto della devozione dei Gesuiti, poiché Alessio era considerato un modello di vita dedicato alla castità. È ubicato nella Casa Profesa accanto al dipinto dei Santi Giusto e Pastore, anch'esso realizzato dal pennello di José Juárez. Quest'opera è entrata nel MUNAL dalla Pinacoteca Virreinal de San Diego nell'anno 2000.
titolo Sant'Alessio
autore José Juárez anno 1653