Novena a Sant'Alessandro di Bergamo
periodo:
dal 17 al 25 agosto
I. Fu pur grande la vostra fede, o glorioso Sant'Alessandro, allorquando sebben elevato al rango di primo fra i capitani della legione Tebea, ed ammirato ed amato anche dagli stessi gentili, vi dichiaraste disposto a soffrire qualunque privazione o qualunque tormento anzi che aderire ai comandi dello spietato Massimiano che voleva rendervi adoratore di falsi Dei. Deh! impetrate a noi tutti la grazia di viver sempre cristianamente anche fra la gente non santa, o d’esser sempre disposti a tollerare qualunque male, anzi che mancare al dovere di soldati fedeli di Gesù Cristo.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
II. Fu pur mirabile il vostro zelo, o glorioso s. Alessandro, allorquando, sfuggito per divino volere alla decimazione ed alla strage di tutta la vostra legione o rinchiuso per ordine del tiranno nella carcere Zebedea in Milano, insieme ai vostri compagni Cassio, Severino, Secondo e Lucino, con la generosità della vostra sofferenza, o con la soavità dei vostri discorsi sapeste guadagnare alla fede il carceriere Silano e i suoi amici Xanto e Carpoforo, indi obbediente alle insinuazioni del zelantissimo vescovo s. Materno, sapeste togliervi alle mani dei vostri persecutori per portare ad altre terre la cognizione dell’evangelica fede. Deh! impetrate a noi tutti la grazia di soffrire sempre con rassegnazione qualunque terrena disavventura, e di adoperarci sempre nel miglior modo per la salute dei nostri fratelli.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
III. Fu pur grande il poter dei miracoli a voi accordato, o glorioso s. Alessandro, allorquando incontrando un defunto che veniva portato alla tomba, lo richiamaste con breve preghiera a nuova vita, minacciato dell’estremo supplizio se non vi piegavate ai comandi di Massimiano che giunse ad avervi nuovamente fra le sue mani, rovesciaste d’un colpo l’infame altare a cui veniste condotto per gli idolatri di sacrifici, poi condannato definitivamente alla morte, vedeste irrigidite le braccia del littore Marziano che s’accingeva a apiccarvi il capo dal busto, finalmente, sottratto di nuovo alla carcere dei vostri persecutori, e incamminandovi alle torre d’Orobia per rendervi sempre più gloriosa la vostra fede, tragittaste a piedi asciutti quell’Adda che si opponeva al vostro passaggio. Deh! impetrate a noi tutti la grazia di non diffidar giammai della protezione di Dio, e di mettere anzi nella sua provvidenza tutta la nostra fiducia in qualsiasi bisogno di nostra vita.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
IV. Fu pur grande la vostra costanza, o glorioso s. Alessandro, allorquando, raggiunto di nuovo dai satelliti dell’empio Massimiano, legato, ingiuriato, percosso o trascinato barbaramente all’ara di una falsa deità per obbligarvi a sacrileghi sacrifici nell’atto che riconoscente e divota tutta la Borgomense cristianità vi venerava e vi amava come un angolo dal cielo spedito alla sua particolare santificazione, riceveste con tanta intrepidezza l’estremo colpo da riguardarlo come un dono particolare, o ringraziarne pubblicamente il Signore; deh! impetrate a noi tutti la grazia di non sgomentarci giammai fra le terreno persecuzioni, o di perseverare anche a costo dì qualsivoglia tormento nel santo divino servizio.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
V. Fu pur singolare la vostra sorte, o glorioso sant’Alessandro, poichè, non appena spargeste il sangue per la confessione della fede, che la vostra discepola santa Grata si recò a fortuna ed a gloria di poter raccogliere il vostro capo e personalmente portarlo avvolto in drappo prezioso nella signorile sua casa, indi, unito al vostro corpo, depositarlo nel ricco avello per lei medesima preparato e cosi mostrare col proprio esempio l’onore speciale a voi dovuto non solo per le tante virtù praticate in tempo di vita, ma ancor dei tanti miracoli da voi operati dopo la morte, e dei quali fanno ancora luminosa testimonianza i tanti magnifici templi a vostro onore innalzati. Deh! per tanti meriti che voi adunaste appresso Dio, o per la riconoscenza che vi professarono costantemente tutti quanti i veri fedeli, ottenete a noi tutti la grazia di onorar sempre come si meritano così i giusti di questa terra, siccome i Santi del paradiso, ond’essere un giorno partecipi dei loro meriti o delle loro eterne ricompenso.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.