Sant' Amando di Maastricht
Nome: Sant' Amando di Maastricht
Titolo: Vescovo
Nascita: 584 circa , Nantes
Morte: 679 circa, Elnon
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Amando è una grande figura missionaria della Gallia merovingia e dei Paesi Bassi ed è noto come "l'apostolo delle Fiandre". Le testimonianze contemporanee sulla sua vita sono scarse; essa è invece presentata da Vite illustrate dell'xi e del xii secolo, che determinarono nel Medio Evo lo sviluppo di un importante culto del santo.
Il suo testamento si conserva in una forma sostanzialmente originale, mentre la Vita Amandi, attribuita al suo discepolo Baudemondo di Elnon, è stata ampliata e rielaborata a metà del IX secolo dal monaco-poeta Milone, responsabile dello scrittorio di Elnon e membro del gruppo di scrittori carolingi incaricati di diffondere le Vite e di autenticare il culto dei personaggi celebri della storia franca. Fu tuttavia la versione di Baudemondo a fornire la base per le Vite dell'xi e del XII secolo, di recente oggetto di un pregnante studio da parte di Barbara Abou ElHaj.
Nato nel distretto Poitou dell'Aquitania intorno al 584, a vent'anni Amando si ritirò in un piccolo monastero sull'isola di Yeu, a nord ovest di La Rochelle. Trasferitosi quindi a Tours, dopo aver resistito alle pressioni del padre che voleva riportarlo a casa, fu li ordinato. Spostatosi quindi a oriente verso Bourges, trascorse circa quindici anni in una cella annessa alla cattedrale sotto la direzione del vescovo S. Austregisilo (20 mag.). Si recò poi in pellegrinaggio a Roma e al suo ritorno in Francia fu consacrato vescovo senza sede fissa, con l'incarico generico di predicare la fede cristiana alle popolazioni pagane. Queste si estendevano fino alle regioni corrispondenti alle attuali Fiandre e alla Francia settentrionale e fu in quell'area che Amando diresse i propri sforzi apostolici.
Il re Dagoberto I (t 639) aveva inizialmente sostenuto la missione di Amando, ma quando costui senza esitazione lo rimproverò per la vita dissoluta da lui condotta, lo bandì dal regno. Alla nascita del figlio Sigeberto, però, il re cambiò opinione e desiderando che Sigeberto fosse battezzato dall'uomo più santo del paese — che era chiaramente Amando — lo fece richiamare, cosicché fu il santo a battezzare il ragazzo con gran pompa e cerimonia a Orléans. Succeduto poi sul trono al padre, Sigeberto viene venerato come santo (1 feb.).
Amando poté continuare la sua missione, fondando monasteri a Elnon, presso Tournai (ora Saint-Amand-les-Eaux), in un'area concessa da Dagoberto, che divenne il suo quartier generale, e a Gand, dove si deve a lui la fondazione di S. Pietro (probabilmente non quella di S. Bavone). A Elnon fece edificare due chiese all'intemo della proprietà monastica, una dedicata a S. Pietro e l'altra a S. Andrea. Inoltre, insieme alla B. Itta, moglie di Pipino di Landen, e alla loro figlia S. Gertrude di Nivelles (17 mar at. t) r, bfondò a la_ monastero femminile di Nivelles. Gli possono essere tre tre o quattro fondazioni per monache e per questo è ricono sciuto come padre del monachesimo belga e principale evangelizzatore del paese.
Alcuni studiosi sostengono che fu nominato vescovo di Maastricht nel 646, incarico da cui si sarebbe dimesso molti anni dopo, ma questo pare dubbio e potrebbe piuttosto essere frutto di quella tendenza dell'agiografia medievale ad associare i trasferimenti abbaziali con quelli episcopali.
Amando trascorreva la maggior parte del tempo dedicandosi alle sue missioni e operando a partire da centri monastici: egli appartiene a «un significativo gruppo di persone che E...] appoggiate da re come Dagoberto, avevano il compito di fondare monasteri, che avrebbero poi retto come abati, al fine di estendere e stabilizzare le zone di frontiera e di aumentare la terra coltivabile, strumenti utili ai franchi per estendere il territorio del loro regno» (Abou ElHai). Trascorse gli ultimi quattro anni della sua vita come abate di Elnon.
Nella Vita più antica vi sono pochi dettagli riguardanti la morte di Amando; al tempo in cui Milone scriveva, era noto che la cappella di San Pietro all'interno del monastero era presto diventata troppo piccola per il culto e che sedici anni dopo la morte il corpo dcl santo era stato traslato in una nuova chiesa a lui consacrata. Milone sosteneva inoltre che questa cerimonia era stata presieduta da S. Eligio (1 clic.), il celebre fabbro, che in realtà morsi parecchi anni prima di Amando. Nel xii secolo si diceva che egli fosse morto davanti all'altare della Vergine nella chiesa di Sant'Andrea e che fosse stato seppellito in quella di San Pietro. Ncll'882 e nell'883 razziatori norvegesi saccheggiarono l'abbazia; il corpo di Amando fu messo al sicuro in una cripta carolingia a Elnon, e questa fu l'unica parte dell'edificio che sfuggì, nel 1066, a un violento incendio.
In quell'occasione il corpo dcl santo fu condotto in processione attraverso il paese al fine di raccogliere fondi per la ricostruzione dell'abbazia e lungo il percorso pare si siano verificati dei miracoli.
Nel 1088 l'abbazia era già stata ricostruita e iniziavano a essere diffusi i primi racconti illustrati della vita di Amando, risalenti appunto al periodo 1066-1088. Il suo culto si diffuse rapidamente nelle Fiandre e in Piccardia, raggiungendo l'Inghilterra per mezzo di persone, come S. Dunstan (19 mag.), che si recarono in visita ai monasteri di Elnon e di Gand. La rilevanza per Elnon del possesso delle reliquie del santo spiega forse l'aggiunta nel suo testamento di un passaggio in cui si lancia una maledizione contro chiunque le rimuova da lì. Amando è generalmente riconosciuto come una delle figure di maggior spicco dell'età merovingia.
La Legenda aurea afferma che egli «fornì un forte esempio di gentilezza e santità»; nel xix secolo Baring-Gould lo definì «l'insigne apostolo delle Fiandre», che amò il suo popolo, si oppose alla crudeltà pagana e rimproverò senza timore il re Dagoberto. Ma noi conosciamo (li lui molto meno di quanto l'estensione del suo culto potrebbe far pensare.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Elnon sempre in Francia, deposizione di sant’Amando, vescovo di Maastricht, che annunciò la parola di Dio a molte province e popoli fino agli Slavi, chiudendo poi la sua vita mortale in un monastero da lui stesso costruito.
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