Questo Santo è chiamato, a ragione, il primo degli Scolastici, ossia quei filosofi che ripresero lo studio della vera e sana filosofia del grande Aristotile, cristianizzandola.
Anselmo nacque ad Aosta, un tempo cittadina del Piemonte, nell'anno 1033, da Gandolfo e Ermemberga, nobili e ricchi signori. Il padre, uomo d'affari, poco si curò dell'educazione del figlio, anzi conosciuta la sua vocazione la ostacolò. La madre invece, donna di soda pietà, conscia dell'alta sua missione, già con il latte materne instillò nel figlio quella pietà che in modo straordinarie doveva poi onorare il nostro Santo.
Quindicenne deliberò di abbandonare il mondo, tanto gli apparve brutto, e decise di consacrarsi al servizio del Signore. Però la volontà contraria del padre e la repentina perdita della madre lo distolsero dal suo proposito.
Così duramente provato,
Anselmo s'abbandonò per un po' di tempo al malevolo influsso del mondo: il suo spirito si raffreddò, il mondo gli apparve bello ed affascinante ed il suo cuore inesperto gli si attaccò.
Il Signore però l'attendeva, e ben presto lo ritrasse da sì fatale china, servendosi dello stesso suo padre. Incominciò questi a trattare il figlio così severamente, da costringerlo ad abbandonare la casa e cercare in terra straniera un migliore avvenire.
Riparò in Francia ove Dio lo chiamava. Per tre anni andò ramingo senza casa e senza scopo alcuno, ed infine l'amore allo studio lo spinse ad entrare come discepolo nel monastero del Bec in Normandia, ove insegnava il celebre
Lanfranco di Pavia.
Quivi Anselmo trovò grande diletto nello studio; il suo cuore delicato che non reggeva ai maltrattamenti paterni, trovò nel suo maestro un nuovo padre che teneramente l'amava e conobbe l'oggetto che veramente doveva amare:
il Divin Maestro. Allora ritornarono presto nell'anima sua i giovanili propositi e i santi desideri di perfezione: sicchè decise risolutamente d'abbandonare il mondo.
Entrò nell'Ordine Benedettino e vestì l'abito religioso. « Si vide in lui, scrive il P. Rosa, novizio e giovane professo, l'asceta austero, e il fratello dolce e affabile che si rende caro a tutti; nel priore, il lavoratore indefesso e il provveditore instancabile, custode rigido della disciplina religiosa; nell'abate, il consigliere e il padre autorevole non meno che amabile coi suoi figli; ed inoltre maestro, filosofo e mistico, scrittore e predicatore, promotore e riformatore della vita religiosa ». È ammirabile la fortezza di quest'uomo: ebbe tanto a soffrire, sia da parte dei confratelli più anziani, sia da parte del re inglese il quale giunse ad esiliano: ma e questi e quelli egli ricambiò con atti di squisita carità.
titolo Anselmo costretto quasi a forza ad accettare il bastone pastorale, simbolo della carica di vescovo, da Guglielmo II d'Inghilterra gravemente malato
Dopo alcuni anni d'esilio, fu richiamato alla sua sede primaziale di Cantorbery, ove santamente rese l'anima al Signore che generosamente aveva servito, il 21 aprile 1109.
I suoi scritti gli meritarono dalla S. Chiesa il titolo di Dottore.
PRATICA.
Formiamo la nostra mentalità cattolica sopra la dottrina vera che è quella della Chiesa, leggendo i periodici, i giornali, i libri da lei approvati e non permettendoci mai di leggere stampa cattiva o frivola. PREGHIERA.
Dio, che al popolo tuo desti per ministro di eterna salvezza il beato Anselmo, esempio preclaro di pazienza, dehil fa' che come l'abbiamo avuto dottore in vita sulla terra, così meritiamo di averlo intercessore in cielo. MARTIROLOGIO ROMANO.
A Canterbury, nell'Inghiltérra, sant'Ansélmo Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa, illustre per santità e per dottrina. Una vita dedicata alla ricerca della verità Divina
Nel corso della sua esistenza, Anselmo di Aosta dimostrò un impegno incessante nella ricerca della verità teologica, nonostante le molteplici sfide pastorali e politiche che attraversarono gran parte del suo cammino.
La sua eredità come grande maestro e teologo cristiano fu innegabile, caratterizzata da una profonda dedizione alla preghiera e alla contemplazione, che non venne mai meno, neppure di fronte alle preoccupazioni pastorali e ai problemi politici che accompagnavano la sua vita.
Anselmo si distinse per il suo pionieristico approccio razionale alla teologia, che mirava a
integrare la fede con la ragione. Contrariamente alla tradizione esegetica precedente, egli perseguì l'obiettivo di fornire argomentazioni razionali sulle verità bibliche. Il suo celebre "argomento ontologico", esposto nel Proslogion, cercò di dimostrare l'esistenza di Dio attraverso la concezione di un essere di cui non si poteva pensare nulla di più grande, fondendo così fede e ragione in un unico solido pilastro di indagine teologica.
Nei suoi trattati, Anselmo si addentrò nel mistero dell'incarnazione e della redenzione umana con profonda saggezza. Nel
Cur Deus Homo?, egli argomentò che la rottura dell'ordine divino a causa del
peccato umano poteva essere rimediata solo attraverso l'incarnazione di Cristo e il suo
sacrificio sulla croce. Anselmo sottolineò l'importanza di accettare la volontà divina, anche quando le sue ragioni rimanevano oscure, gettando luce su aspetti profondi della fede che sfidano l'intelletto umano.
Il periodo trascorso come arcivescovo di Canterbury vide Anselmo esercitare la sua abilità politica nel governo della Chiesa, conferendo a questa istituzione un'ampia autonomia. La sua riflessione politica fu guidata da un profondo senso di consapevolezza profetica, sottolineando la necessità per i governanti di agire nell'interesse della società nel suo insieme, piuttosto che perseguire obiettivi personali.
La spiritualità di Anselmo traspariva in tutte le sue opere, dalle sue teologie più formali alle sue preghiere e meditazioni personali. Egli riconciliò la sua visione del Dio come essere supremo con l'amore misericordioso che nutrì per l'umanità, offrendo così un modello di fede e devozione che continua a ispirare generazioni di credenti.
Anselmo di Aosta rimane
un faro nella storia della teologia cristiana, un pensatore il cui impegno nella ricerca della conoscenza divina attraverso il filtro della ragione e della fede ha arricchito il patrimonio intellettuale e spirituale dell'umanità.