Sant' Apollinare di Gerapoli
Nome: Sant' Apollinare di Gerapoli
Titolo: Vescovo
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Non si sa nulla di certo della vita di S. Apollinare, vescovo di Gerapoli, sebbene la sua fama di maestro fosse molto diffusa. Fece parte di un gruppo di scrittori del H secolo conosciuti con l'appellativo di "apologisti", autori di apologie in difesa della fede cristiana, alcune delle quali indirizzate a credenti di altre fedi e a filosofi, altre agli imperatori romani allo scopo di supplicarli di mitigare le persecuzioni contro i cristiani. Marco Aurelio, imperatore dal 161 al 180, aveva pubblicato — in circostanze narrate da Apollinare —un editto apparentemente favorevole ai cristiani; egli vi era stato spinto dal desiderio di evitare che la religione di stato venisse scalzata da sette fanatiche, tra le quali includeva quei cristiani che a suo avviso gettavano via la propria vita per un'illusione. La condizione dei cristiani peggiorò, di fatto, sotto il suo regno, come dimostrano gli scritti di un buon numero di apologisti, tra cui Apollinare. La più chiara descrizione dell'ondata di persecuzioni locali viene da una lettera comune delle comunità cristiane di Lione e Vicnne a Gaul, che Eusebio include, in una redazione praticamente completa, nella Storia Ecclesiastica. Là come altrove i cristiani erano accusati, spesso dai loro schiavi pagani, di immoralità e ateismo: la pena per quest'ultima accusa era in alcuni casi la morte, in altri i lavori forzati. L'apostasia assicurava il perdono ma l'opinione pubblica, più che quella dei singoli imperatori, si andava volgendo contro i cristiani, forse a causa della loro importanza crescente nella vita sociale e culturale. Furono pubblicati fiumi di discorsi satirici tinti-cristiani, sotto forma di libri e libelli, che spaziavano dalla pungente satira di Luciano di Samosata alla polemica filosofica di Gelso.
Gli intellettuali cristiani reagirono scrivendo opere apologetiche; un genere che caratterizzò la seconda metà del H secolo. Il più eminente degli apologisti fu Giustino, un greco convertito, chiamato "il filosofo", martirizzato nel 165 (1 giu.), che indirizzò un'apologia ad Antonino Pio e al figlio Marco Aurelio intorno al 150. A lui fecero seguito Taziano, Atcnagora, Melitone di Sardi (1 apr.), e Apollinare, del quale ci rimangono solo frammenti di scritti che pure erano ben noti e lodati da Eusebio, Girolamo (30 set.), Teodoreto e altri.
Apollinare scrisse l'apologia indirizzata a Marco Aurelio dopo che l'imperatore aveva ottenuto una vittoria sui guadi nell'Europa orientale nel 174. Egli attribuiva il merito della vittoria alla XII legione, composta principalmente da cristiani valorosi in combattimento: le loro preghiere avrebbero inoltre ottenuto un miracoloso acquazzone che estinse la loro sete e si tramutò in una tempesta che accecò e terrorizzò i nemici. Egli ricorda all'imperatore l'accaduto e dice che fu questo fatto a spingerlo a concedere alla XII il titolo di "Legione Tonante". Attribuisce all'imperatore anche un editto in cui dichiarava che la battaglia era stata vinta grazie alla «tempesta ottenuta, forse, dalle preghiere dei cristiani». Di fatto il titolo "Legione Tonante" fu dato al tempo di Augusto, e Apollinare è l'unica fonte per la descrizione della vittoria; non è comunque insolito che la causa di un "evento naturale" sia stata attribuita a un miracolo. Sono ignote la data esatta e le circostanze della morte del santo. E probabile che sia morto prima di Marco Aurelio (t 180). Manca ogni testimonianza di un suo culto primitivo. Il suo nome fu incluso dal card. Baronio nel Mani rologio Romano.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Gerapoli in Frigia, nell’odierna Turchia, sant’Apollinare, vescovo, che rifulse sotto l’imperatore Marco Aurelio per dottrina e santità.
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