Sant' Attala
Nome: Sant' Attala
Titolo: Abate di Bobbio
Nascita: VI secolo, Borgogna
Morte: 10 marzo 627, Bobbio, Piacenza
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Attala era un borgognone di origini nobili, affidato ad Aredio, vescovo di Gap, perché ne curasse l'educazione. Desiderando una vita più rigida di quella condotta nella casa del vescovo, egli fuggì in segreto e si ritirò nel monastero di Lérins, dove rimase per un po' di tempo. Tuttavia anche il monastero non lo soddisfece, e decise di recarsi a Luxeuil, il monastero fondato da S. Colombano (23 nov.). Là trovò l'austerità a cui anelava e, in più, la stima e la direzione del grande santo irlandese.
Quando Colombano venne bandito dalla Francia per aver rinfacciato i vizi di re Teodorico di Austrasia, decise di recarsi in Lombardia e portò con sé dei compagni irlandesi tra i quali Attala. Si fermarono a Bobbio, un paesino isolato dell'Appennino, su un terreno donato loro dal re longobardo Agilulfo. All'epoca Colombano aveva già settant'anni e, dal momento che visse solo un anno dopo la fondazione del monastero di Bobbio, la maggior parte del merito deve essere attribuita ad Attala, che fu abate dopo di lui dal 615.
Tuttavia, una volta venuta meno l'autorità del santo, vi furono obiezioni all'austerità della vita della comunità. Ma Attala non si lasciò persuadere ad attenuare la rigidità delle regole, continuando a dedicarsi totalmente alla preghiera per i suoi fratelli monaci. Lasciò andare gli insoddisfatti e quando alcuni di questi fecero ritorno, li accolse con affetto di padre benevolente.
Secondo Giona da Susa, il suo agiografo, Attala era «un uomo benevoluto da tutti, di grande fervore, carità per i poveri e i pellegrini. Sapeva tenere testa all'orgoglioso, ma era umile con i più umili, non si lasciava zittire in conversazioni con le persone intelligenti ma con i semplici sapeva parlare dei segreti di Dio. Saggio quando si imbatteva in problemi spinosi, fermo se contestato dagli eretici, era forte nelle avversità, disciplinato nei periodi favorevoli, sempre temperato e discreto. Mostrava amore e rispetto verso i suoi subalterni, saggezza con i suoi discepoli. In sua presenza nessuno poteva essere smodatamente triste o felice». Come Colombano, Attala combatté contro l'arianesimo, diffuso nei distretti vicino a Milano. Quando si ammalò gravemente chiese di venire disteso fuori dalla cella, vicino alla quale stava una croce che sempre egli toccava nell'entrare e nell'uscire, e di essere lasciato solo. Un monaco rimase poco lontano. Il morente pregò con fervore per la grazia di Dio e, così disse l'altro monaco, ebbe una visione del paradiso che durò per diverse ore. Riportato nella sua cella morì il giorno seguente.
Attala fu seppellito a Bobbio di fianco a S. Colombano. Più tardi il corpo di S. Bertolfo (19 ago.) fu messo nella stessa tomba e i tre santi vennero venerati insieme.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Bobbio in Emilia, sant’Attala, abate, che, cultore di vita cenobitica, si ritirò dapprima nel monastero di Lérins e poi in quello di Luxeuil, nel quale succedette a san Colombano, distinguendosi in particolare per lo zelo e la virtù del discernimento.
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