Visse nel IV secolo probabilmente nel Piceno. Le notizie che lo riguardano sono molto confuse: Pietro da Natalibusa narra che fosse un eremita di Gerico e giunto successivamente in Italia dove sarebbe morto, altre fonti lo ritengono originario della Cappadocia, altri ancora lo lo identificano come diacono di San Basilio, ricordato nella vita di S. Carotone.
Di Sant'Elpidio è stata anche redatta una vita intorno al XII secolo, e trovata in un leggendario della Biblioteca Capitolare di Spoleto, ma purtroppo non sono attendibili, ma la devozione così largamente diffusa ne conferma l'esistenza.
Il suo culto è però particolarmente vivo nel Piceno, dove diverse città portano il suo nome, e proprio per questo motivo si ritiene probabile che egli sia vissuto proprio in questa regione a nord di Ascoli Piceno. Alcune cittadine portano il nome del santo, come S. Elpidio a Mare, S. Elpidio Morico, Porto S. Elpidio.
Lo scrittore Palladio, lo ricorda nella sua Storia Lausiaca come un eremita vissuto per molti anni in una spelonca presso Gerico. Sempre lui elogia e tesse le lodi di questo asceta che, allontanatosi dalla comune società e dalla compagnia degli uomini, scelse di ritirarsi in solitudine.
Proprio nell'epoca in cui visse Sant'Elpidio, inoltre, quindi probabilmente nel IV secolo, si stava affermando una nuova forma di monachesimo, il cosiddetto "cenobitismo", cioè della vita comunitaria, il cui iniziatore fu San Pacomio. Fu lui a fondare i primi conventi di uomini e donne nella Tebaide, presso il Nilo, dove a capo di ogni struttura vi era l'abate, il cui compito era quello di fare osservare la regola comune, imporre la castità, il lavoro, il digiuno e la preghiera.
MARTIROLOGIO ROMANO.
Nelle Marche, sant’Elpidio, del cui nome fu poi insignita la cittadina, in cui si conserva il suo corpo. Il Polittico di Sant'Elpidio Abate
Il Polittico di Sant'Elpidio Abate, un'opera d'arte di straordinaria importanza storica e artistica, è stato realizzato intorno al 1424 dal pittore Giacomo di Nicola da Recanati. Commissionato per la Chiesa Collegiata di Sant'Elpidio Abate a Sant'Elpidio a Mare, questo polittico è un esempio eccezionale della pittura tardogotica italiana. Oggi, gli otto pannelli superstiti di quest'opera sono conservati al Musée des Arts Décoratifs di Parigi, dove continuano ad affascinare i visitatori con la loro ricchezza narrativa e la loro bellezza artistica.
Il polittico racconta la vita di Sant'Elpidio attraverso una serie di otto scene, che si distaccano dalla tradizionale iconografia dell'abate o dell'eremita, presentandolo invece come un santo cavaliere. Questo approccio narrativo unico dona all'opera un carattere epico e quasi leggendario, sottolineando il coraggio e la fede incrollabile del santo.
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La Predicazione di Sant'Elpidio: Nella prima tavola, Sant'Elpidio predica la fede cristiana davanti all'imperatore Antonio. Durante l'incontro, l'imperatore, impressionato dalla forza spirituale del santo, gli propone di sposare sua figlia a condizione che abiuri la sua fede. Questa scena introduce il tema della lotta tra fede e potere, centrale in tutto il ciclo.
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La Conversione dell'Imperatore: Nella seconda scena, l'imperatore, ormai convertito alla fede cristiana, ordina la distruzione degli idoli pagani. Questo momento segna un punto di svolta nella narrazione, rappresentando la vittoria della fede cristiana sulle antiche credenze pagane.
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Visione di Elpidio, incontro di sant'Elpidio e devoto: Nella terza scena, Elpidio prega affinché arrivi un prete per battezzare l'imperatore. La sua preghiera viene esaudita con l'arrivo di Doroteo, scortato dagli angeli, un'immagine che esprime la protezione divina accordata ai giusti.
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Il Battesimo di Antonio e Prisciano: Nella quarta tavola, l'imperatore Antonio e il conte Prisciano ricevono il battesimo da Doroteo sotto lo sguardo attento di Sant'Elpidio. Questo momento suggella la conversione del potere temporale alla fede cristiana, un tema ricorrente nelle opere di arte sacra dell'epoca.
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Elpidio predica davanti all'imperatore Aureliano: Dopo la morte di Antonio e il saccheggio del suo regno da parte dei saraceni, Sant'Elpidio si trasferisce sull'isola governata dall'imperatore Aureliano.
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Elpidio in carcere: il santo riprende la sua missione di predicazione, ma viene imprigionato per ordine dell'imperatore, come raffigurato nella sesta scena.
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La Liberazione Miracolosa di Sant'Elpidio: La settima scena rappresenta il miracolo della liberazione di Sant'Elpidio. Gli angeli, inviati da Dio, incendiano la prigione e liberano il santo, un evento che porta alla conversione dello stupefatto Aureliano, che viene poi battezzato da Doroteo.
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L'Ultimo Viaggio di Sant'Elpidio: Il ciclo si conclude con una scena suggestiva e simbolica, in cui Sant'Elpidio, inginocchiato sulla riva del mare, riceve l'invito di un angelo a imbarcarsi su una nave. Questa nave lo condurrà al luogo del suo destino finale, dove il santo troverà la morte e sarà sepolto.