Santa Eustochio
Nome: Santa Eustochio
Titolo: Vergine
Nome di battesimo: Giulia Eustochio
Nascita: 360 circa, Roma
Morte: 419, Betlemme
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Tutte le informazioni su Eustochio Giulia provengono dalle lettere di S. Girolamo (30 set.): terza delle quattro figlie di S. Paola (26 gen.) e del marito Tossozio, aveva circa dodici anni quando il padre morì nel 379. Trascorso un periodo di lutto profondo, Paola, che aveva a quel tempo trentadue anni, intraprese una profonda conversione religiosa, entrando nel cenacolo di una vedova cristiana influente chiamata Marcella (31 gen.) («gloria delle signore di Roma» come Girolamo la chiamava) e cominciò a dedicarsi esclusivamente alla preghiera, alla penitenza, e alle opere di carità. Eustochio fu l'unica della quattro figlie a emulare il nuovo stile di vita della madre, e rimasero insieme fino alla morte di Paola.
L'arrivo a Roma nel 382 di Girolamo cambiò il corso della loro vita, giacché lo scelsero come guida spirituale. I parenti si preoccuparono che le austerità che incoraggiava fossero troppo dure per Eustochio, che aveva ancora solo quattordici o quindici anni circa, e una coppia di zii, Hymettius e Praetextata, tentò di persuaderla a godere alcuni piaceri mondani comuni, tuttavia non ottennero risultati, poiché molto tempo prima Eustochio aveva pronunciato un voto di verginità perpetua, prima tra le donne romane a farlo. Per sottolineare l'occasione Girolamo le indirizzò la sua famosa lettera «sulla preservazione della verginità» (sebbene chiaramente destinata a un pubblico più ampio, con i suoi brani satirici e la sua critica feroce di alcune vergini e sacerdoti consacrati). E stata conservata un'altra lettera, più personale, datata 29 giugno 384, in cui la rimprovera aspramente per avergli mandato ciliegie, colombe e altre cose, che chiaramente giudicava futili.
Non sembra che Eustochio sia stata perennemente scoraggiata da tutto ciò. La sua educazione era stata affidata a Marcella, che aiutò Paola a sopportare il dolore e che esercitò una forte influenza su di lei, oltre che su sua figlia, ma quando Paola, con alcune altre donne che aspiravano alla vita religiosa, decise di accompagnare Girolamo in Palestina, Eustochio scelse di seguire la madre. Il gruppo raggiunse Girolamo ad Antiochia, che si dimostrò una guida avvincente, offrendo dettagli su tutti i luoghi che visitavano.
Trascorso un periodo di spostamenti, durante il quale si recarono a Gerusalemme e si spinsero persino in Egitto per far visita ai monaci del deserto di Nitria, si stabilirono a Betlemme nel 386, fondando tre congregazioni femminili, dirette da Paola, con l'aiuto di Girolamo. Eustochio, seguendo l'esempio della madre, imparò il greco e l'ebraico, e quando la vista di Girolamo cominciò a indebolirsi, fu in grado di aiutarlo a tradurre della Bibbia. Per loro richiesta, Girolamo scrisse alcuni commentari sulle lettere di Paolo ai Galati, agli Efesini, a Tito e a Filemone, e riconobbe la loro erudizione genuina, dedicando loro altre sue opere (erano, secondo lui, «più capaci di formulare un giudizio su tali opere degli uomini»).
Nel 403, Paola si ammalò ed Eustochio si dedicò alla sua assistenza e alla preghiera nella grotta della Natività. Alla morte della madre il 26 gennaio 404, il dolore della separazione e della perdita fu terribile per Eustochio. Girolamo affermò che era «una bambina svezzata dalla sua balia» aggiungendo che «si riuscì a malapena a tirarla via da sua madre», ma che riuscì, in ogni caso, a superare la crisi, e ad assumere il ruolo della madre come guida della congregazione, che però trovò vessata da gravi debiti. La situazione si risolse in parte grazie all'incoraggiamento di Girolamo, in parte al suo fiducioso coraggio, oltre che ai fondi ricevuti dalla nipote, chiamata Paola come la madre, giunta da Roma per entrare nella congregazione.
Nel 416, i monasteri furono incendiati e le consorelle attaccate da un gruppo di predoni. Girolamo, Eustochio e Paola scrissero a papa S. Innocenzo I (401-417; 28 lug.) per avvisarlo, e questi a sua volta rimproverò il vescovo di Gerusalemme per non essere riuscito a garantire una miglior sicurezza, ma la situazione di Eustochio ormai era peggiorata: non si riprese più dal trauma e morì nel 419 circa, poi fu seppellita nella stessa tomba della madre, vicino alla grotta della natività.
Il dolore di Girolamo traspare da almeno tre lettere. La tomba è tuttora conservata in quel luogo, ma è vuota.
Non esisteva un culto primitivo, e il nome di Eustochio compare solo in alcuni martirologi. L'interesse per lei fu rinnovato nel XVI secolo, quando S. Angela Merici (27 gen.) fondò la Congregazione delle orsoline (Paola ed Eustochio sono ritratte sulle mura dell'oratorio del convento delle orsoline a Roma).
MARTIROLOGIO ROMANO. A Betlemme di Giuda, commemorazione di santa Eustochio, vergine, che, insieme a sua madre santa Paola, partì da Roma per raggiungere il presepe del Signore e non privarsi del consiglio del suo maestro san Girolamo e in questa terra passò al Signore rifulgendo di meriti insigni.
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