Sant' Ilda

Sant' Ilda
Nome: Sant' Ilda
Titolo: Badessa
Nascita: VII secolo, Northumbria, Inghilterra
Morte: VII secolo, Inghilterra
Ricorrenza: 17 novembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione


Il culto di S. Ilda deve essere stato riconosciuto quasi subito dopo la sua morte, poiché il suo nome compare nel calendario di S. Villibrordo (7 nov.), scritto all'inizio dell'viii secolo. Ilda era una delle figlie di Ererico, uno dei nipoti di S. Edwin, re di Northumbria (12 ott.), che visse in esilio con la sua famiglia nell'enclave britannico di Elmet (nell'attuale Yorkshire settentrionale). Fu battezzata a tredici anni, con Edwin, da S. Paolino, arcivescovo di York (10 ott.); nei successivi vent'anni visse, secondo quanto afferma Beda, «molto nobilmente nel mondo secolare» e poi decise di consacrarsi ufficialmente a Dio. Il suo progetto iniziale era di raggiungere il regno dell'Anglia orientale, dove regnava la cugina Anna, poi di recarsi a Chelles, in Francia ed entrare nella congregazione mona-stica, di cui faceva già parte sua sorella Hereswitha, ma fu persuasa da S. Aido, vescovo di Lindisfarne (8 ott.), a far ritorno in Northumb ria.

Ilda trascorse un breve periodo in un piccolo lotto di terra donatole da Aido, sulle rive del fiume Wear, ma presto, in ogni caso, fu eletta badessa del monastero doppio costruito a Hartlepool; i momisteri doppi, per uomini e per donne, che recitavano l'Ufficio insieme nella chiesa, ma che vivevano totalmente separati, diretti da una badessa tranne che per quanto riguardava questioni strettamente spirituali, erano comuni a quel tempo.

Il compito di Ilda fu di riorganizzare la vita della congregazione, in base a una regola di origine irlandese (forse quella di S. Colombano, 21 nov.), in certi aspetti differente dalle regole seguite dalla Chiesa franca e dal resto della cristianità.

Nove o dieci anni dopo, all'incirca, nel 657, Ilda fu trasferita a Streaneshalch (più tardi Whitby), per riformare un monastero doppio già esistente e per fondarne uno nuovo, ma la cosa più stupefacente è il successo che ottenne in entrambi i casi. Ilda credeva fermamente nell'importanza dell'istruzione, in particolare, ma non esclusivamente, per il clero; nel monastero, incoraggiò la lettura e lo studio della Scrittura, oltre allo studio della lingua e della letteratura latina, e istituì ben presto una biblioteca. Beda, la cui Historia Ecclesiastica è praticamente la fonte di tutte le informazioni che la riguardano, osserva che «Ilda obbligava tutti coloro che erano sotto la sua giurisdizione a partecipare più spesso alla lettura della Sacra Scrittura e a esercitarsi liberamente in attività atte a formare molte persone ai doveri ecclesiastici e ai ministeri da svolgere all'altare»; diversi monaci, infatti, diventarono vescovi, incluso S. Giovanni di Beverley (7 mag.).

Il prestigio personale di Ilda e la sua influenza si estesero oltre i confini del monastero; Beda ci informa che «non solo la gente comune, ma anche i re e i principi talvolta chiedevano e accettavano i suoi consigli». Ilda incoraggiò il poeta anglo-sassone Caedmon (11 feb.), che governava le mandrie di proprietà del monastero e che alla fine divenne membro della congregazione, a scrivere un poema su temi cristiani in lingua locale, e fu probabilmente grazie alla sua fama, oltre all'appropriatezza del luogo, che l'abbazia di Whitby fu scelta come sede del famoso sinodo del 663-664, convocato per decidere la data della Pasqua.

L'immediato risultato fu un dibattito (tra coloro che favorivano il metodo irlandese di calcolare la data della Pasqua e quelli che, capeggiati dall'arcivescovo di York, S. Vilfrido (12 ott.), spalleggiato dal re di Northumbria, Oswiu, sostenevano il metodo romano); dietro a questa discussione si celava una tensione di lunga data tra le Chiese celtiche, che si erano sviluppate in modo abbastanza indipendente, e le altre, che seguivano le direttive di Roma. Ilda e i membri della congregazione, che seguivano la loro regola celtica, appoggiarono ovviamente il metodo celtico, ma alla fine quello romano fu votato dalla maggioranza. Ilda accettò senza protestare questa decisione; inoltre quindici anni dopo, quando l'arcivescovo di Canterbury, S. Teodoro (19 set.), decise piuttosto arbitrariamente di dividere la diocesi di Vilfrido i cui confini a quel tempo coincidevano con quelli del regno di Northumbria, si schierò dalla parte di Teodoro contro Vilfrido, senza dubbio perché pensava sinceramente che fosse una buona idea e poiché due dei nuovi vescovi, S. Bosa (9 mar.) e S. Giovanni di Beverley, erano monaci di Whitby; inoltre è stata suggerita l'ipotesi che lo ritenesse un modo per pareggiare i conti con Vilfrido.

Negli ultimi sette anni della sua vita, llda soffrì di una malattia cronica, di cui non si conoscono i dettagli, ma che sicuramente non le impedì di continuare a svolgere i suoi compiti, in particolare quelli che concernevano l'insegnamento.

Morì nel 680, probabilmente il 17 novembre; secondo Beda, una monaca di nome Begu che viveva nel convento di Hackness, a una ventina di chilometri, sentendo le campane in sogno, vide l'anima di Ilda che saliva in paradiso, avvisò le consorelle e, quando i monaci del monastero di Whitby arrivarono all'alba per portare loro la notizia, la congregazione era già in chiesa a pregare per lei.

Dopo la morte di Ilda, il pensiero romano, piuttosto che quello irlandese, divenne predominante a Whitby, principalmente a causa dell'influenza di S. Enfleda (24 nov.) e di S. Elfleda (8 feb.), rispettivamente figlia e nipote di S. Edwin. Entrambe erano entrate nel convento quando Ilda era badessa e ciascuna svolse un mandato come badessa.

L'abbazia stessa fu distrutta dai danesi nell'800 ca. e le presunte reliquie di Ilda furono trasferite (non è chiaro in che luogo preciso, dato che Glastonbury e Gloucester affermarono di possederle). Il culto fu molto esteso nell'Inghilterra settentrionale, dove le furono dedicate non meno di quattordici chiese, incluse le undici che si trovano nello Yorkshire e le due edificate a Durham. La sua festa fu anche celebrata solennemente a Evesham, dato che nell'XI secolo fu rifondata l'abbazia di Whitby.

MARTIROLOGIO ROMANO. A Whitby nella Northumbria in Inghilterra, santa Ilda, badessa, che accolta la fede e i sacramenti di Cristo, posta alla guida del monastero, si adoperò per il rinnovamento della disciplina monastica maschile e femminile, per la difesa della pace e dello spirito di carità e per la promozione del lavoro e della lettura della Sacra Scrittura, al punto che si riteneva avesse compiuto in terra opere celesti.

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