Sant' Isarno di Marsiglia
Nome: Sant' Isarno di Marsiglia
Titolo: Abate
Nascita: Tolosa, Francia
Morte: 24 settembre 1043, Marsiglia, Francia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Isarno Abate, santo (m. 1043). Nelle cripte dell'attuale basilica di S. Vittore a Marsiglia è possibile ammirare la stupenda pietra tombale raffigurante il volto di I., che si può considerare come l'autentico fondatore dell'istituzione monastica marsigliese, la quale ebbe una notorietà veramente notevole per tutta la durata del Medioevo, congregazione di cui egli fu abate dal 1020 al 1047, data della morte_ Proveniente dai lontani Pirenei dell'Ariège, 1. approdò sulla spiaggia focose, alla vigilia dell'anno mille, mentre la comunità ivi insediata aveva appena adottato la Regola di S. Benedetto.
Secondo la sua volontà, il giovane I. decise di rimanere a S. Vittore, poiché nelle cripte si conservavano i resti dei "primi testimoni della fede" (il sarcofago dei santi Innocenti). Tale devozione egli l'avrebbe coltivata durante tutta la vita sino ai suoi ultimi giorni, recandosi a pregare di notte presso le reliquie dei martiri.
Uomo di preghiera, I. si dimostrò anche un uomo d'azione. A fianco degli amici Odilone di Cluny e Oliva, vescovo di Vich, fu l'artefice dei movimenti della Pace e della Tregua di Dio. Fu anche a servizio della giustizia, alla quale si dedicò accanto a tutti coloro che, sui territori dipendenti da S. Vittore, sottostavano alla sua giurisdizione. Ai poveri contadini indifesi, esposti agli attacchi briganteschi dei signori, ripeteva incessantemente: "Chi tocca voi, tocca la pupilla dei miei occhi".
Il risultato di simile politica abbaziale, considerata dal solo punto di vista dell'esigenza evangelica, fu di rinsaldare la solidarietà della famiglia vittorina marsigliese: l'ideale era allora quello di vivere "secondo la libertà marsigliese".
A questa libertà I. doveva ancora consacrare le proprie forze, lasciando Marsiglia per la Catalogna, malgrado l'età avanzata e la stanchezza, per portare sin là la libertà ai suoi confratelli, i monaci di Lérins, prigionieri dei saraceni di Spagna. Al suo ritorno, spossato, rese l'anima a Dio, lasciando ai propri figli l'esempio d'uno "spirito pacifico e gioioso", per citare le parole del suo stesso epitaffio.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Marsiglia in Provenza, sant’Isarno, abate, che, severo con se stesso, ma mite e pacifico con gli altri, rinnovò la disciplina regolare nel monastero di San Vittore.
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