Sant' Ita di Killeedy
Nome: Sant' Ita di Killeedy
Titolo: Vergine
Nascita: 490 circa, Drum, contea di Waterford, Irlanda
Morte: 571 circa, Killeedy, contea di Limerick, Irlanda
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Ita, dopo S. Brigida (1 feb.), è la santa irlandese più famosa e la sua Vita, scritta vari secoli dopo la sua morte, presenta vari elementi comuni a quella di S. Brigida; sono infatti evidenti molte caratteristiche tipiche di questo genere letterario: la regalità della stirpe, la rinuncia a un matrimonio prestigioso, per una vita di verginità e ascetismo. Intorno a lei si raccolsero dei discepoli: pur essendosi votata infatti alla solitudine non poteva impedire alle folle di venire a chiederle consiglio.
Nonostante l'aspetto letterario, gli elementi principali della sua biografia sono probabilmente reali e S. Ita è sicuramente esistita. Si dice che appartenesse allo stimato clan di Deisi, che fosse nata a Drum, nell'attuale contea di Waterford, e che il suo nome originale fosse Deirdre. Il nome Ita (che deriva da iota e ha come varianti Ida, Mida, Ite, Ide e altri) significa "assetata di santità" e le fu assegnato perché in lei questa qualità era molto evidente.
Suo padre, che le aveva procurato un ricco pretendente, si opponeva alla sua intenzione di fare voto di castità, ma alla fine, in seguito a una visione, acconsentì. lta migrò ai piedi del monte Sliabh Luachra, nella parte sud-occidentale della contea di Limerick, e nel luogo indicatole dagli angeli fu raggiunta da altre donne appartenenti a vari clan della zona.
Aprì una scuola per bambini, molti dei quali in futuro sarebbero entrati nel novero dei santi, così che adesso è conosciuta come la "madre adottiva dei santi di Erin". Il più famoso di tutti è S. Brandano di Clonfert ("il Viaggiatore", 16 mag.), anche se la sua cronologia è difficilmente conciliabile con questa.
All'epoca la Chiesa celtica teneva nei confronti delle donne un atteggiamento dominante anche in altre comunità e le incoraggiava a fare da guida tanto a uomini quanto a donne. Quello di ha, infatti, potrebbe essere stato un monastero doppio, maschile e femminile, ed essa era celebre perché, senza timore, ascoltava le confidenze spirituali di uomini e donne e assegnava loro penitenze anche molto dure, malgrado la sua indole mite e compassionevole. ha, come badessa, avrebbe potuto esercitare una grande influenza; la Chiesa celtica infatti era principalmente concentrata in zone rurali, e i luoghi isolati erano ricercati come una forma di esilio dal focolare domestico (conformemente all'esempio biblico di Abramo). Per questo le autorità monastiche spesso erano più potenti dei vescovi. ha invece accettò solo quattro acri di terreno dove coltivare ortaggi per la sua comunità e rifiutò ogni offerta di appezzamenti maggiori, perché avrebbe potuto condurre all'esercizio di un potere terreno.
La sua leggenda è più una celebrazione di tradizioni legate al luogo che non una biografia, ed essendo ampiamente arricchita da saghe locali utilizza come espediente la personificazione di forze spirituali che, sotto forma di angeli e demoni, le appaiono in sogno, la guidano o cercano di ostacolarla.
I suoi sogni e le sue visioni sono descritti in termini di numeri e di elementi simbolici: ha vede tre pietre preziose e un angelo le spiega che rappresentano la Trinità.
Anche gli episodi della sua vita sono narrati in termini simili: il fuoco che avvolge la sua camera, senza bruciare né lei né la stanza stessa, rappresenta la potenza e la presenza di Dio; Brandano passa cinque anni con lei, e il cinque, essendo il simbolo della completezza, sta a indicare la profondità della loro amicizia spirituale, o la completezza della formazione da lui raggiunta sotto la sua tutela.
Sia la domanda che Brandano le pone, sia la risposta di Ita sono espresse con riferimento al numero tre: «Una volta S. Brandano chiese a ha quali fossero le tre opere più gradite a Dio, e quali le più sgradite. ha rispose: Le tre cose che Dio gradisce maggiormente sono: una vera fede in lui con un cuore puro, una vita semplice con uno spirito grato e la generosità ispirata dalla carità. Le cose che gli dispiacciono di più sono: una bocca che odia la gente, un cuore che brucia di risentimento, e la fiducia nelle ricchezze». Le sue doti di guaritrice sono dimostrate dall'acqua, da lei benedetta mentre era sul letto di morte per confortare S. Aengus.
Venne sepolta, "in presenza di moltitudini venute da vicino e lontano", nel monastero da lei costruito e benedetto e che, come accadde a tantissimi conventi irlandesi, fu distrutto probabilmente nel D( secolo dagli invasori vichinghi. Al posto del monastero venne costruita una chiesa romanica tra le cui rovine attualmente si trova la sua tomba, che è ancora oggi un luogo di pellegrinaggi e viene spesso adornata di fiori. La sua festa viene celebrata in Irlanda come una commemorazione facoltativa.
MARTIROLOGIO ROMANO. Nel monastero di Clúain Credal in Irlanda, santa Ita, vergine, fondatrice di quel monastero.
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