Sant' Ormisda
Nome: Sant' Ormisda
Titolo: Papa
Nascita: Frosinone
Morte: 6 agosto 523, Roma
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Ormisda, nonostante fosse nativo di Frosinone e figlio di Giusto, anch'egli originario della regione, porta il nome persiano del dio zoroastriano della luce e della misericordia, particolare che induce a credere che il padre fosse un persiano convertito. Ormisda era diacono nella Chiesa romana quando diede prova di grandi doti diplomatiche nel tentativo di avvicinare i seguaci di papa Simmaco e dell'antipapa Lorenzo. La frattura dipendeva essenzialmente dalla diversa scelta di alleati, i sovrani goti o l'imperatore d'Oriente, sollevò varie controversie tra ortodossia ed eresie, quali l'arianesimo e il monofisismo, e portò a battaglie cruente, condanne e anatemi. Ormisda fu eletto papa nel 514, due giorni dopo la morte di Sirnmaco. Durante il suo pontificato si impegnò soprattutto a regolare la complessa divisione tra Oriente e Occidente risalente al 484, conosciuta come lo scisma acaciano, causata dal tentativo di Acacio di Costantinopoli di pacificare i monofisiti alla Chiesa. Nel 515 l'imperatore Anastasio T rifiutò la proposta del papa di una riconciliazione, che avrebbe comportato da un lato la condanna di Acacio con i suoi seguaci, i monofisiti e altri eretici, e dall'altro l'accettazione del concilio di Calcedonía e il riconoscimento dell'autorità del papa. Nel 519, sotto l'imperatore Giustino I, sostenitore dei calcedonesi, Ormisda pose fine allo scisma con la professione di fede che porta il suo nome, la "formula di Ormisda". Il 28 marzo 519, l'imperatore e il patriarca di Costantinopoli, e in seguito anche molti vescovi orientali, accettarono la formula e, implicitamente, la condanna di Acacio e della sua dottrina. Accettarono anche le decisioni del concilio di Calcedonia del 451, che riformulava quelle dei concili di Nicea e di Costantinopoli, il Torno di Leone (cioè la lettera cristologica di papa Leone I a Flaviano di Costantinopoli, dell'anno 449) e, praticamente, l'autorità della Santa Sede. Senza le pressioni da parte dell'imperatore, alcuni dei vescovi non avrebbero sicuramente accettato la formula, che venne letta al concilio Vaticano T come prova del riconoscimento dell'autorità del papa nei primi sei secoli dell'era volgare. Vi furono diversi tentativi di sabotare il nuovo accordo, soprattutto da parte di Severo di Antiochia, esiliato in Egitto, e del metropolita Doroteo di Tessalonica. Vi è un'iscrizione romana che celebra Ormisda per aver posto fine allo scisma romano e aver riconciliato i greci. Il santo, inoltre, intrattenne una corrispondenza dettagliata con i vescovi spagnoli, che evidenzia lo stretto legame tra la Chiesa spagnola e Roma. Non si sa nulla della vita pubblica di Ormisda, tranne che, ovviamente, fu un uomo saggio e pacifico. Tra le sue azioni più importanti va ricordato il severo ammonimento ad alcuni monaci africani e sciiti di Costantinopoli (antinestoriani in maniera eccessivamente spinta), l'introduzione di una formula particolare usata dal papa per indicare la sofferenza di una delle persone della Trinità, la continuazione del dialogo con i goti in materia ecclesiastica e l'aver posto termine alle persecuzioni dei vandali in Africa nell'ultimo periodo del suo pontificato.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma presso san Pietro, deposizione di sant’Ormisda, papa, che, alfiere di pace, riuscì in Oriente a ricomporre lo scisma di Acacio e in Occidente a far rispettare dalle nuove popolazioni i diritti della Chiesa.
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