Sant' Ugo di Lincoln
Nome: Sant' Ugo di Lincoln
Titolo: Monaco e vescovo
Nascita: 1140 circa, Avillon, regno di Borgogna
Morte: 1200 circa, Holborn, Londra
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Canonizzazione:
1220, Roma, papa Onorio III
Ugo nacque nel 1140 ca. a Avillon nel regno di Borgogna, dove suo padre, Guglielmo, soldato famoso, era signore del luogo; la madre, Anna, morì quando il figlio aveva solo otto anni. Il bambino fu educato nel convento degli agostiniani a Villard-Benoit (dove anche il padre si ritirò, a quel punto) e a soli quindici anni pronunciò i voti comc canonico agostiniano; appena fu ordinato diacono a diciannove anni, iniziò a farsi conoscere come predicatore. Presto gli fu affidata una piccola casa dipendente a Saint-Maximin e durante questo soggiorno accompagnò il priore a vistare il monastero fondato nel 1084 da S. Bruno (6 ott.), nel massi]. della Grande-Chartreuse, a nord di Grenoble. Questa visita cambiò la vita di Ugo, subito attratto dal silenzio e dalla posizione isolata di quel luogo, oltre che dalla dedizione dei monaci. A dispetto del quadro allarmante fatto dal priore a proposito del rigore caratteristico della vita dei certosini, e nonostante la promessa fatta ai superiori di non lasciare Villard-Benoit, Ugo, dopo una profonda riflessione decise che quella promessa era stata fatta sotto pressione, e all'età di circa venticinque anni ritornò alla Grande-Chartreuse, dove indossò l'abito dei certosini.
Sappiamo poco dei successivi dieci anni di vita, anche se il suo biografo fornisce solo un piccolo dettaglio, tuttavia molto particolare: gli scoiattoli e ogni specie di uccelli si raccoglievano nel piccolo orto fuori della cella, e sembra che Ugo abbia posseduto il dono di parlare con gli animali, come il suo più giovane contemporaneo, S. Francesco d'Assisi (4 ott.). Dopo aver trascorso dieci anni nel monastero, fu nominato procuratore, incarico che svolse per sette anni, con il compito di accogliere i visitatori che giungevano al monastero, tra cui S. Pietro di Tarantasia (8 mag.), che visitò la Grande-Chartreuse in vecchiaia. A questo punto la vita di Ugo prese un'altra direzione. Per rimediare all'omicidio, avvenuto circa dieci anni prima, di S. Tommaso Becket (29 clic), il re d'Inghilterra Enrico II (1154-1189) aveva fondato il primo convento certosino in Inghilterra, a Witham, nel Somerset. I primi due priori non furono certo all'altezza del ruolo loro affidato, e l'impresa era fallita per causa loro, perciò Enrico, che aveva sentito parlare di Ugo da un nobile francese, mandò il vescovo di Bath alla Grande-Chartreuse per chiedergli di intervenire nella conduzione del monastero appena fondato. Ugo presentò la questione al capitolo certosino, che, dopo averla discussa, gli concesse il permesso di accompagnare il vescovo in Inghilterra.
Appena raggiunta Witham, Ugo non solo vide che la costruzione non era ancora iniziata, ma che non era stato fatto nulla per ricompensare coloro a cui erano state sottratte le terre e le case per consentire la costruzione del convento.
Per prima cosa insistette perché venissero ricompensati e rifiutò di accettare il suo ufficio finché non fosse stato restituito «fino all'ultimo penny». Vi fu solo un ulteriore problema, quando il monastero era quasi finito: Enrico interruppe il finanziamento, ma Ugo riuscì a sistemare la questione, grazie al suo tatto, consentendo perciò la fondazione del primo monastero certosino inglese. All'inizio il monastero si era attirato l'inimicizia di molti, che, grazie all'umiltà e all'evidente integrità morale di Ugo, cambiarono opinione e divennero candidati adatti a entrare in quell'ordine. La fama di Ugo, inoltre, era tale che il popolo (perfino il re, che aveva un profondo rispetto per lui e spesso soggiornava al convento) percorreva grandi distanze per giungere a chiedere il suo consiglio.
Una questione su cui Ugo non esitò a esprimere la sua opinione fu l'usanza di Enrico di tenere le sedi vacanti per impossessarsi delle rendite; un esempio particolarmente scandaloso era la sede di Lincoln, che, eccetto un periodo di diciotto mesi, rimase senza un vescovo per circa diciotto anni. Alla fine, nel 1186, fu chiesto al decano e al capitolo di eleggere un nuovo vescovo e, in seguito a pesanti pressioni da parte del re, fu scelto Ugo; la sua decisione di rifiutare la nomina, con la motivazione che l'elezione non era canonica, fu vinta dal priore della Grande-Chartreuse, perciò Ugo, dopo aver lasciato Witham, si assunse la responsabilità della diocesi più grande d'Inghilterra, che si estendeva dall'Humber al Tamigi. La diocesi aveva ovviamente un gran bisogno di riforme, perciò Ugo raccolse attorno a sé un gruppo di sacerdoti istruiti e devoti e con la consueta energia si accinse a ravvivare la fede del popolo, ripristinando la disciplina tra gli ecclesiastici e reintroducendo un tipo di culto comunitario. 11 duro lavoro, i viaggi senza sosta in tutta la diocesi per svolgere i suoi doveri pastorali, fecero di lui un esempio da seguire. Fu intransigente sul fatto che il clero ricevesse le decime: rifiutò persino di pagare l'arcidiacono di Canterbury, che lo aveva insediato a Lincoln. Fu anche responsabile del restauro e dell'ampliamento della cattedrale, che trovò in rovina (gravemente danneggiata da un terremoto nel 1185), e talvolta partecipò di persona ai lavori. Alla sua morte la cattedrale non era ancora terminata, ma parte dell'attuale coro e del transetto è opera sua; quindi dettò le sue istruzioni finali al capomastro, Goffredo di Noiers. In verità, l'intera cattedrale, eccetto il coro degli Angeli e parte del transetto sul lato ovest, nel complesso fa parte del suo progetto. Gran parte della fama di Ugo è dovuta per lo più al suo spirito contemplativo (una volta all'anno si recava in ritiro a Witham trascorrendovi un breve periodo per rinnovare la sua fede monastica) e alla sua personalità amabile. Era considerato il monaco più erudito d'Inghilterra, ma secondo il suo biografo, Adamo, monaco di Eynsham, suo cappellano, aveva un gran senso dell'umorismo e conversava in modo eccellente, oltre a essere allegro, sensibile ed entusiasta; fu particolarmente affettuoso con i bambini ed esistono diversi racconti a questo proposito nella sua Vita. Un'altra caratteristica saliente fu il suo intrepido senso di giustizia; durante la terza crociata (1189-1192), per esempio, vi fu una spiacevole ondata di antisemitismo in Inghilterra, che portò a varie persecuzioni. A Stamford e a Northampton, oltre che a Lincoln, Ugo, solo e disarmato, affrontò una folla armata e riuscì in qualche modo a calmare gli animi e a persuadere i rivoltosi a risparmiare le vittime. La stessa diplomazia fu evidente nei suoi rapporti con i tre re successivi, Enrico II, Riccardo I (1189-1199) e Giovanni (1199-1216), che lo considerarono un amico; quando percepì che in un certo modo avevano oltrepassato il limite, non ebbe paura a esprimere il suo pensiero. Nel 1197, per esempio, Riccardo 1, volle che i vescovi e i baroni sovvenzionassero la guerra con il re dei francesi, Filippo II Augusto (1180-1223), ma Ugo rifiutò, aggiungendo che la sua sede avrebbe appoggiato la causa della guerra solo in favore della patria. Quando il suo unico sostenitore, il vescovo Erberto di Salisbury, fu deprivato di tutti i suoi beni, Ugo rimproverò il re apertamente per questo e altri atti di oppressione, e ne uscì vincente. Riccardo stesso una volta disse a proposito di Ugo che «se tutti i prelati della Chiesa fossero stati simili a lui, nessun re cristiano avrebbe osato alzare la testa alla presenza di un vescovo».
Poco dopo essere stato incoronato, Giovanni inviò Ugo in Francia come testimone della ratificazione del trattato di Le Goulct; durante il soggiorno, fece visita al suo vecchio convento alla Grande-Chartreuse e alle grandi abbazie di Cluny e di Citeaux, e fu accolto ovunque con affetto e rispetto.
Fu colpito tuttavia dalla malattia che lo avrebbe portato alla morte, perciò durante il viaggio di ritorno si fermò al sepolcro di S. Tommaso, a Canterbury. Le sue condizioni non migliorarono, in ogni caso, e invece di partecipare a un concilio nazionale a Londra, fu costretto a mettersi a letto, nella sua casa nell'Old Tempie, a Holborn (l'attuale Lincoln's Inn). Dopo aver ricevuto il sacramento degli infermi, il giorno del diciannovesimo anniversario della sua consacrazione come vescovo, restò infermo con gran pazienza ma soffrendo molto, per quasi due mesi; morì il 16 novembre 1200 e il corpo fu portato in una sorta di processione a Lincoln, e poi sepolto nella cattedrale, fra il dolore e l'afflizione di tutti.
La congregazione rappresentò tutte le fasi e gli aspetti della sua vita: quattordici vescovi, in aggiunta all'arcivescovo di Canterbury (contro il quale Ugo si oppose per tutta la vita), cento abati, un arcivescovo che veniva dall'Irlanda e uno dalla Dalmazia, un principe, Gruffydd ap Rhys del Galles, Guglielmo il Leone, re di Scozia (1165-1214), Giovanni, re d'Inghilterra, e il popolo di Lincoln (per non menzionare i rappresentanti del ghetto ebreo di Londra) piansero la perdita di un «vero servo del Dio onnipotente» e loro protettore.
Ugo fu canonizzato nel 1220 da papa Onorio III (1216-1227), primo certosino a ricevere tale onore, sebbene la domanda della sua canonizzazione provenisse non solo dai certosini, ma anche dal re e dai vescovi inglesi. Dopo il 1339, quando i certosini iniziarono a commemorarlo in tutta l'Europa, la fama di questo santo si estese dall'Inghilterra alle Fiandre, oltre chc in Francia, Italia, Renania e Spagna, ma il centro del culto rimase Lincoln. Nel 1280 le reliquie furono trasportate in un nuovo reliquario nella cattedrale di Lincoln e i pellegrini giunsero da ogni parte fino alla Riforma, quando il sepolcro fu smantellato.
Furono fatti altri tentativi nel 1887 e nel 1956 di ritrovare il corpo, ma senza risultato, perciò tutto quello che resta di Ugo è la sua stola bianca di lino, una volta conservata alla Grande-Chartreuse e ora nella certosa di Parkminster, nel Sussex occidentale. Le circostanze del suo funerale sono raffigurate nelle vetrate conosciute come Dean's Eye nella cattedrale di Lincoln ed esistono almeno altri due ritratti: uno si trova alla certosa di Parigi cd è particolarmente venerato dalle madri dei bambini malati, mentre l'altro, di Francisco de Zurbàràn, si trova a Cadice. In quest'ultimo, Ugo è rappresentato con un calice, con Gesù bambino sopra, un riferimento a quando, proprio prima di uno dei suoi scontri con Riccardo I, ricevette il sostegno di un giovane sacerdote, che gli disse di avere avuto, durante l'elevazione del SS. Sacramento, la visione di Gesù bambino. L'altro emblema di Ugo è un cigno, dato che, secondo Gerardo del Galles, uno dei cigni nella sua residenza di Stow aveva preso il cibo dalle sue mani, lo aveva seguito e fatto la guardia vicino al suo letto.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Novara di Sicilia, sant’Ugo, abate, che, mandato da san Bernardo di Chiaravalle, diede inizio in questa terra e in Calabria all’Ordine Cistercense.
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