Santa Caterina Drexel
Nome: Santa Caterina Drexel
Titolo: Fondatrice
Nome di battesimo: Katharine Mary Drexel
Morte: 3 marzo 1955, Pennsylvania, Stati Uniti
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
20 novembre 1988, Roma, papa Giovanni Paolo II
Canonizzazione:
1 ottobre 2000, Roma, papa Giovanni Paolo II
Caterina Maria Drexel nacque a Filadelfia, Pennsylvania, U.S.A., il 26 novembre 1858; aveva due sorelle e apparteneva a una famiglia ricca, ma molto pia. Il padre di Caterina, Francesco Drexel, era proprietario di un impero finanziario e i Drexel, potenti e molto benestanti, frequentavano gli ambienti più alti della società. L'elevata posizione sociale non impediva loro però di conoscere la lxwertà che esisteva in una metropoli come Filadelfia.
Per essere sicura che le bambine entrassero in contatto con i poveri, Emma, la matrigna di Caterina (la mamma della santa, Anna, era morta cinque mesi dopo averla messa alla luce), teneva la casa di città aperta ai poveri per tre giorni alla settimana. La stessa Emma (un'ava della moglie del presidente John Kennedy) donava grandi quantità di denaro ai bisognosi e in casa gestiva addirittura un dispensario per i malati, mentre Francesco portava avanti altre attività caritative. L'esempio ricevuto dai genitori, così propensi a condividere il proprio benessere con i poveri, segnò la vita di Caterina.
Francesco Drexel provvedeva personalmente all'educazione delle tre figlie: tutta la famiglia andava regolarmente a Messa e ogni giorno passava mezz'ora in preghiera; l'istruzione scolastica delle figlie fu completa: studiarono le lingue classiche e quelle moderne, si esercitarono in arte, musica, filosofia e matematica e si prepararono a occupare il posto che loro spettava nella società. Anche se attraente e vivace, "Kate" non era tagliata per le feste mondane; non sembrava troppo entusiasta all'idea di partecipare al ricevimento per il suo debutto in società, anzi ne parlò definendola «una festicciola dove sono andata l'altra sera per il mio debutto». Ebbe molti corteggiatori e proposte di matrimonio, ma il suo profondo spirito religioso la mantenne sempre piuttosto distaccata dalla vita di società. Emma morì tragicamente nel 1883 e nel giro di due anni Francesco morì di crepacuore. Egli lasciò un decimo del suo patrimonio alle opere caritative e divise il resto tra le tre figlie.
Il vescovo Martino Marty, benedettino, fu colui che suscitò l'interesse di Caterina verso la condizione degli indiani d'America. Il vescovo era infatti preoccupato che il governo statunitense rovinasse tutti i progressi fatti dalle missioni cattoliche dall'anno del loro inizio (1884) in poi e così decise di contattare le Drexel per ottenere un sostegno economico. Caterina, che sin dall'infanzia si era molto interessata agli indiani, diede ascolto al vescovo benedettino, fino al punto che le sorelle arrivarono a discutere la questione con papa Leone XIII. Il papa concesse alle giovani donne due udienze private, durante le quali Caterina gli chiese di inviare un numero maggiore di missionari presso gli indiani. Nonostante essa in un primo momento non se ne fosse accorta, fu proprio il pontefice a suggerirle per primo di diventare missionaria. Già quando aveva quattordici anni, Caterina aveva iniziato a pensare di abbracciare la vita religiosa, sentendosi piuttosto attratta dalla vita contemplativa del convento, ma la matrigna non era d'accordo e così aveva abbandonato l'idea fino alla morte di Emma. Lo stesso vescovo O'Connor, un amico di famiglia, cercò di dissuaderla temendo che con il suo retaggio sociale e culturale non fosse preparata a sufficienza a una vita monastica; egli era inoltre convinto che Caterina avrebbe potuto sfruttare la posizione sociale e le ricchezze di cui disponeva per metterle al servizio della causa che aveva sposato.
Giuseppe Stephen, direttore dell'ufficio cattolico per le missioni presso gli indiani, accompagnò Caterina nel territorio assegnato al vescovo Marty, negli stati del Dakota, dove vivevano molti indiani. La terribile povertà di quei pellerossa e il loro capo, il grande Nuvola Rossa, fecero una grande impressione su di lei e sulle sue sorelle; quel giorno e in quel luogo Caterina fece il voto di dedicarsi con la sua parte di eredità all'assistenza degli indiani.
Nonostante le riserve del vescovo O'Connor, Caterina rimase irremovibile nel desiderio di farsi suora; il vescovo allora si arrese e le consigliò di combinare i suoi due desideri: le suggerì di non entrare in una congregazione già esistente, ma di fondarne una nuova che avesse come obiettivo del proprio apostolato le missioni tra la gente di colore. Perché essa ricevesse la formazione iaecessaria, la indirizzò presso le Suore della Misericordia. Iniziò a periodo di noviziato a trentuno anni, consapevole di essere fin coppo inadeguata, ma un anno dopo, il 12 febbraio 1891, prese i voti assieme a tredici consorelle, come la prima delle Suore del SS. Sacramento.
La Drexel iniziò la propria opera missionaria trasformando la vecchia casa estiva dei Drexel di Torresdale, Pennsylvania, in un convento e aprendo dei collegi per bambini afroamericani e indiani pueblo. Fu talmente autorevole nel lavorare a favore degli indiani da meritarsi il rispetto dello stesso Nuvola Rossa. Quando il governo degli Stati Uniti tagliò gli aiuti economici ai pellerossa e ridusse ulteriormente il loro territorio, gli indiani si ribellarono. Diedero fuoco a scuole e abitazioni costruite con i fondi del governo e uccisero diversi bianchi delle zone circostanti le riserve; fu solo grazie allo stretto e influente rapporto che c'era tra madre Drexel e Nuvola Rossa che le suore, i conventi e le scuole per indiani vennero risparmiati.
È interessante notare che il suo istituto non riceveva nulla dal patrimonio Drexel (Caterina voleva infatti che le suore fossero autosufficienti), per cui tali beni andavano direttamente alle missioni. Nel 1915 fondò un college per insegnanti in Louisiana, che sarà poi, col nome di Xavier University di New Orleans, una delle prime scuole americane aperte alle persone di colore. Questo fu un passo molto importante, visto che la discriminazione nei confronti degli afroamericani esisteva anche tra i cattolici. Caterina rifiutava certi tipi di segregazione praticati all'interno della Chiesa, ma doveva, ciononostante, lavorare all'interno delle leggi esistenti e ai costumi del paese. In quel periodo la sua vita attiva di missionaria terminò; aveva fondato centoquarantacinque missioni cattoliche, dodici scuole per indiani e cinquanta per afroamericani, ma soprattutto aveva portato un'intera generazione di cattolici americani a conoscenza delle necessità delle minoranze. Sarebbe morta nel decennio segnato dalle lotte di Martin Luther King per i diritti civili. Si potrebbe dire che la Drexel, pur non essendo disinteressata ai diritti civili delle minoranze, si proponeva altri obiettivi: quello che veramente voleva portare loro erano la vita della grazia e l'eucarestia.
Il desiderio di Caterina di dedicarsi alla vita contemplativa venne realizzato quando, nel 1935, in seguito a un infarto, si ritirò da ogni attività per dedicarsi esclusivamente alla preghiera.
Morì il 3 marzo 1955; è stata beatificata da papa Giovanni Paolo II il 20 novembre 1988 e canonizzata il primo ottobre 2000.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Philadelphia in Pennsylvania negli Stati Uniti d’America, santa Caterina Drexel, vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore del Santissimo Sacramento, che utilizzò con generosità e carità i beni dai lei ereditati per l’istruzione e il riscatto degli Indiani e dei neri.
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