Santa Cunegonda
Nome: Santa Cunegonda
Titolo: Regina di Polonia
Nascita: 1224 circa, Ungheria
Morte: 24 luglio 1292, Stary S?cz, Polonia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
1690, Roma, papa Alessandro VIII
Canonizzazione:
16 giugno 1999, Roma, papa Giovanni Paolo II
Cunegonda (Kinga) nacque nel 1224 circa, figlia di re Bela IV d'Ungheria, nipote di S. Elisabetta d'Ungheria (17 nov.), e crebbe nell'ambiente di corte fino a sedici anni, poi sposò re Boleslao IV di Polonia. La tradizione afferma che, durante la prima notte di nozze, disse al marito di essersi votata a Dio e di voler vivere osservando la castità; il marito accettò, e dopo un anno pronunciarono entrambi un voto di castità davanti al vescovo di Cracovia (da cui deriva il suo nome Boleslao il Pudico, nella storia polacca). È possibile che questa tradizione sia nata per la necessità di spiegarne la sterilità.
Cunegonda continuò a vivere a corte come regina, ma austeramente, vestendo poveramente e dedicando tutto il tempo possibile alla cura dei poveri e dei malati. Alla morte del marito nel 1279, rifiutò di governare al suo posto, e diventò invece clarissa povera nel convento che aveva fondato a Stary Sacz nel lontano sud del paese. Fece costruire chiese e ospedali, aiutata finanziariamente dai frati minori, e pagò ai turchi il riscatto di prigionieri cristiani. Successivamente divenne priora, anche se con riluttanza. Nel 1287, i tartari invasero il paese e le monache dovettero rifugiarsi in un castello; all'inizio, gli invasori lo assediarono, ma poi si ritirarono pacificamente, grazie alle preghiere di Cunegonda. Gli ultimi anni prima della sua morte, avvenuta il 24 luglio 1292, furono caratterizzati da miracoli e altre manifestazioni soprannaturali, inclusa un'apparizione di S. Francesco d'Assisi (4 ott.). Il culto popolare fu approvato nel 1690, e nel 1715 fu dichiarata patrona di Polonia e Lituania.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Stary Sacz presso presso Tarnów in Polonia, santa Cunegonda, che, figlia del re di Ungheria, data in moglie al duca Boleslao, mantenne insieme a lui illibata la sua verginità e, rimasta vedova, professò la regola di santa Chiara nel monastero da lei fondato.
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