Gemma Galgani nacque a Camigliano di Lucca il 12 marzo 1878 da Enrico Galgani e da Aurelia Landi, ambedue ferventi cristiani. La buona madre sembrava che presentisse la sua vicina morte e perciò quando poteva stare con la cara bimba, le spiegava le verità della fede, i pregi dell'anima, la bruttezza del peccato, e la vanità delle cose del mondo. Più spesso, mostrandole il Crocifisso, le diceva: « Vedi, Gemma, questo caro Gesù è morto per noi in croce ». A quella vista la fanciullina profondamente commossa piangeva. Questo piissimo sentimento di amore verso Gesù appassionato fu la caratteristica della sua vita: vita di amore e di sacrificio.
I Gentori di Santa Gemma
Gesù difatti l'aveva prescelta e la voleva santificare attraverso vie straordinarie, facendola partecipe dei suoi dolori ed attirandola a sè mediante vincoli di amore ineffabili.
Il 17 giugno 1887, festa del Sacro Cuore di Gesù, fece la sua prima Comunione con angelico fervore, contando nove anni di età.
Non entrò in religione quantunque lo desiderasse ma guidata prodigiosamente dalla Provvidenza Divina, dopo dolorosissime prove fu ricevuta dalla famiglia Giannini nella città di Lucca, e quivi visse fino alla morte.
Non è possibile dire in poche righe tutte le meraviglie che il Signore operò in lei: Soffrire per Gesù, con Gesù, amare soltanto Gesù, era il suo altissimo ideale.
« Vada, diceva, vada chi vuole sul Monte Tabor, io me ne voglio stare con Gesù sul Calvario ». E sul Calvario Gemma sbocciò come mistico fiore.
In preparazione alla comunione si recò presso le Suore Oblate dello Spirito Santo di
suor Elena Guerra dove successivamente cominciò una frequentazione costante. Lì stabilì un legame profondo con la religiosa
Giulia Sestini. Giulia incoraggiò Gemma ad approfondire la meditazione dei dolori di Cristo durante la sua Passione e le impartì precetti per migliorare nell'umiltà e compiere piccole penitenze. Anche dopo che Gemma lasciò l'Istituto, il loro legame rimase saldo, nonostante si vedessero raramente. Prima di morire, Gemma chiese di Giulia, dimostrando l'importanza e la profondità del legame che le univa.
Già fin dalla fanciullezza ebbe a soffrire: la malattia e la morte della madre; una dolorosissima operazione ad un piede; lo spogliamento di tutti gli averi della famiglia Galgani per cui si trovò nell'estrema miseria, ed un'altra penosissima malattia, da cui fu miracolosamente guarita. Per tanta eroica rassegnazione, Gesù le apparve e le disse:
« Figlia, alla grazia che ti ho fatta stamattina (cioè la guarigione), ne seguiranno ancora molte altre maggiori. Io sarò sempre con te, io ti farò da padre, e la mamma tua sarà l'Addolorata ». A Lucca cominciò così la lunga serie delle grazie. Gesù non si lasciò vincere in generosità. Tutti i venerdì Gemma soffriva i dolori della passione del Signore, e nel 1899, due anni dopo la sua offerta col voto di perpetua verginità, fu favorita del dono delle stimmate. Con questo, resa più partecipe dei dolori di Gesù, raggiunse in breve il più alto grado della mistica. Diceva con S. Paolo:
« Oggi non sono più in me, sono col mio Dio, tutta per lui ed egli è tutto in me e per me ». Durante un periodo di malattia, Gemma sarebbe entrata in contatto con lo spirito del passionista
San Gabriele dell'Addolorata, il cui influsso avrebbe plasmato il corso della sua vita. La maestra Giulia Sestini la guidò in questo percorso, incoraggiandola a chiedere immagini e reliquie del santo. Inizialmente riluttante a leggere la biografia di Gabriele, a causa dei persistenti mal di testa, Gemma alla fine la abbracciò e ne ammirò le virtù ed esempi. Secondo le sue lettere e relazioni, Gemma avrebbe avuto molte visioni di Gabriele, durante le quali avrebbe avvertito la sua presenza corporea, il calore delle sue mani e persino il suo respiro sul viso.
Godette anche la confidenza del suo Angelo Custode, il quale la liberò da molte tentazioni e portò perfino la sua corrispondenza al padre Germano, suo direttore spirituale.
Gemma Galgani si avvicinò ai padri Passionisti durante il Giubileo del 1900 dove conobbe l'anziana Cecilia Giannini, diventando parte della sua famiglia. Sotto la guida del padre Germano Ruoppolo, iniziò a scrivere la sua autobiografia. Gemma lottò contro le forze del male e ricevette da Gesù l'indicazione di fondare un convento Passionista a Lucca, desiderio che si realizzò dopo la sua morte.
Il demonio la perseguitò sotto svariatissime forme, persino apparendole nella persona di Gesù appassionato. La grazia però di cui era favorita, le fece sempre discernere i moti del maligno da quelli dello spirito buono. Consumata più dalle fiamme del divino amore che dalla malattia, se ne volava al suo celeste Sposo l'11 Aprile 1903, vigilia di Pasqua.
PRATICA.
Non stiamo mai in peccato mortale, ma purifichiamo prontamente la nostra anima. PREGHIERA.
O Signore Gesù che nella vita della tua serva Gemma, hai mostrato come prediligi i semplici e gli umili, fa' che imitandola possiamo attirare anche su di noi le tue benedizioni. PREGHIERA A S. GEMMA PER CHIEDERE GRAZIE
O cara santa Gemma, che ti sei lasciata plasmare da Cristo crocifisso, ricevendone nel tuo corpo verginale i segni della sua gloriosa Passione, per la salvezza di tutti, ottienici di vivere con generosa dedizione il nostro impegno battesimale e intercedi per noi presso il Signore affinché ci conceda le grazie desiderate.
Amen
Santa Gemma Galgani, prega per noi.
Padre nostro, Ave Maria, Gloria MARTIROLOGIO ROMANO.
A Lucca, santa Gemma Galgani, vergine, che, insigne nella contemplazione della Passione del Signore e nella paziente sopportazione dei dolori, a venticinque anni nel Sabato Santo concluse la sua angelica esistenza. ICONOGRAFIA
Nell'iconografia tradizionale, Santa Gemma Galgani è rappresentata sempre in abiti da suora passionista, spesso con un giglio in mano o intoro a se, chiaro segno della sua purezza, e soprattutto con i segni del volere di Dio sulle mani.
Altri immagini la raffigurano con un crocifisso e con un angelo che le pone la corona di spine di Cristo e sempre accompagnata da fiori di gigli.
Oppure viene raffigurata spesso come si presenta in una sua foto reale in preghiera probabilmente davanti ad un crocifisso o figura della Vergine.