Santa Gioacchina De Vedruna
Nome: Santa Gioacchina De Vedruna
Titolo: Vedova e fondatrice
Nascita: 1783, Barcellona, Spagna
Morte: 12 luglio 1959, Barcellona,Spagna
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
19 maggio 1940, Roma, papa Pio XII
Canonizzazione:
12 giugno 1954, Roma, papa Giovanni XXIII
Gioacchina de Mas y de Vedruna, la fondatrice delle Carmelitane della Carità, nacque a Barcellona nel 1783. Suo padre era Loren-zao de Vedruna, membro di una famiglia nobile catalana, la madre si chiamava Teresa Vidal. Gioacchina era la quinta di otto fratelli. Ebbe un'infanzia del tutto normale, anche se all'età di dodici anni andò a un convento di carmelitane e chiese di essere ammessa nell'ordine, ma venne rifiutata perché troppo giovane.
Nel 1793 incontrò il suo futuro marito, Teodoro de Mas, un giovane avvocato, che in passato voleva diventare francescano. Si dice che fosse indeciso su quale delle tre sorelle Vedruna scegliere, così fece loro visita portando in regalo una scatola di mandorle caramellate. Due sorelle storsero il naso davanti a un regalo così puerile, mentre Gioacchina accettò la scatola con piacere, e Teodoro la scelse come futura moglie.
Si sposò nel 1799, all'età di sedici anni. Pochi giorni dopo le nozze cadde in una profonda depressione perché credeva di aver tradito la sua vera vocazione. Ti marito le disse che, una volta che tutti i loro figli fossero stati indipendenti, avrebbero potuto entrambi votarsi alla vita da consacrati. Gioacchina si consolò.
Ebbero otto bambini, a cui Gioacchina si dedicò con affetto e devozione. Quando la seconda figlia le disse che voleva diventare suora, ella le rispose con fermezza: «No, Dio desidera che ti sposi. Due tue sorelle saranno suore». Questo fu esattamente quello che accadde, anche se una delle due sorelle, Teodora, poté entrare nell'Ordine cistercense solo dopo che un pretendente deluso ebbe perso una causa contro di lei alla corte episcopale.
All'età di trentatré anni perse il marito. Per i primi sette anni dopo la morte Gioacchina si dedicò completamente ai figli, alla preghiera e alla cura dei malati nell'ospedale locale. Indossava l'abito dei terziari francescani e conduceva una vita di penitenza e povertà. Alcuni pensavano che fosse impazzita a causa della morte del marito. Nel 1823 due figli, José e Inés, si sposarono, e José prese in casa con sé i due figli più piccoli.
Nel 1820 padre Stefano di Olot, un cappuccino, disse a Gioacchina di non entrare in nessun ordine già esistente, perché era destinata ad appartenere a una nuova congregazione impegnata nell'insegnamento ai giovani e nella cura degli ammalati. Sei anni dopo indossò l'abito religioso delle Carmelitane della Carità al cospetto del vescovo di Vich, che aveva approvato la fondazione della nuova comunità, affidandola alla protezione di Nostra Signora del Monte Carmelo. L'ordine era appoggiato da un importante avvocato, José Estrada.
Gioacchina insieme a sei compagne iniziò la vita comunitaria nella sua grande casa. Sebbene fossero poverissime, nel giro di pochi mesi avevano aperto un ospedale a Tarrega. La nuova congregazione si diffuse ben presto in tutta la Catalogna. Durante la guerra carlista le suore si presero cura dei feriti e degli ammalati di entrambe le parti, ma alcune sorelle dovettero fuggire a Perpignan in Francia. Nell'autunno 1843 fecero ritorno in Spagna. La fondatrice e le suore più anziane fecero la professione perpetua nel 1844. Nel 1850 Gioacchina manifestò i primi segni della paralisi che la avrebbe portata alla morte. Nel 1851 abbandonò la guida della comunità a un sacerdote, padre Stefano Sala, e in seguito a un monaco benedettino, Dom Bernard Sala. Soffrì per quattro anni e il 28 agosto 1854, all'età di settant'anni, morì di un attacco di colera.
Innumerevoli conventi, scuole e ospedali erano sorti in tutta la Catalogna. Fu beatificata nel 1940 e canonizzata il 12 giugno 1959 da papa Giovanni XXIII
MARTIROLOGIO ROMANO. A Barcellona in Spagna, santa Gioacchina de Vedruna, che, madre di famiglia, educò piamente nove figli e, rimasta vedova, fondò l’Istituto delle Carmelitane della Carità, sopportando serenamente ogni genere di sofferenze, finché morì colpita da colera.
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