Santa Giovanna della Croce
Nome: Santa Giovanna della Croce
Titolo: Fondatrice
Nome di battesimo: Jeanne Delanoue
Morte: 17 agosto 1736, Saumur, Francia
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Beatificazione:
5 novembre 1947, Roma, papa Pio XII
Canonizzazione:
31 ottobre 1982, Roma, papa Giovanni Paolo II
Il racconto del cammino verso la santità di Giovanna è molto strano: sia la sua figura che quella del suo benefattore spirituale potrebbero apparire invenzioni nate dall'azione combinata del creativo Perrault (autore di leggende) e del più sobrio Mamontel (scrittore di racconti morali) per commentare le parole: «Dio opera in maniera misteriosa per ottenere ciò che vuole». Tuttavia le loro caratteristiche e gli eventi prodotti da questa bizzarra relazione sono ben attestati.
iovanna Delanoue, l'ultima di dodici fratelli, nacque il 18 giugno 1666 a Saumur, Anjoux, in Francia, dove i suoi genitori avevano un piccolo negozio di stoffe vicino al santuario di Notre Dame des Ardilliers. Anche se gli affari andavano bene, era difficile provvedere a dodici figli, così nel negozio si vendeva anche vasellame e altri beni, in particolare oggetti religiosi (immagini sacre, rosari) ai pellegrini che si recavano al santuario. Fin da piccola, Giovanna dovette iniziare ad aiutare la madre in negozio per il sostentamento di tutta la famiglia.
Madame Delanoue era nota per la generosità verso i mendicanti ma, quando morì nel 1691, Giovanna, che era sempre stata devota ma nello stesso tempo molto concreta, dimostrò di essere non solo intelligente e attiva ma anche estremamente avara. Si impegnò con ogni mezzo per far prosperare il negozio, che aveva ereditato insieme alla casa, tenendolo aperto perfino la domenica e i giorni di festa.
Giovanna iniziò anche a offrire alloggi a pagamento ai pellegrini, mettendoli in tuguri malsani nel retro della casa, scavati nella montagna anni prima. Prese come aiutante la nipote di diciassette anni, egualmente venale: si dice che Giovanna fosse così avara da mandarla a comprare cibo appena prima dei pasti così da non mentire quando diceva ai mendicanti che in casa non vi era nulla da mangiare.
Giovanna, grazie al suo duro lavoro, aveva tutte le opportunità per diventare una buona donna d'affari, pur su piccola scala, e seguì questa via con decisione. Nel 1693, la vigilia dell'Epifania, arrivò a Saumur in pellegrinaggio una povera vecchia.
Era una vedova di Rennes, di nome Francesca Souchet, una devota stravagante, fastidiosa ma innocua, che andava da un santuario all'altro. La donna sosteneva di avere rapporti stretti con il divino, ma i suoi racconti erano più che altro dei vaneggiamenti, raggiungendo il limite del comprensibile affermando; «Dio mi ha mandato questa prima volta per imparare la via»; Giovanna, stranamente, le diede alloggio praticamente gratis e rimase molto turbata da quella visita.
Durante la Quaresima iniziò ad ascoltare le omelie, fece un piccolo pellegrinaggio nei santuari e sí recò da padre Genereau, un sacerdote con una buona reputazione di consigliere spirituale, cappellano dell'ospedale del villaggio. Ben presto iniziò a chiudere il negozio la domenica e a digiunare tre giorni a settimana, pur continuando a essere avara come prima.
A Pentecoste, Francesca Souchet fece ritorno con nuove rivelazioni divine, che gli alitanti di Saumur trovarono così confuse da giudicarla pazza. Giovanna, al contrario, interpretò le sue parole come un ordine categorico di donare, e donare incessantemente: prese i suoi vestiti migliori e li diede a madame Souchet. «So che lei non ne ha bisogno» disse «ma Gesù mi ha detto che devo darglieli».
Giovanna cadde in trance per tre giorni e tre notti, annunciando poi la sua conversione a una vita dedicata ai poveri, anche se ancora non sapeva in che modo.
Francesca Souchet le trasmise un messaggio divino sorprendentemente preciso e puntuale, che ordinava a Giovanna di prendersi cura di sci bambini poveri che abitavano in una stalla a Saint-Florent: Giovanna portò a loro e ai genitori cibo e vestiti, prendendosene cura nei due mesi successivi. La Souchet sosteneva che i bambini le erano apparsi in visione, ma chiaramente questa strana donna era un consigliere acuto che aveva compreso pienamente la natura di Giovanna e come poter indirizzare a fin di bene le sue doti.
Ben presto Giovanna iniziò ad occuparsi di altre persone e nel 1698 chiuse il negozio. I poveri si recavano direttamente da lei invece che aspettare le sue visite. In questo periodo iniziò a fare pratiche di mortificazione per espiare i suoi precedenti peccati: dormiva seduta su una sedia o sulla pietra con un sasso per cuscino. Nel 1700 Giovanna prese in casa con sé un bambino, a cui ben presto seguirono altre persone malate, vecchie e povere: arrivò ad alloggiare una dozzina di orfani e poveri e la casa divenne ben presto nota come "la Casa della Provvidenza".
Nel 1702 l'edificio fu distrutto da una frana, e nell'incidente rimase ucciso un bambino. Giovanna trovò rifugio con i suoi protetti nelle stalle di una casa di oratoriani, ma i preti non riuscivano a sopportare il continuo via vai di mendicanti e la cacciarono.
È difficile sapere se gli oratoriani fossero realmente così inospitali e avidi come il racconto li descrive, poiché spesso venivano accusati di giansenismo, mentre Giovanna (e i suoi agiografi) rappresentano una corrente ecclesiale completamente opposta.
Infine Giovanna, insieme con la nipote, si stabilì in un'altra casa con tre stanze e una cantina, dove però non riusciva ad alloggiare tutti quelli che le chiedevano asilo. Nel 1704, dopo quattro difficili anni, trovò altre due giovani donne disposte ad aiutarla e, se fosse stato possibile, a iniziare la vita religiosa, poiché Gesù aveva detto a Giovanna che avrebbe fondato una congregazione.
Il giorno di S. Anna, 1704, vestirono l'abito religioso delle suore di S. Anna: fu l'inizio della Congregazione di S. Anna della Provvidenza. Nel 1706 gli oratoriani affittarono a Giovanna una grande casa, ma pare che aumentarono l'affitto di più del doppio a causa delle persone sporche e rumorose che ella alloggiava.
Il vescovo di Angers approvò la regola nel 1709, ed ella prese il nome di Giovanna della Croce. Gli oratoriani, che si dice disapprovassero le sue pratiche troppo entusiastiche, come la comunione quotidiana, tentarono di esercitare un controllo sulle sorelle e sulla loro opera. Giovanna riuscì a non farsi influenzare, tanto che durante l'epidemia di peste del 1709 la Casa della Provvidenza arrivò a ospitare più di cento persone.
Fu Giovanna a fondare il primo ospizio di Saumur nel 171.5, anche se Luigi XIV lo aveva richiesto già nel 1672. Enrico de Vallière, governatore di Annecy, e altri benefattori, avevano acquistato il grande edificio della Casa dei Tre Angeli, che divenne poi la Casa della Grande Provvidenza.
In questo periodo il consigliere spirituale di Giovanna la convinse a attenuare le sue mortificazioni, che erano divenute estreme. Intorno a lei si raccolsero ben presto quaranta aiutanti pronte a seguire il suo esempio di devozione ai poveri e di preghiera.
Per molti anni Giovanna soffrì di dolorosissimi mal di denti, d'orecchie e di reumatismi, finché nel settembre 1735 una violenta febbre annunciò la sua malattia finale.
Alla sua morte, il 17 agosto 1736, aveva fondato dodici comunità, ospizi e scuole. Si parlava già di lei come una santa per l'incessabile opera a favore degli orfani, dei vecchi, poveri e malati. Oggi ci sono circa quattrocento suore di S. Anna della Provvidenza a Saumur (che devono essere distinte dalla congregazione torinese che ha lo stesso nome), in Francia, in Madagascar e a Sumatra. Giovanna venne beatificata nel 1947 e canonizzata il 31 ottobre 1982.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Saumur presso Angers in Francia, santa Giovanna Delanoue, vergine, che, saldamente fiduciosa nell’aiuto della divina Provvidenza, dapprima accolse in casa sua orfane, anziane, malate e prostitute e poi fondò con alcune compagne l’Istituto delle Suore di Sant’Anna della Provvidenza.
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